“Al primo colloquio non si parla mai di soldi”

Al termine delle presentazioni si è aperto un vivace dibattito. Con qualche suggerimento dei docenti, gli studenti hanno posto molte domande ai loro colleghi “più grandi”. Curiosità, domande inerenti alla professione del biologo e consigli pratici su come affrontare il mondo del lavoro… nulla è stato tralasciato!
Proseguire o meno gli studi? “Consigliereste un Master dopo la Laurea Magistrale? Oppure è da preferire la formazione che offrono le aziende?”. “Io non ho un Master e così la maggior parte dei miei colleghi. Se tornassi indietro probabilmente lo prenderei in considerazione almeno per quanto riguarda l’approfondimento della parte commerciale che a me è mancata. Le aziende, comunque, ci permettono di fare formazione. E siamo anche noi a doverla richiedere” (Martino Testa). “Io lo consiglio per quanto riguarda il mio settore, la fecondazione, perché è un’opportunità per approfondire la teoria, fare pratica e tirocinio in un centro. In questo modo si ha un primo approccio a questo tipo di lavoro” (Diletta Limatola). Anche i corsi di perfezionamento sono molto consigliati, ma attenzione a qual è la strada che si vuole intraprendere. Come ha spiegato il prof. Marco Guida, il Master prevede un’attività all’interno di un’azienda e bisogna sapere già in partenza di che azienda si tratti. Il corso di perfezionamento non prevede una pratica in azienda. “Potete prendere anche una Specializzazione che vi servirà se volete entrare in una ASL”, conclude il docente. Di nuovo la parola agli studenti. “Sono ancora alla Triennale e per ora volo basso. Ma potrei già cominciare a lavorare?”. “Lavorare e studiare nello stesso tempo è faticoso e comporta sacrifici e rinunce. Per completare la Magistrale ho impiegato quattro anni invece di due. È anche una questione di scelte. Dipende da quanto tempo vuoi investire in ciascuna delle due attività e se il lavoro che hai scelto ti può dare un futuro, com’era nel mio caso, oppure no. Io ho cominciato a lavorare per 200 euro al mese, ma sapevo che le cose sarebbero migliorate” (Paola Inglese). “Quali sono i requisiti per entrare in un’azienda attiva in campo biomedico? C’è la possibilità di fare tirocini?”. “Le figure più ricercate sono quelle nel campo delle vendite, ma anche queste si sono evolute rispetto al passato. Vi dirò la verità, non basta avere la laurea. Sarebbe meglio avere un dottorato di ricerca, anzi per alcune figure professionali è un obbligo. Nel caso specifico della mia azienda, poi, non sono richiesti tirocinanti o stagisti” (Carla Florio). “Le aziende hanno strutture complesse. Magari c’è la possibilità di svolgere degli stage, ma si tratta principalmente di lavori d’ufficio. Non ci sono stage che vi fanno lavorare sul campo” (Martino Testa). “Quanto incide nel curriculum di un biologo l’indirizzo nutrizione rispetto a quello molecolare?”. “Dipende dall’azienda per la quale volete lavorare. Ad esempio, nel campo del diabete c’è un grande interesse per i nutrizionisti” (Martino Testa). “Non fossilizzatevi troppo. Io non sono laureata in Biologia della Riproduzione, ma ho seguito un corso di perfezionamento specifico per questo settore. Potreste frequentarlo anche voi nel campo di vostro interesse” (Diletta Limatola). Un’importantissima precisazione da parte della prof.ssa Fucci: “Dopo la laurea sarete tutti biologi indipendentemente dal vostro curriculum. Questa cosa deve esservi ben chiara”. È il momento di qualche domanda tecnica: “Sono all’ultimo anno in Biologia della Riproduzione e sto preparando una tesi al Policlinico. Come faccio ad avere un curriculum interessante e appetibile?”. “Non fermarti, cerca di vivere qualche altra esperienza. Segui un corso, svolgi dei tirocini. Sul sito dell’Istituto della Sanità c’è il registro con un elenco di centri che potrebbero interessarti e i contatti. Anche se senti di non avere ancora molto in curriculum, comincia a proporti. I centri di procreazione assistita non hanno molti biologi, quindi non hanno bisogno di tirocinanti. Ma inviando curricula troverai un centro che è interessato a te e investirà in una tua ulteriore formazione” (Diletta Limatola). “Noto che tutti voi sottovalutate un’opportunità fondamentale. L’Europa ha un programma che si chiama Garanzia Giovani per chi non ha ancora compiuto i 29 anni. Da noi ci sono molti laureati che arrivano tramite questo programma, fanno un po’ di formazione e ricevono un piccolo compenso che è stanziato dall’Unione Europea” (Paola Inglese). “Quanto è importante la lingua inglese?”. “L’inglese è un must. Per entrare in azienda in genere sosterrete tre colloqui. Il secondo e il terzo quasi sicuramente saranno in inglese. Quando sono entrata in azienda il mio inglese non era ottimo. Il mio capo mi chiese cosa volessi fare per migliorare la mia formazione e io chiesi un corso di lingua” (Carla Florio). “L’inglese è sempre importante. Con i fornitori internazionali, naturalmente, si parlerà in inglese” (Laura Miele). “La letteratura scientifica è sempre in inglese. Approfittatene ora per fare pratica” (Diletta Limatola). “Oltre all’inglese, altrettanto importante è l’informatica. Nel mio caso è stato utile saper fare le presentazioni in Power Point. E naturalmente dovete saper usare Word, Excell e saper navigare in Internet” (Martino Testa). “Come si affronta un colloquio di lavoro?”. “L’aspetto è importante. Indossate giacca e cravatta. Dopo un po’ comincerete a farci l’abitudine e vi accorgerete che le domande sono ricorrenti. Quando vi viene posta una domanda, pensate alla risposta, formulatela nella vostra mente e datela” (Martino Testa). “Siete giovani, dovete farvi vedere motivati e dimostrare quanto voi potete offrire all’azienda” (Diletta Limatola). “Il fattore emotivo incide. Dovete mostrarvi sicuri e far capire che si può contare su di voi anche in caso di emergenza” (Laura Miele). E la domanda da un milione di dollari… “Quando ci chiederanno dello stipendio o di come ci vediamo tra cinque anni cosa dobbiamo rispondere? È meglio essere spavaldi?”. “Quando mi fu chiesto dove mi sarei immaginata di lì a dieci anni, risposi all’esaminatore che mi vedevo al suo posto. La mia spavalderia gli piacque, ma fate attenzione. Siate chiari. Se quella posizione comporta dei limiti che non siete disposti a superare non accettate” (Carla Florio). “È giusto essere ambiziosi, ma non esagerate. Abbiate i piedi per terra. Al primo colloquio non si parla mai di soldi” (Martino Testa). 
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