“Qui non si studia la natura ma i processi legati all’agricoltura e alla produzione”

“I Corsi di Laurea in Tecnologie Agrarie e quello in Scienze Forestali e Ambientali si fonderanno dal prossimo anno accademico in un unico percorso Triennale: Scienze Agrarie Forestali e Ambientali. Le due lauree precedenti avevano all’attivo quasi gli stessi esami. La fusione non è altro che un processo naturale”, illustra il prof. Felice Scala, Coordinatore del nuovo Corso di studi “riprogettato e configurato per accogliere entrambe le richieste di mercato. Se prima, ad esempio, si studiava Patologia generale delle colture agrarie, adesso si terrà presente anche la patologia delle piante forestali”. 160 matricole lo scorso anno a Tecnologie Agrarie, 80 per Scienze forestali. Si sceglie Agraria “perché l’agricoltura garantisce una discreta possibilità di trovare impiego presso aziende pubbliche e private, la percentuale di assunzione post laurea è alta”. Varie le possibilità: “L’agronomo classico si interessa, ad esempio, di un impianto di un frutteto, della salvaguardia dell’ambiente o del mantenimento delle risorse. Il laureato dovrà avere competenze, dunque, di ingegneria idraulica per l’irrigazione, conoscenze per la meccanica agraria. Siamo un po’ come gli ingegneri, un Dipartimento scientifico, con un primo anno difficile”. Le matricole sono avvisate: “Occorre una buona preparazione di base per materie che possono risultare ostiche. Iscriversi per sola passione non basta. Qui non si studia la natura in sé, ma i processi legati all’agricoltura e alla produzione. Inoltre ci occupiamo di cura dell’ambiente, se una pianta si ammala occorre curarla utilizzando le medicine adeguate che riducano l’impatto negativo sugli uomini e non. Gli studenti sono chiamati a grandi responsabilità. Il loro modo di operare influenzerà le risorse di tutti”. Proprio come accade nelle Scienze forestali e ambientali. “Con la fusione – racconta il prof. Antonio Saracino – avremo un pacchetto dedicato alle conoscenze del bosco e alla sua salvaguardia. Affronteremo materie come l’ecologia e la botanica forestale in vista di una eventuale specializzazione nella Magistrale. La gestione delle risorse forestali è di grande importanza perché concerne il nostro ecosistema”. Gli sbocchi lavorativi: “la figura del forestale, in una regione come la nostra che ha due Parchi Nazionali, è, purtroppo, sottovalutata. Eppure, durante il percorso di studio, offriamo esercitazioni pratiche dimostrando l’importanza del ruolo per lo sviluppo ed il mantenimento delle aree ambientali”. Il docente consiglia di proseguire gli studi dopo la Triennale: “Con la Magistrale si ha la possibilità di potersi iscrivere all’Albo comune degli Agronomi e forestali come senior, ottenendo un’abilitazione che sia maggiormente spendibile”. 
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