Prime settimane di esami: dialogo con gli studenti

Sono iniziati gli esami della sessione estiva. Per molti studenti iscritti a Lettere Moderne, dopo le prove di aprile, i primi esami sono stati Letteratura Latina I e II fissati il 3 giugno. “Non ho ansie particolari, tuttavia mi mancherà un bel po’ quella sensazione di uscire da Porta di Massa felice e tornare con la soddisfazione di aver portato un altro esame a casa. Stavolta l’esame verrà da me”, afferma Raffaella Monaco, studentessa del terzo anno. In questo caso, “il livello di difficoltà dipende esclusivamente dalla tipologia d’esame, perché la modalità online non ha cambiato la struttura del colloquio e i testi sono quelli che avevamo già in programma”. In sintesi, “negli ultimi mesi, già dall’inizio della fase uno, ho appreso mille paradigmi e altrettanti costrutti: non vedo l’ora di sostenerlo e voltare pagina”. Consigli per i prossimi appelli? “Per Latino basta la costanza, serve però una dedizione maggiore a chi non l’ha studiato prima. È indice di una buona preparazione la capacità di saper tradurre i testi alla lettera e non superficialmente, poiché quasi tutto l’esame verte intorno alle proprie scelte traduttive: perché quella frase delle Heroides si traduce così e non in un altro modo? È questo che lo studente deve continuare a chiedersi mentre studia e l’esame andrà bene”. Per ora poco si sa in merito alle modalità d’esame previste tra settembre e ottobre. Garantita, tuttavia, la gestione online delle verifiche sino al 31 luglio con il recupero a partire dalla seconda metà del mese degli appelli che non si sono tenuti tra marzo e aprile. Una misura agevolativa straordinaria, questa della seconda data di luglio, adottata vista l’emergenza in corso. Intanto, a conclusione del secondo semestre, gli studenti hanno risposto ad alcune domande commentando la loro fase due alle prese con l’inizio degli esami.
Cosa cambia negli esami in modalità digitale? “Per la mia esperienza, già ad aprile, quando eravamo però in una situazione diversa, poco avvezzi alle piattaforme e alla discussione via schermo, abbiamo avuto modo di constatare la comprensione e la vicinanza dei docenti, molto più flessibili e forse anche più rilassati nello svolgere i colloqui in maniera cadenzata su Teams”, risponde una studentessa di Lettere Moderne, Giulia De Simone. Negli scorsi mesi, infatti, “si era generata un po’ di confusione anche perché alcuni professori hanno in un primo momento dato la priorità degli esami ai laureandi”. L’accesso esclusivo all’appello, poi aperto in corso d’opera anche a tutti gli altri studenti, “ci ha davvero destabilizzato. Limitare le prenotazioni agli studenti del terzo anno – scelta presa all’epoca per evitare che alcuni corressero il rischio di perdere la borsa di studio o di non laurearsi proprio – significava escludere chiunque volesse proseguire il proprio percorso senza intoppi. Alcuni docenti, in realtà, ci avevano espressamente richiesto lì dove ‘lo studente non ha urgenza di laurearsi’ di posticipare l’esame a giugno”. Si trattava dei ‘casi non urgenti’: “moltissimi hanno seguito quest’indicazione, anche perché nel mese di marzo, e ancora fino a Pasqua, non tutti erano sereni e pronti a dare gli esami con la grinta necessaria”. D’altro canto, “la quarantena ha in qualche modo spinto chi in genere per lavoro o altro frequentava poco a seguire tutti i corsi e, non avendo impegni, a studiare per gli esami. In Dipartimento saranno esaminati, solo nel mese di giugno, centinaia di studenti per cattedra”. 
