“Comincia oggi la nuova ondata di viaggi e speranze. L’Erasmus è un’esperienza di studio all’estero, ma soprattutto una scelta di vita: chi parte deve sicuramente tornare con dei crediti in valigia, valutando però ciò che il periodo di mobilità può offrirgli in toto, dal punto di vista dell’arricchimento sul piano delle competenze linguistico-culturali, che nei termini di una crescita complessiva”, afferma in apertura del consueto appuntamento annuale dell’Infoday – si è tenuto nella mattina del 26 novembre presso la Sala del Capitolo in Vico San Domenico Maggiore – sul nuovo bando Erasmus+ Studio per l’anno accademico 2019/2020 (con decorrenza a partire dal 1° giugno) il germanista prof. Sergio Corrado, Delegato d’Ateneo per il Programma Erasmus+. Poi annuncia subito i primi passaggi, a partire dal Bando (scadenza il prossimo 21 dicembre), che è, in effetti, “la Bibbia dell’Erasmus. Ed è imprescindibile una sua lettura accurata, perché in esso trovano risposta molteplici quesiti, dalla domanda di partecipazione sino all’accreditamento al rientro”. Nessuna novità strutturale rispetto agli anni precedenti. Si è ampliata, invece, la cerchia delle destinazioni disponibili, con l’ingresso di due nuovi Paesi: Lettonia e Islanda: “Siamo riusciti dopo tanti anni ad ottenere un accordo con l’Università dell’Islanda. Era una meta molto ambita, soprattutto dopo il boom turistico. Bisogna esaminare con giudizio questa possibilità, per il clima e per il costo della vita”. Apre una finestra sui Paesi Baltici l’entrata della Lettonia: “Abbiamo convenzioni con tre città: la capitale Riga, Daugavpils e Liepaja. Quest’ultima è una cittadina un po’ esotica, con spiagge bellissime. Lì si può studiare russo – si ricorderà infatti per ragioni tristemente storiche che nel secondo Dopoguerra la nazione lettone fu annessa all’URSS – e anche tedesco per un accordo in germanistica”.
La scelta
L’Erasmus ammette una certa flessibilità: “non bisogna prendere in considerazione solo il Paese immediatamente legato alla lingua che si studia, ma controllare l’area disciplinare per cui è stato siglato l’accordo, sia nel caso degli studenti di Lingue, che per chi è iscritto ad Archeologia o Scienze Politiche”. Si confermano i Paesi più gettonati Francia, Germania e Spagna, che contano anche un maggior numero di accordi, diversamente dall’Inghilterra, “dove non ci sono moltissime borse di studio, per una sua politica non più eurocentrica”. Ognuno ha diritto a tre opzioni in ordine di priorità. Svolge una funzione di orientamento didattico la Commissione Erasmus e Mobilità Internazionale, presieduta dal prof. Corrado e suddivisa su base dipartimentale, che “segue da vicino le carriere estere con un’assistenza davvero capillare, in occasione degli incontri collettivi e nell’orario di ricevimento dei singoli docenti”. Gioca un ruolo fondamentale la compilazione del Learning Agreement, ossia del progetto formativo, che “deve essere approvato dal docente della Commissione che è responsabile per il proprio Corso di Studio”. In tal caso, non vale perentoriamente il meccanismo della propedeuticità. Ad esempio, sulla base di una comparazione tra i rispettivi programmi d’esame, “si può fare Letteratura III all’estero, anche se qui lo studente non ha ancora conseguito Lingua II”. È opportuno, però, che in fase di scrematura ciascuno cominci a “consultare i siti delle Università partner, capire quali esami si vogliono sostenere fuori, controllando che non vi siano delle restrizioni riguardo la partecipazione ai corsi o scadenze entro cui inviare application form”. Una buona strategia può essere valutare il numero di borse offerte per la singola destinazione e il numero di domande già pervenute per lo stesso accordo. Il punteggio si basa sulla media ponderata – pari o superiore a 26/30 senza arrotondamento – ottenuta agli esami (contano quelli sostenuti fino al 9 novembre), rapportata al numero di crediti. “Se si pensa di non avere un punteggio altissimo, puntare su un accordo con meno o nessuna domanda significa avere più possibilità di vincere”. Gli studenti del terzo anno possono fare domanda sia per il primo che per il secondo livello. “I candidati in procinto di laurearsi e intenzionati a iscriversi subito dopo alla Magistrale farebbero bene a scegliere un’Università che preveda anche una borsa per la Magistrale. Se a uno studente, invece, mancano solo due esami e il tirocinio, non consiglierei l’Erasmus Studio, ma di fare direttamente il Traineeship, anche post-lauream”.
