È ormai opinione comune che il progetto ERASMUS possa cambiare in maniera indelebile aspettative e sogni di vita. Angelo Damiano, 28enne iscritto alla Magistrale in Ingegneria Elettronica di Potenza, ne è un esempio lampante. Dallo scorso ottobre Angelo sta svolgendo un periodo di studi presso l’Università di Eindhoven, in Olanda: “diversi amici mi avevano consigliato di frequentare un Ateneo del Nord Europa, ma la destinazione è stata suggerita dal professore Roberto Langella, referente di molte destinazioni del continente”, spiega lo studente. Alla luce dei mesi trascorsi all’estero, la scelta si è rivelata giusta: “è un’università d’elite dove le tasse costano circa 15 mila euro l’anno e il programma Erasmus mi ha permesso di frequentarla senza dover pagare l’iscrizione. Le differenze con l’Italia sono molte, a partire da una bellissima struttura dotata di una biblioteca di 4 piani, un centro sportivo in cui è possibile praticare qualsiasi disciplina. Addirittura, fra un corso ed un altro, può capitare ci sia uno stand che offre birra gratis agli studenti”. Il cambiamento più radicale, tuttavia, riguarda la didattica: “più che alla teoria, qui si dà importanza alle problematiche reali che un ingegnere deve risolvere. Con il mio background e le mie conoscenze approfondite, mi sono potuto mettere in gioco anche in questioni più concrete”. L’organizzazione del sistema universitario è stato un altro grande cambiamento con cui Angelo si è dovuto confrontare: “un esame da soli 3 crediti in Olanda corrisponde per mole e quantità di lavoro ad anche 6 crediti nel nostro sistema. L’anno accademico è composto di soli due bimestri e due sole sessioni d’esame, per cui se non si supera una prova si deve necessariamente aspettare diversi mesi per poterla sostenere nuovamente. Se per tre volte, poi, non si supera la stessa prova, si è fuori dall’università”. Le regole valgono per tutti e, al contrario di quanto si possa credere, non è contemplato nessun trattamento di favore per gli studenti ERASMUS: “non abbiamo sconti di nessun tipo. Sosteniamo le stesse prove degli studenti regolarmente iscritti e spesso possono trascorrere anche mesi prima di conoscere l’esito di un esame, perché sono molto scrupolosi anche nelle correzioni. Adesso sto aspettando di conoscere i risultati di tre esami, quindi potrò tracciare un bilancio della mia prestazione studentesca in terra straniera”. Alle tante soddisfazioni in ambito professionale, non corrispondono altrettanti successi nella sfera sociale, soprattutto all’inizio, quando l’ostacolo maggiore da sormontare è stato quello linguistico: “qui tutti parlano inglese benissimo, io ci ho messo un po’ ad ambientarmi, ma sono riuscito oltre a migliorare il mio inglese anche ad imparare qualche parola di olandese”. Tuttavia, anche una volta risolto il problema della comunicazione linguistica, il percorso non è stato tutto in discesa: “durante il mio soggiorno in Olanda ho imparato che se hai bisogno di una mano la trovi alla fine del braccio”, scherza Angelo, spiegando di essersi trovato di fronte ad una cultura profondamente diversa da quella a cui è abituato un ragazzo del Sud: “nessuno si preoccupa se hai qualche problema o alza il telefono se non ti fai vedere in giro per un periodo di tempo, ma è il loro modo di fare”. Le idee per il futuro sono abbastanza chiare: “Non so se resterò in Olanda, ma sicuramente in Italia ci tornerò solo in vacanza. Un ingegnere all’estero viene trattato con molto maggior rispetto e il fattore raccomandazioni è del tutto assente. C’è un continuo incentivo da parte anche dei professori che cercano sempre di coinvolgerci nelle attività delle loro aziende offrendo rapporto diretto tra università e mondo del lavoro che manca in Italia”. Consigli per chi decida di vivere la stessa esperienza? “Non prendete l’ERASMUS come un pretesto per bere e divertirvi, ma cercate di trarre il maggior vantaggio possibile e partire da qui per costruire il vostro futuro”.
Anna Verrillo
Anna Verrillo







