Un premio per Daniela: dottore di ricerca in Biologia

“Attualmente sono in Francia, lavoro all’Institut Pasteur di Parigi grazie ad una collaborazione iniziata durante il periodo all’estero obbligatorio nella mia Scuola di dottorato”, racconta Daniela Di Girolamo, giovane dottoranda in Biologia, premiata, nel luglio scorso, insieme a Susanna Ambrosio e Maria Buglione, nell’ambito del Premio di Dottorato EdiSES, iniziativa che coinvolge, dal 2014, il Dipartimento di Biologia e la casa editrice, e che assegna un riconoscimento alle tre migliori tesi di dottorato di ricerca. La brillante biologa sottolinea: “per ora la mia attenzione è focalizzata sul presente, ma, se dovessi sperare qualcosa per il mio futuro, mi augurerei di poter ottenere una buona posizione come post-doc e gettare le basi per diventare una ricercatrice”. Ma come è nata la passione per la materia? E quanto è stata lunga la strada per arrivare a questi successi? “Credo di aver deciso di
diventare una biologa all’incirca a 6 anni quando chiesi a Babbo Natale di regalarmi ‘Il piccolo biologo’: in pratica era un piccolo microscopio con dei vetrini, sono quasi certa di averlo ancora a casa!”. Un percorso segnato fin dall’infanzia, quindi, che ha visto il suo coronamento con l’iscrizione al Corso di Laurea in Biologia, costellato di momenti entusiasmanti e conclusosi con una laurea con il massimo dei voti: “Del mio percorso di studi universitario, sembrerà assurdo, ma ho prevalentemente il ricordo di momenti belli. Ho studiato tanto, ma eravamo molto seguiti dai docenti, le lezioni erano molto interattive e alla fine si finiva per avere la sensazione di essere in una classe liceale. Ho anche partecipato a diverse attività, come l’esperienza ‘Biologia in campo’, un momento formativo ma divertente, organizzato dal prof. Fulgione”. Dopo il conseguimento della laurea non è arrivato subito il dottorato, come sarebbe naturale pensare, perché Daniela ha voluto bene soppesare prima le sue priorità e possibilità: “Ho cominciato il dottorato quasi due anni dopo aver conseguito la Laurea Magistrale, anni durante i quali ho comunque lavorato in Dipartimento nell’ambito della ricerca, grazie a delle borse di studio. Sapevo che il dottorato sarebbe stato un percorso difficile e che avrebbe in un certo senso delineato la mia figura scientifica, volevo, dunque, essere certa della scelta. Lavorare in Dipartimento mi ha fatto capire che la mia passione per la biologia, e per la ricerca in particolare, era così forte che l’unica scelta sensata era applicarmi per il concorso di dottorato!”. Un’esperienza con degli alti e bassi, ma che poi ha portato i suoi frutti: “Durante il dottorato i periodi difficili non sono mancati, ma sono stati ricompensati ogni volta che vedevo un esperimento funzionare. La pubblicazione del mio paper, un momento incredibile: sotto il tuo nome sono racchiuse tutte le fatiche e le soddisfazioni di anni di lavoro!”.
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