Scienze Politiche e l’accordo con l’Università della città dove fu composta ‘O’ sole mio’: Odessa

“Sono in contatto con quattro colleghe che vivono ad Odessa. Mi raccontano che, sebbene la città non abbia, almeno fino a questo momento (11 marzo, n.d.r.), subito attacchi da terra da parte dell’esercito russo, vivono una situazione di grande incertezza e preoccupazione. Cominciano a scarseggiare i beni di prima necessità e all’orizzonte si stagliano ormai da settimane le navi da guerra russe, che lasciano presagire la possibilità di una offensiva anche nei confronti di questa città”. Il prof. Settimio Stallone, docente a Scienze Politiche e Coordinatore dei Corsi di Laurea Triennale in Scienze Politiche e Magistrale in Relazioni internazionali (è stato eletto alcune settimane fa), sta vivendo il dramma ucraino attraverso le testimonianze di alcune docenti universitarie dell’Università di Odessa, con le quali c’è da alcuni anni un programma di collaborazione e cooperazione scientifica. L’intesa è stata stipulata nel 2019. Prevede lo scambio di docenti, studenti e giovani ricercatori e la partecipazione a comuni progetti di ricerca. “È un accordo – si rammarica il prof. Stallone – che peraltro e purtroppo non è stato ancora realizzato. È rimasto in parte sulla carta per circostanze del tutto indipendenti dalla volontà dei contraenti”. Ricorda: “Prima abbiamo avuto la pandemia, che ha reso impossibili i viaggi tra i due Paesi. In Ucraina hanno avuto problemi molto seri, come d’altronde è accaduto da noi. Ora che pareva e si sperava che la situazione sotto il profilo sanitario fosse tale da consentire di partire operativamente con l’intesa, ecco che la guerra ha nuovamente bloccato ogni prospettiva. Io sarei dovuto andare lì, ma ovviamente in queste condizioni è impensabile. Ricevo notizie dalle colleghe e, attraverso le loro parole, vivo indirettamente la tragedia che sta attraversando il loro Paese”. L’intesa – ricorda Stallone – era nata sulla base di affinità di ricerca e mette insieme a lavorare su progetti e tematiche di comune interesse gli Atenei di due città che in qualche modo si somigliano: “Odessa e Napoli hanno non pochi elementi comuni. Il mare, il clima piuttosto mite, la struttura della città che dalla costa sale con una serie di colline. È Ucraina, ma per certi aspetti potrebbe ricordare una città del Mediterraneo. Che, però, affaccia sul Mar Nero”. C’è anche un’altra similitudine tra le due città e riguarda la storia della musica. “È lì che fu composta O’ sole mio”. Giovanni Capurro ed Eduardo Di Capua, compositori della celebre melodia, nel 1898 si trovavano, infatti, proprio nella città che all’epoca apparteneva all’impero russo governato dagli zar. Pare in particolare che Di Capua sia stato ispirato da un’alba strepitosa alla quale assistette sul Mar Nero.

Gli scambi con la Russia

Quelle delle docenti dell’Università della città del sud dell’Ucraina, peraltro, non sono le uniche testimonianze della guerra in corso che il prof. Stallone sta ascoltando in queste settimane. Racconta: “Una studentessa della Laurea Magistrale in inglese – International Relations – è ucraina ed ha lì un figlio piccolo. Il padre del bimbo è riuscito in qualche modo a far  arrivare il bambino fino al confine con l’Ungheria. La ragazza, in maniera molto rocambolesca, è stata capace di andare fin lì, prendere il figlio e portarlo in Italia. Giorni fa ho visto il piccolo nel giardino della sede Scienze Politiche. Lei è riuscita a sottrarlo alla guerra, ma il padre è attualmente impegnato sul fronte di Kiev nella difesa del territorio”.
Il conflitto scatenato da Putin ha bloccato, ovviamente, anche i programmi di scambio che Scienze Politiche aveva intessuto con alcune Università russe, in particolare quelle di Mosca e San Pietroburgo. “Dal punto di vista culturale e scientifico è davvero una grave perdita. Almeno cinque studenti partivano ogni anno per la Russia ed erano accolti sempre molto bene. Hanno vissuto sempre esperienze estremamente stimolanti sia sotto il profilo dei corsi universitari, sia dal punto di vista umano. Tra le mete extra Unione Europea, la Russia è, o meglio era, il secondo Paese in ordine di preferenza per gli studenti che decidono di trascorrere un periodo di apprendimento fuori dai confini italiani. Solo la Cina era scelta con più frequenza. Inviavamo più studenti a Mosca e a San Pietroburgo che a New York ed in generale negli Stati Uniti. Ora tutto ciò è bloccato e non sappiamo fino a quando”.


Fabrizio Geremicca 

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