Offerta didattica nutrita al Dicea, Dipartimento con il bollino blu

È un Dipartimento con il bollino blu. Ingegneria civile, edile e ambientale (Dicea) è una delle cinque strutture dell’Ateneo federiciano che ha ottenuto il riconoscimento della qualifica di Eccellenza da parte del Ministero dell’Università un paio di anni fa. Per il Dicea un traguardo importante non solo perché ha determinato il trasferimento di fondi specifici per il reclutamento di nuovi ricercatori e per l’allestimento di nuovi laboratori. È un riconoscimento che sancisce l’altissima qualità della didattica e della ricerca che si portano avanti all’interno del Dipartimento. In sostanza, chi sceglierà di immatricolarsi ad uno dei Corsi di Laurea proposti dal Dicea ha la certezza di trascorrere il suo periodo di formazione universitaria in un contesto di alta qualità e con professori mediamente molto attivi anche sul fronte della ricerca in ambito nazionale ed internazionale. Il prof. Claudio Mancuso, fino a poco più di un mese fa Vicedirettore, è ora al timone di comando del Dipartimento al posto del prof. Maurizio Giugni, che è diventato Commissario nazionale per le criticità della depurazione. “Il Dipartimento – spiega il prof. Mancuso – copre una gamma di competenze molto ampia: Ingegneria civile, Ambientale, Gestionale dei progetti e delle infrastrutture, Edile. Fin dalla sua nascita ha avuto questa caratteristica. L’offerta didattica, di conseguenza, è nutrita. Proponiamo quattro Corsi di Laurea Triennali: Ingegneria Civile, Ingegneria Edile, Ingegneria Gestionale dei progetti e delle infrastrutture, Ingegneria per l’Ambiente ed il territorio. Abbiamo poi anche una laurea ciclo unico, che dura cinque anni. Si chiama Ingegneria Edile-architettura. Chi la frequenta acquisisce un titolo spendibile a livello europeo e diventa ingegnere edile con competenze e conoscenze anche nell’ambito architettonico”. I laureati triennali possono poi proseguire con i Corsi di Laurea Magistrale, scelta condivisa dalla quasi totalità degli studenti. Approva il prof. Mancuso: “fanno bene, perché le opportunità lavorative che offre la Magistrale sono incomparabilmente migliori”. Le Magistrali attivate dal Dipartimento: Ingegneria edile, Ingegneria per l’ambiente ed il territorio, Ingegneria dei sistemi idraulici e del trasporto. 
In vista del prossimo anno accademico, ci sono alcune novità: “nell’ambito dell’Ingegneria civile ed ambientale abbiamo potenziato i laboratori e i seminari con professionisti navigati e bravi che faranno capire agli studenti perché hanno studiato tutto questo, a che cosa serve. Ingegneria gestionale dei progetti e delle infrastrutture resta sostanzialmente invariato perché negli anni a venire introdurremo modifiche più profonde. La Laurea Triennale in Ingegneria edile ha già subito rilevanti trasformazioni lo scorso anno, dunque si sta assestando e non prevediamo altre modifiche a breve”. In generale, sottolinea, “tutte le Lauree Triennali si caratterizzano per un’offerta molto orientata alle nuove tecnologie e ai nuovi strumenti, che poi va approfondita nelle Magistrali”. Queste ultime hanno cambiato gli ordinamenti. “Per esempio, per Ingegneria edile abbiamo previsto quattro pacchetti di insegnamenti in un semestre per nuove tecnologie, pubblica amministrazione, il recupero. In Ingegneria per l’ambiente ed territorio sono stati introdotti curricula sulla sostenibilità ambientale, dissesto idrogeologico, già presenti con nomi un po’ diversi. C’è poi un curriculum completamente nuovo che si chiama Energia per l’ambiente”. 
L’impegno che si richiede a chi si immatricolerà, prosegue il Direttore del Dipartimento, “è quello classico, necessario ad affrontare gli studi di Ingegneria. Servono serietà e costanza negli studi. Non sono Corsi di Laurea che si possono affrontare con il freno a mano o a tempo perso, questo sia chiaro. Ciò premesso, ci siamo impegnati per ammorbidire in qualche modo l’impatto delle matricole con la nuova realtà universitaria senza per questo perdere serietà. Stiamo lavorando su questo perché siamo consapevoli che il passaggio dalla scuola all’università può risultare piuttosto impegnativo”. Fondamentale, prosegue il prof. Mancuso, “è che i nuovi iscritti comincino a studiare dai primi giorni dei corsi e frequentino assiduamente, nella speranza che si possa tornare ad una didattica dal vivo, con lezioni ed esercitazioni in aula dopo la parentesi della epidemia sanitaria. Se così non fosse e le lezioni dovessero ancora svolgersi in remoto, è altrettanto importante che gli studenti le seguano con regolarità ed utilizzino le varie piattaforme informatiche per interloquire con i docenti, porre domande e chiedere chiarimenti”. 
 
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