Sei coinquilini sotto lo stesso tetto. Come convivranno? Riusciranno tutti ad avere lo spazio necessario per presentarsi? Parleranno un linguaggio comprensibile a chi solo qualche mese fa sedeva dietro un banco di scuola? Il destino che accomuna i cambi di rotta, piccoli o grandi che siano, è alimentare la platea dei curiosi che stanno lì a occhi aperti, affacciati sul banco di prova, per capire come andrà a finire la storia. Una storia che a Medicina inizierà il 7 ottobre, incipit dell’anno accademico per gli aspiranti medici. Prenderà il via un tour didattico che prevede impegni fino al 10 gennaio. Lezioni dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 12.30. Parentesi pomeridiane di martedì, mercoledì e venerdì. I corsi in programma sono tre. Chimica e Propedeutica Biochimica e Fisica Medica restano saldamente confermati all’esordio a Medicina. Il nome nuovo, invece, è Basi della Medicina ed Etica Clinica I, uno dei figli del nuovo ordinamento entrato in vigore da quest’anno. La new entry, che rispetto al recente passato ha mandato in soffitta i Corsi Integrati di Bioetica Clinica e di Progresso Medico, assembla sei diversi settori scientifico-disciplinari: Bioetica/Medicina Legale, Psicologia Sociale, Inglese Scientifico, Medicina dello Sport, Medicina Interna, Chirurgia Generale. L’obiettivo? Mettere fin da subito gli studenti di fronte al lessico del paziente. Insomma, frasi tipo “Dottore, ho mal di testa” o “Dottore, ho delle fitte qui” diventano un punto di partenza per una nuova proposta di insegnamento: “l’idea è creare un sistema, come nelle grandi Università americane ed europee, per le quali i concetti generali di medicina e i sintomi con i quali i pazienti si presentano ai medici siano presentati fin dal primo giorno di studio”, ha affermato il professore di Medicina Interna Giovanni Di Minno, Coordinatore del Corso integrato, che prosegue: “progressivamente saranno analizzati sempre più in dettaglio, aggiungendo alle informazioni di ordine generale nozioni di Fisiologia, di Biochimica e di discipline specialistiche, così da arrivare a un’integrazione sempre più alta”. Uno studente al primo anno è pronto per ascoltare tutto questo? “Sì, così come è pronto a sentir parlare di citoplasma o mitocondrio. Sono parole della nostra quotidianità. Lo studente deve scoprirle in modo più approfondito rispetto ai quotidiani o settimanali con i quali viene a contatto. Il tentativo è avere un Corso di Laurea che sempre più voglia guardare alla quotidianità. Non ci stiamo più preoccupando di insegnare l’epatite virale, ma di parlare ai medici con il linguaggio che usano i pazienti. È un cambio di passo”. Condivisione è la parola d’ordine per favorire la convivenza tra i diversi insegnamenti proposti: “sin dall’inizio c’è un’interazione tra i docenti che mettono a disposizione di tutti diapositive e informazioni. In questo modo, ciascuno dei docenti e dei discenti sa cosa sarà trattato nei singoli moduli”. Le competenze acquisite saranno verificate da una prova intercorso, senza voto, seguita dall’esame tradizionale, “una discussione che valuti quanto questo approccio nuovo all’insegnamento della medicina possa realmente apportare maggiore linfa alla crescita del singolo studente”. Le nuove leve saranno suddivise in due canali. Il Canale A, formato dalle matricole pari, seguirà le lezioni nell’Aula Grande dell’Edificio 6 del Policlinico collinare. Al Canale B, delle matricole dispari, è stata invece assegnata l’Aula Grande dell’Edificio 5. Il pensiero a chi si accomoderà tra i banchi del Policlinico: “l’Università si sta trasformando sempre più per essere vicina a loro e si preoccupa di sapere dai suoi studenti cosa c’è da fare per migliorarne le prestazioni e il futuro di tutta la classe medica italiana”.
Ciro Baldini
Ciro Baldini







