“Occorre educare la popolazione a una dieta sana e sostenibile”

Ormai siamo abituati a sentir parlare di epidemia globale, è un dato di fatto. Ma se si pensa che ci si stia riferendo al Covid si è in errore! Sì, perché già nel 1998 una ‘pandemia’ impazzava, segnalata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: l’obesità. Il mondo mangia male, mangia troppo e non si cura dell’ambiente; c’è quindi un fil rouge tra patologie legate all’alimentazione e sostenibilità ambientale. Questo l’argomento del workshop che si è tenuto il 6 ottobre su piattaforma Teams, coordinato dal prof. Furio Cascetta, ordinario di Fisica tecnica industriale e Prorettore funzionale alla Green energy e Sostenibilità ambientale, e a cui hanno preso parte docenti di diversi Dipartimenti. L’evento, dal titolo “Alimentazione sana e sostenibile – agenda 2030”, è stato promosso dalla RUS Campania nell’ambito del Festival dello Sviluppo sostenibile bandito dall’Alleanza italiana per lo Sviluppo sostenibile (ASviS). “Le patologie legate all’alimentazione sono un problema che affligge gran parte della popolazione mondiale – ha detto il prof. Marcellino Monda, docente di Fisiologia e Direttore del Dipartimento di Medicina Sperimentale della Vanvitelli – ed è qualcosa che ormai non si può più trascurare, così come l’emergenza climatica e ambientale. Per questo occorre educare la popolazione a una dieta sana e sostenibile”. Così, dopo una spiegazione dell’obesità, che si apprende essere il deposito di nutrienti non utilizzati dal corpo nel tessuto adiposo, gli altri relatori hanno enucleato i loro argomenti: la prof.ssa Severina Pacifico, docente di Chimica degli alimenti del Distabif (Dipartimento di Scienze e Tecnologie Ambientali, Biologiche e Farmaceutiche), ha parlato di Alimenti funzionali e sostenibilità, Katherine Esposito, che insegna Malattie del sistema endocrino e del metabolismo a Medicina sperimentale, ha spiegato i vantaggi del piatto Mediterraneo, mentre la prof.ssa Simona Castaldi, associata di Ecologia, è intervenuta sui cambiamenti climatici e il futuro dell’alimentazione. Una mattinata densa di spunti di riflessione, dalla quale sono emerse alcune regole per uno stile di vita sano ed ecosostenibile: mangiare bene e moderatamente, sfruttando le gustose e variabili possibilità della dieta mediterranea, e praticare attività fisica equilibrata e costante. Prediligere il chilometro zero ed evitare un eccessivo consumo di carne, poiché prodotta massivamente negli allevamenti intensivi con un altissimo tasso di emissione di CO2. “Bastano in realtà pochi accorgimenti per migliorare il proprio stile di vita – conclude Monda – l’importante è esserne messi a conoscenza e avere la voglia di fare qualcosa per cambiare in meglio”. “Il nostro impegno si palesa in queste iniziative, ma non è sufficiente – aggiunge il prof. Cascetta – è infatti necessario che le persone si documentino e comincino a modificare le loro abitudini, prediligendo un comportamento rispettoso verso l’ambiente. I grandi cambiamenti, d’altro canto, cominciano sempre dalle piccole cose”. 
 
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