Più iscritti, riorganizzazione delle infrastrutture e innovazione della didattica: parte da queste premesse il secondo mandato di Russo

Riconfermato a fine luglio, all’inizio del 2022 il prof. Michelangelo Russo inizierà il suo secondo mandato triennale da Direttore del Dipartimento di Architettura. Tempo di bilanci, dunque, e di propositi per i prossimi tre anni. “L’elezione – premette il docente – ha testimoniato che c’è coesione ad Architettura e che il mio operato è stato apprezzato. Ero candidato unico ed ho ottenuto circa il 95% delle preferenze. Vado a memoria: 105 voti, 4 schede bianche ed un paio di nulle. Mi ha sostenuto anche il personale tecnico-amministrativo, oltre ai docenti ed ai ricercatori”. Un passo indietro, per ripercorrere i trentasei mesi da direttore. “La cosa che mi dà più soddisfazione – commenta Russo – è il modo con il quale sono stati conseguiti i risultati. Inclusivo. Tutti quelli che si sono voluti impegnare con grande spirito di collaborazione e coralità hanno potuto farlo. Un metodo di coinvolgimento e partecipazione che ha portato tutti ad esprimere competenze e volontà di cambiamento”. Nel merito, poi, rivendica il Direttore: “Tra il 2018 ed il 2020 il Dipartimento ha incrementato gli iscritti del 40%. Siamo passati da 377 a 521. È la cifra dell’efficacia del progetto che ha lavorato per rendere il Dipartimento più attrattivo e conosciuto e per rendere l’offerta didattica più interessante”. Sotto questo aspetto Russo ricorda che nel triennio “sono stati proposti ed attivati due nuovi Corsi di Studio, in aggiunta ai 6 già esistenti. Quello Triennale in Design per la comunità e quello Magistrale in Architettura per il patrimonio. Due Corsi strategici e trainanti per il rinnovo della nostra offerta formativa. Evidentemente abbiamo avanzato proposte interessanti e qualificanti perché l’attivazione di un nuovo Corso di studio non è un processo banale. Passa attraverso il vaglio degli organismi universitari locali e nazionali”. Prosegue: “Abbiamo concluso la filiera del Design ed offerto una ulteriore scelta a chi si laurea in Scienze dell’architettura ed oggi può valutare se proseguire con Progettazione architettonica o con Architettura per il patrimonio che parte quest’anno. È un Corso in lingua inglese e punta a far diventare il nostro patrimonio il nodo di una rete globale. Pensiamo di organizzare stage nei luoghi del patrimonio e di attirare studenti da fuori”. Non meno significativa è “l’evoluzione dell’offerta didattica dei Master. Ne abbiamo attivato uno nuovo, l’ottavo del Dipartimento, sui paesaggi a rischio che rientra nel discorso dell’attenzione per il territorio come patrimonio e come valore collettivo. Si avvale della collaborazione di importantissimi paesaggisti europei. Gli studenti hanno premiato l’iniziativa perché si sono iscritte 25 persone al primo anno. In media il numero di immatricolati ai nostri Master è tra 10 e 15”. Sempre sul versante dell’offerta didattica, “stiamo svolgendo un lavoro di revisione e correzione dei nostri corsi tradizionali per renderli più capaci di affrontare le sfide delle tecnologie digitali e di una produzione di idee sul piano dell’innovazione digitale”. A ciò, poi, si è accompagnato il tema infrastrutturale: “Il Dipartimento ha sottoposto all’Ateneo il progetto di una nuova grande biblioteca che è in fase di realizzazione a Palazzo Gravina”. Ancora: sono stati “ripensati complessivamente tutti gli spazi dell’edificio dello Spirito Santo con nuove strutture audiovisive e nuovi arredi. Abbiamo anche rivisto la configurazione degli studi dei docenti”. In sostanza: “Palazzo Gravina è il nostro punto di rappresentanza e di alta formazione; il Palazzo dello Spirito Santo il grande laboratorio didattico; Palazzo Latilla la casa dei Master; San Demetrio e Bonifacio lo spazio per conferenze e mostre in collegamento con Palazzo Penne, che diventerà la Casa dell’architettura sulla base di un progetto realizzato proprio dal Dipartimento; la chiesa di Donnaregina, che stiamo ristrutturando con la Curia ed il Comune di Napoli, è la sede della Scuola di specializzazione in Beni Culturali. I primi risultati tangibili di questa attività sono l’ultimazione dell’Aula Magna a Palazzo Gravina, che inaugureremo appena sarà stata collaudata, ed il Laboratorio di produzione di plastici e modelli al piano terra del Palazzo dello Spirito Santo. È ampio 450 metri quadrati ed al suo interno c’è posto per un centinaio di banchi di laboratorio indispensabili a produrre plastici e modelli di architettura. Il laboratorio è nato dalla fusione di tre aule”. La partecipazione ad alcuni importanti progetti internazionali di ricerca, la riorganizzazione degli uffici amministrativi, le consulenze per il piano paesaggistico regionale e per i piani urbanistici comunali di varie amministrazioni locali sono gli altri risultati positivi dei primi tre anni indicati da Russo. “Senza dimenticare – aggiunge – la collaborazione con il Museo archeologico nazionale ed i Parchi archeologici di Pompei e di Ercolano”. Ancora, dice il Direttore: “il Dipartimento è passato da pochi ricercatori a 18 di tipo A. Ho puntato molto anche sul rientro dei cervelli e sulla chiamata di docenti provenienti da altre sedi”. Ci sono, naturalmente, anche obiettivi mancati o realizzati solo in parte. “Forse la parte sulla quale dall’inizio mi sono impegnato, ma dovrò farlo di più, è la comunicazione. Quando sono entrato in Dipartimento ho rinnovato il logo con una grafica accattivante e significativa, ma stiamo lavorando da mesi al rinnovo del portale web e dei siti web dei Corsi di studio. Voglio, però, impegnare più energie su questi aspetti perché la capacità di restituire all’esterno il nostro impegno ed il senso del nostro lavoro è fondamentale. Vorrei che questa comunicazione fosse sempre più aperta e accessibile a chi vuole interagire con noi. Dobbiamo investire molto anche nei campi dell’orientamento, per rendere chiara la nostra missione didattica, e del placement per agganciare con efficacia le nostre traiettorie formative con il mercato del lavoro. Abbiamo rinnovato i gruppi di interazione con i portatori di interesse, ma credo che su questo dobbiamo lavorare più efficacemente”. 
 
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