Era il 2020 quando il complesso di San Gaudioso, che ospita le strutture del Corso di Laurea Magistrale in Odontoiatria e Protesi dentaria, fu annoverato tra i luoghi del cuore del Fondo Ambiente Italiano (FAI). Oggi, con 8.292 voti, il complesso, che comprende il meraviglioso Arco del Fanzago, si colloca al primo posto tra i monumenti di Napoli, al secondo posto in Campania (superando di oltre 1.700 voti la Reggia di Portici) e al 35esimo posto tra i monumenti FAI in Italia, entrando a pieno titolo nel progetto di ristrutturazione e valorizzazione promosso appunto dal FAI e dalla Vanvitelli. L’Ateneo infatti, su proposta del Comitato Complesso di San Gaudioso: un Tesoro nel Cuore di Napoli, ideato e costituito dalla prof.ssa Letizia Perillo, Presidentessa del Corso di Laurea in Odontoiatria, con il prezioso supporto del Rettore Gianfranco Nicoletti, ha deciso di intervenire per far riscoprire questa perla partenopea. Il risultato è stato notevole, tanto da attirare le attenzioni del programma “Italia, viaggio nella bellezza” (le riprese sono state effettuate lo scorso 17 marzo), itinerario alla scoperta del patrimonio culturale del nostro Paese, per conoscere quello che il passato ha lasciato e quanto si sta facendo per tutelarlo e conservarlo, serie realizzata da Rai Cultura in collaborazione con il Ministero della Cultura, che andrà in onda il prossimo 18 aprile. “Abbiamo messo a punto un piano per la valorizzazione del sito, con obiettivi a lungo termine che siamo risoluti a raggiungere”, spiega con soddisfazione la prof.ssa Perillo, che ha poi precisato quali sono questi obiettivi: “La creazione di un percorso con visita guidata che sarà interconnesso col polo museale di Ateneo (MUSA) e il restauro dell’apparato artistico-decorativo dell’Arco del Fanzago e delle persistenze dell’antico monastero che comprende pietre, marmi, paramenti murari e pavimentazioni. A questo proposito, in uno dei locali della struttura, è già stata realizzata un’esposizione museale dove si racconta la storia dell’odontoiatria attraverso gli strumenti del mestiere oggi non più utilizzati”. In programma “l’organizzazione di mostre, eventi culturali, spettacoli teatrali e concerti all’aperto, nonché di momenti aggregativi per gli studenti. In ultimo possiamo dire che lo scopo è quello della messa in sicurezza dell’area al fine di renderla pienamente accessibile”. Non si poteva lasciare che un patrimonio così inestimabile andasse perduto. Il complesso vanta una storia antica: fu fondato nel V secolo da Settimio Celio Gaudioso, vescovo africano naufragato a Napoli e che qui rimase a vivere, ma la sua espansione avvenne tra il XVI e il XVII secolo, anche ad opera di Cosimo Fanzago, che intorno al 1630 vi realizzò la scala marmorea e l’arco che ancora oggi sono visibili, unica traccia di una gloria tramontata. Il monastero, che era sopravvissuto alle devastazioni della rivoluzione napoletana del 1799, fu distrutto definitivamente nel 1920 per consentire la realizzazione di nuove strutture ospedaliere e oggi non ne rimangono che poche testimonianze, tra cui tre capitelli che tutt’oggi sono visibili. “Mi resi subito conto di trovarmi in un luogo speciale – commenta la prof.ssa Perillo – e mi venne subito l’idea di coinvolgere l’Ateneo in quest’opera di riqualificazione. Se è vero che l’idea è stata mia, è vero anche che questo progetto non avrebbe mai conosciuto attuazione senza il meraviglioso lavoro del comitato e il supporto del Rettore”.