Durata del soggiorno
e contributi
e contributi
Si occupa dell’ingranaggio amministrativo e organizzativo l’Ufficio Relazioni Internazionali e Ricerca Scientifica. L’Erasmus (Studio e/o Traineeship) ha una durata minima di 3 mesi e massima di 12 nell’ambito del medesimo ciclo di studi ed è stabilita dall’accordo bilaterale specifico per cui il candidato risulta vincitore. “Se uno studente alla Triennale è stato all’estero per 6 mesi, alla Magistrale può usufruire della borsa anche per un anno. Invito sempre a cercare destinazioni che abbiano una durata compatibile con il numero di esami che s’intende sostenere nell’Ateneo straniero”, spiega la dott.ssa Marina Guidetti, Dirigente dell’Ufficio Erasmus. “È possibile prorogare la permanenza, purché il periodo di mobilità rispetti il limite di 12 mesi (e non sconfini oltre il 30 settembre 2020), concordando eventuali prolungamenti con il docente Responsabile del Learning Agreement”. Al contrario, possono essere fortemente penalizzanti riduzioni del soggiorno. In tal caso, “non ricevereste per intero l’importo della borsa”.
Soldi extra. Il contributo è rapportato in base al costo della vita nel Paese di destinazione: 300 euro al mese per i Paesi con costo della vita alto e 250 euro per tutti gli altri. Quest’anno un’altra novità consistente riguarda proprio l’aumento della borsa: “È previsto un contributo aggiuntivo di 200 euro a favore di studenti in condizioni economiche svantaggiate, nonché un’integrazione con le borse erogate dall’Adisurc o dai fondi della Regione Campania; inoltre, un saldo extra sulla base dei fondi ministeriali per gli studenti in corso o al massimo iscritti al primo anno fuori corso, secondo l’ordine di graduatoria e fino ad esaurimento dei fondi”. Il vincitore riceverà un pre-finanziamento pari all’80% della borsa e il restante saldo al rientro, in base al numero effettivo di mesi di permanenza e al riconoscimento dei crediti. Un’ulteriore raccomandazione: “al rientro siate celeri nella procedura di convalida dei crediti recandovi in Ufficio con la documentazione originale rilasciata dall’Università straniera” (entro ottobre 2020).
Soldi extra. Il contributo è rapportato in base al costo della vita nel Paese di destinazione: 300 euro al mese per i Paesi con costo della vita alto e 250 euro per tutti gli altri. Quest’anno un’altra novità consistente riguarda proprio l’aumento della borsa: “È previsto un contributo aggiuntivo di 200 euro a favore di studenti in condizioni economiche svantaggiate, nonché un’integrazione con le borse erogate dall’Adisurc o dai fondi della Regione Campania; inoltre, un saldo extra sulla base dei fondi ministeriali per gli studenti in corso o al massimo iscritti al primo anno fuori corso, secondo l’ordine di graduatoria e fino ad esaurimento dei fondi”. Il vincitore riceverà un pre-finanziamento pari all’80% della borsa e il restante saldo al rientro, in base al numero effettivo di mesi di permanenza e al riconoscimento dei crediti. Un’ulteriore raccomandazione: “al rientro siate celeri nella procedura di convalida dei crediti recandovi in Ufficio con la documentazione originale rilasciata dall’Università straniera” (entro ottobre 2020).
Requisiti linguistici
Gli studenti devono possedere al momento della partenza le competenze linguistiche richieste (sulla base del Quadro Comune Europeo di Riferimento delle Lingue). “Esiste ai fini dell’autovalutazione una tabella orientativa di corrispondenze tra gli esami di Lingua sostenuti a L’Orientale e il livello di conoscenze necessario per accedere ai corsi nell’Università straniera”, spiegano le collaboratrici dell’Ufficio, le dott.sse Giusy Di Rosa e Rossella Della Corte, illustrando gli step della compilazione della domanda sul sito erasmus.unior.it (che s’interfaccia, a sua volta, con il database della Segreteria Studenti, Esse3). Tuttavia, vale la pena ribadirlo, gli esami non sono certificazioni. “Alcune Università testano on-line prima della partenza oppure direttamente in loco le conoscenze dei candidati, altre chiedono a noi docenti la valutazione, altre ancora richiedono gli attestati”, interviene il prof. Corrado. “Siate onesti con voi stessi nell’indicare il livello di competenze linguistiche acquisite per le Università che non testano in ingresso gli studenti stranieri, poiché altrimenti potreste correre il rischio di non riuscire a frequentare i corsi e sostenere esami in quel Paese”. Subentra, inoltre, “la possibilità di usufruire di corsi gratuiti on-line di lingua – sottolinea la dott.ssa Guidetti – messi a disposizione della Comunità Europea”.
Sabrina Sabatino
Sabrina Sabatino