Cyber attacks, ne discutono, a Giurisprudenza, due relatori di eccellenza

Cyber Security and cyber attacks: Issues, Policy and new evidence. Un cluster di tematiche dalle mille implicazioni e di stringente attualità – e non può non esserlo ancor di più alla luce degli ultimi eventi che ci vedono coinvolti, dalla pandemia alla guerra in Ucraina – oggetto di discussione in un incontro, in programma giovedì 24 marzo in modalità telematica, organizzato al Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Parthenope. Due i relatori di eccellenza: il dott. Alex Frino, University of Wollongong, Australia, e Fulbright Senior Scholar, Florida Polytechnic University, USA, e il dott. Leon Hartwell, IDEAS, London School of Economics, Centre for Economic Policy and Analysis, USA. Il seminario, dal taglio manageriale, “sarà incentrato sul tema della cyber security, affrontato sotto diversi aspetti, senza tralasciare tutto ciò che un cyber attack comporta anche in termini governativi”, introduce la prof.ssa Assunta Di Vaio, Vicedirettore e Delegata all’Internazionalizzazione del Dipartimento. Poi spiega: “Il rapporto con il prof. Alex Frino nasce da un memorandum of Understanding con l’Università di Wollongong promosso dal Dipartimento di Giurisprudenza e siglato all’inizio di gennaio”. La joint con l’Ateneo australiano, uno tra i più prestigiosi al mondo, “mira allo sviluppo non solo di rapporti finalizzati alla mobilità dei nostri studenti, ma anche ad una serie di relazioni ai fini della ricerca sui temi della corporate governance e della sostenibilità e sugli aspetti della digitalizzazione”. Questioni su cui “il gruppo di Economia Aziendale del Dipartimento, entrambi capeggiati dal prof. Federico Alvino, ha un elevato numero di pubblicazioni a livello internazionale”. Ritorna al seminario. I problemi legati alla sicurezza dei dati e delle informazioni, triplicatisi in pandemia, se ben gestiti, possono anche trasformarsi in opportunità. Ma c’è da pensare: le nostre identità, in rete, sono messe a nudo. “Cyber security è un orientamento alla sicurezza dell’identità del singolo, delle organizzazioni, delle istituzioni” e pone l’esempio del singolo al quale, per compiere un’azione in rete, viene chiesto di accettare i ‘cookie’, “dando, di fatto, un’autorizzazione all’uso dei nostri dati e di ciò che condividiamo. Ma, d’altra parte, non esserci, nella rete, equivale ad essere lontani e fuori dal mondo”. Una questione di notevole interesse per chi opera nell’area economico-giuridica (docenti, ricercatori, dottorandi,) “che infatti abbiamo voluto fortemente proporre a tutti gli stakeholder della nostra filiera, soprattutto ai nostri studenti”. Si parlava, però, di opportunità: “L’opportunità si palesa quando si ha consapevolezza della rete, quindi conoscenza di una serie di variabili e del rischio di essere visibili ed esposti a rischi”. Dalla pandemia alla guerra in Ucraina, “che ci sembra lontana, ma non lo è, e i cui effetti vanno dal rialzo dei prezzi a gravosi impatti a livello di sostenibilità”. E prosegue: “Da studiosa, ritengo che la rete si relazioni alla guerra lungo due binari. Può favorirla, consentendo la diffusione delle informazioni ma, dall’altro lato, potrebbe essere anche il veicolo con cui fronteggiarla proprio attraverso la cattura delle informazioni. Il punto è questo: chi arriva a possedere le informazioni”.
Carol Simeoli 

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