La prof.ssa Maria Triassi candidata

A Medicina ci si prepara alle elezioni per il nuovo Presidente della Scuola, che subentrerà al professore Luigi Califano in scadenza di mandato. Si voterà il 16 novembre. Il 5, giorno di chiusura in edicola del numero di Ateneapoli, aveva già avanzato la sua candidatura la prof.ssa Maria Triassi, Ordinario di Igiene, epidemiologia e medicina preventiva. Si vedrà poi se si aggiungerà qualche altro nome o se saranno elezioni con un solo papabile. La docente, intanto, ha inviato una lettera tramite posta elettronica ai componenti del Consiglio della Scuola nella quale ringrazia il prof. Califano per il lavoro svolto e propone alcuni spunti di riflessione. “Nel mio lavoro – scrive – ho cercato di mantenere sempre la mia autonomia intellettuale e decisionale, pur essendo disponibile all’impegno e all’ascolto da qualunque parte venga fatta richiesta. Anche questa mia candidatura nasce all’insegna di un’assoluta autonomia che manterrò nei miei impegni futuri, ferma restando ogni disponibilità ad accogliere qualunque idea o proposta migliorativa nell’interesse della Scuola”. Sottolinea, poi: “Durante questa emergenza e quando essa sarà finita ma ne constateremo le conseguenze, è indispensabile l’ottimizzazione dei rapporti istituzionali con l’Ateneo e con la Direzione Strategica dell’Azienda, con l’obiettivo di colmare le carenze di organico e di risorse con le quali quotidianamente facciamo i conti. Ritengo sia assolutamente necessario, di concerto con gli Organi Accademici, tentare una ridefinizione della integrazione tra Dipartimenti Universitari e Azienda per l’acquisizione di risorse, in quanto spesso le carenze assistenziali vanno a sacrificare anche l’attività scientifica che negli anni a venire va invece fortemente potenziata. Ritengo che la mia formazione accademica nell’area dell’Igiene e del Management Sanitario possa aiutare in questo delicato compito”. Aggiunge: “La nuova governance dell’Ateneo ha promesso grande interesse verso le attività della nostra Scuola, come emerge dal programma del neoeletto Rettore cui formulo gli auspici per un proficuo sessennio di lavoro. Credo, quindi, che occorra favorire con la massima attenzione qualunque sinergia della Scuola con la governance dell’Ateneo, tesa ad ottenere ogni aiuto per il miglioramento delle necessità didattiche, strutturali, strumentali e di personale della Scuola di Medicina. Gli edifici della Scuola di Medicina versano in uno stato di degrado strutturale che è sotto gli occhi di tutti. La nuova Scuola dovrà impegnarsi nel richiedere risorse straordinarie al MIUR o attraverso fondi europei per interventi straordinari di ristrutturazione, ammodernamento tecnologico e ridefinizione di percorsi: sarà difficile ma ci dobbiamo provare”. Punto più importante e più delicato – scrive la prof.ssa Triassi – è la didattica. “In questo momento storico i grandi Atenei pubblici sono impegnati in un grande sforzo emergenziale per garantire la didattica nella pandemia, con grande sacrificio della didattica in presenza che dovrà necessariamente riprendere appena l’emergenza lo consentirà. Ma quando questo momento emergenziale sarà finito, faremo i conti con la concorrenza tra Atenei stessi e con le università telematiche. È necessario un forte ammodernamento della didattica, anche con l’uso di nuove tecnologie di cui in parte la Scuola di Medicina si è già dotata (manichini, simulazioni, laboratori) ma soprattutto valorizzando, durante le lezioni, le interattività con gli studenti e valorizzando tirocini e attività pratiche. Sarà necessario anche mettere a punto strumenti di valutazione dell’efficacia della formazione: i professionisti che formiamo devono essere veramente in grado di essere eccellenti e pronti per il lavoro”.
Il medico competente di Ateneo
Con la prof.ssa Triassi, che è anche Presidente della Commissione di emergenza dell’Ateneo per il Coronavirus, facciamo luce su una figura prevista dalle norme per controllare periodicamente la salute dei dipendenti di un’azienda o comunque di una realtà nella quale lavorano più persone: si chiama medico competente. Alla Federico II svolgono questo compito il professore Luca Fontana e due contrattisti. Afferiscono tutti al Dipartimento di Sanità Pubblica. “Il Dipartimento – spiega la prof.ssa Triassi – ha una convenzione con l’Ateneo per l’attività di sorveglianza sanitaria di routine. Si svolgono nel momento dell’assunzione e poi  con cadenza diversa a seconda del livello di rischio al quale sono esposti i lavoratori. Per medici ed infermieri le visite sono annuali. Per amministrativi e docenti senza rischi specifici si svolgono ogni cinque anni. Il tipo di visita cambia anche a seconda della particolarità del rischio al quale è esposto il lavoratore. Se parliamo di personale che trascorre molto tempo al terminale, per esempio, si approfondirà in particolare la visita oculistica. La spirometria si pratica sempre a chi ha esposizione ad agenti potenzialmente irritanti per le vie respiratorie”. Anche il medico competente di Ateneo è naturalmente sottoposto a ritmi di lavoro particolarmente serrati in questa fase di pandemia. “Si occupa di informazione e formazione sui dispositivi di protezione individuali e su cosa fare in merito alle sospensioni ed immissioni in servizio ed al tracciamento di eventuali contatti. L’Ateneo ha anche attivato un sistema di monitoraggio con test antigenici rapidi per cui se ci sta un positivo ed un dipendente è stato a contatto stretto e senza mascherina – il che non dovrebbe peraltro mai verificarsi – può sottoporsi allo screening con tamponi rapidi. Abbiamo attivato una postazione con container qui al Policlinico ed abbiamo effettuato già almeno un centinaio di questi esami rapidi. Hanno buona specificità e sensibilità, ma non come i test molecolari. Finora, peraltro, tutti i nostri positivi a tampone rapido sono stati confermati anche dal tampone molecolare”.
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