Palestino: proporsi “una questione di cuore”

Il Corso di Laurea in Sviluppo sostenibile e reti territoriali ha una neo Coordinatrice. Subentra alla prof.ssa Lieto, assessore comunale

“Mi sono proposta soprattutto per una questione di cuore, di affetto. Urbanistica nacque dal prof. Vincenzo Andriello, il docente con il quale mi sono laureata ed ho frequentato il dottorato di ricerca. Il mio Maestro. Andriello scomparve prematuramente, poi il Corso di Laurea fu coordinato dal prof. Attilio Belli e, dopo di lui, dalla mia più cara collega, Daniela Lepore, prematuramente scomparsa. Fu lei, insieme ad altri docenti, che avviò il percorso di trasformazione che sarebbe poi sfociato nel nuovo Corso di Laurea in Sviluppo sostenibile e reti territoriali”. La prof.ssa Maria Federica Palestino, docente di Urbanistica, illustra le motivazioni che l’hanno indotta a proporsi quale Coordinatrice del Corso di Laurea in Sviluppo sostenibile e reti territoriali, dove insegna nel Laboratorio “L’intervento integrato nel territorio contemporaneo” in collaborazione con un docente di Estimo e valutazione. Candidata unica, è stata eletta il 26 gennaio con ottantotto preferenze. Subentra alla prof.ssa Laura Lieto, che ha lasciato l’incarico perché in autunno è entrata nella Giunta Comunale a Napoli.
Ha già ricoperto incarichi nell’ambito del Corso di Laurea?
“Negli scorsi anni mi sono occupata del piano orientamento e tutorato perché noi siamo in una rete con sette Università di Urbanistica italiane. Affiancavo Laura Lieto per questo specifico aspetto. Quando lei ha lasciato il ruolo di Coordinatrice, il cuore, più che la testa, mi ha convinto a candidarmi. Ora devo imparare molto. Ho svolto molta ricerca in ambito accademico, spero di fare bene anche in campo gestionale”.
Sviluppo sostenibile e reti territoriali è un Corso giovanissimo. Come lo presenterebbe?
“È giovane, ma non nasce dal nulla. È una laurea nella classe Urbanistica, ma si interroga sulle questioni della transizione ambientale ed ecologica e digitale, per cui dentro ci sono anche elementi relativi al digitale ed alla dimensione ecologica e sociologica”.
Quali sono le priorità per il Corso di Laurea?
“La cosa più importante è ritornare in città ed andare sul campo. Per noi il territorio e la città sono importanti. Nel mio laboratorio, per esempio, quest’anno ci occuperemo di Napoli est, con particolare attenzione a Ponticelli, quartiere un po’ abbandonato e negletto. Gli ultimi due anni in remoto sono stati molto difficili perché abbiamo avuto difficoltà ad intrecciare relazioni con gli attori del territorio, a fare osservazione ed ascolto.  Interagire con i colleghi al Comune di Napoli e lavorare con la Città Metropolitana, se la pandemia ci darà tregua, non sarà però complicato”. Altra priorità: “Poiché abbiamo allargato anche a competenze estranee all’Urbanistica – per esempio corsi di Ingegneria gestionale o Sociologia della comunicazione – è fondamentale si costruisca con questi docenti che vengono da altri mondi un progetto culturale nella migliore maniera, dando ognuno di noi il meglio ed integrandoci. Non sarà facile. Per fortuna ho anche docenti giovani che sono più sensibili. Integrare queste competenze diverse è la sfida decisiva, se ci riusciamo il nostro Corso cresce”.
Urbanistica fu profondamente trasformata anche in conseguenza del drastico calo di immatricolazioni che aveva patito negli ultimi anni nei quali era stata attiva la laurea. Come sta messo, oggi, Sviluppo sostenibile e reti territoriali?
“Nascemmo nel 2019 ed avemmo una quarantina di studenti. Forse trentacinque, vado a memoria. Fu un discreto risultato. Nel 2020, solo dieci o dodici studenti immatricolati, un drastico calo. È stato l’anno nel quale tutti si sono iscritti in remoto ai corsi a Milano e Torino. Nell’anno accademico in corso siamo sui diciotto immatricolati o forse qualcuno in più. C’è stata una leggera ripresa rispetto al 2020. Spero che d’ora in avanti risaliremo la china e sono convinta che sarà possibile se ci faremo vedere sul territorio nelle attività che svolgiamo e se ci faremo conoscere nelle scuole”.


Fabrizio Geremicca 

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