Per alcune discipline lo scritto “è una garanzia”
Questa sessione estiva sarà più dura delle altre? C’è da dire che non tutti gli studenti vivono il periodo degli esami con la stessa tranquillità, “dipende dalla prova. Nel mio caso, si tratta di Filologia romanza. In genere, l’esame tradizionale prevede sia lo scritto che l’orale. Il docente stesso ci ha, in verità, comunicato che rinunciare alla parte scritta e tradurre così all’istante frasi dall’antico francese potrebbe aumentare il livello di difficoltà della prova. Non si ha, infatti, lo stesso tempo per ragionare sulla grammatica. Questo è sconfortante”, dice Ilaria Costabile. Una questione su cui gli studenti insistono: “lo scritto è uno strumento di garanzia per lo studente. Non è detto che un filologo debba sapere in pochi secondi ‘decodificare’ un manoscritto antico: è una pratica che ha bisogno dei suoi tempi di riflessione e lo scritto effettivamente, anche se di breve durata, ci dava la possibilità di soffermarci con la dovuta attenzione sui testi”. Lo stesso dicasi per gli esami di Linguistica generale. “Sono stati riconvertiti in esami orali che comunque prevedono esercizi di fonetica, morfologia, sintassi: nulla cambia dal punto di vista della nostra preparazione, ma svolgere l’esame in forma orale procura più ansia, perché occorre dimostrare senza troppe esitazioni di conoscere bene la materia”, riprende Giulia. Tra l’altro, a Latino come a Filologia, “i docenti controllano che il testo da tradurre sia bianco, senza alcuna annotazione”. Dal momento che è più difficile vigilare sullo studente, “se dal vivo un testo sottolineato o con qualche parolina tradotta nell’esame in presenza non creava troppi problemi, adesso ho notato una maggiore rigidità dei professori che spesso hanno tenuto a ribadire questo punto. Saranno, quindi, loro a condividere lo schermo del testo da tradurre: in quel caso non ci sono scorciatoie, se si sa analizzare quel tempo verbale o si sa riconoscere una subordinata, l’esame è assicurato. Difficile sarebbe fare un bilancio dei bocciati di aprile, non avendo una percezione dei risultati complessivi degli esami. Ma dubito che sia stato facile, del resto sarebbe impensabile memorizzare perfettamente mille vocaboli”. La richiesta ultima: “chiediamo soltanto ai docenti che non l’hanno ancora fatto di adottare una maggiore flessibilità nelle date, affinché intercorrano – come previsto dal Regolamento di Ateneo – almeno 15 giorni tra un appello e l’altro. Abbiamo un appello per Latino il 17 giugno e il successivo programmato al 1° luglio. Avere appelli così ravvicinati, purtroppo, non ci aiuta a pianificare per bene gli esami”, ribadisce Lisa Merolla. Restano, in ultimo, le richieste su cui ci si dovrà attrezzare in vista del prossimo autunno: “già con i nostri rappresentanti abbiamo fatto presente, per esempio, la necessità di un aumento delle date, per gli scritti e non solo, visto l’enorme numero di studenti prenotati alle prove. Non è soltanto una misura a favore di studente, ciò renderebbe molto più semplice la gestione complessiva delle prove a distanza. Un docente non può esaminare 80 persone in un giorno considerato anche che – e conclude – gli esami virtuali, l’abbiamo notato, durano più del solito”.
Una petizione per le lauree di luglio in presenza
Rammaricati per la continuazione delle attività universitarie in sola forma digitale i laureandi di luglio. “Vorremmo chiedere al Rettore la possibilità di organizzare una giornata a fine anno in cui far avvenire la proclamazione dei neodottori, come è stato per esempio deciso per l’Università del Sannio. Certo, si tratta di una pura formalità, ma sarebbe carino che anche noi avessimo una foto o un ricordo della laurea che non abbia lo sfondo del balcone o della camera da pranzo”, parla Rosa Cipriano. 
Qual è il pensiero comune sulle lauree online? “Sembra di stare alla Pegaso. In Campania la situazione contagi è ormai circoscritta. Abbiamo anche avviato una petizione, del tutto ignorata finora, per fare le lauree a luglio, ovviamente con le dovute cautele. Eravamo disposti a un dialogo con l’Ateneo, affinché ognuno di noi portasse un solo accompagnatore e prevedendo la modalità mista per chi abita fuori regione”, sono le parole di Carmen. Nella petizione (firmata da oltre ottanta studenti), testualmente, si chiede ‘lo svolgimento della discussione di tesi a porte chiuse, come optato per le sedute di febbraio, con un controllo serrato degli accessi; la possibilità di portare all’interno dell’aula solo due familiari dotati di protezioni e mascherine’, nel rispetto del distanziamento fisico, con la responsabilità degli studenti di non invitare parenti e/o amici in modo da non creare affollamenti negli spazi esterni alla sede del Dipartimento. Probabilmente anche i laureandi di ottobre dovranno, visti i provvedimenti già delineati, conseguire il titolo a distanza. “Chissà se il divieto per gli assembramenti sarà dirimente fino ad allora”, sottolinea Carmen. “Tra pochi mesi”, alcuni, invece, dicono più fiduciosi, “tutto ritornerà alla normalità. Sarà strano per noi, però, dare l’ultimo l’esame al computer. Ho sempre immaginato di varcare l’aula e, come in un film, ripercorrere tutti i momenti trascorsi nel Chiostro, scongiurando l’ansia prima di ogni orale. Mi dispiacerà tantissimo non poterlo fare, ma non possiamo permetterci di rimandare la laurea”, conclude Carlo Marino. 
 
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