Il Corso di Laurea in Mediazione linguistica e culturale si articola in tre curricula: analisi linguistica e traduzione, che pone l’accento sulle tematiche del multilinguismo e dell’interculturalità; analisi testuale e traduzione, che prevede lo studio della letteratura per tre anni consecutivi; mediazione con l’Europa orientale. Si possono accostare una lingua occidentale ed una orientale, ma non è consentito l’abbinamento della Lingua Inglese e della Lingua Spagnola. Inoltre, è possibile inserire un’ulteriore lingua come esame a scelta del terzo anno da 12 crediti.
Una particolarità: la massiccia presenza dell’insegnamento di Linguistica, non a caso l’esame di Linguistica generale è propedeutico per l’accesso ad altri insegnamenti del settore. “La linguistica è una materia obbligatoria e fondamentale per lo studio delle lingue straniere – asserisce la prof.ssa Lucia di Pace – Quando dico che mi occupo di Linguistica generale, mi si chiede subito ‘di quale lingua?’. In verità, nessuna in particolare e, allo stesso tempo, un po’ tutte. Le lingue non sono solo strumenti di comunicazione, altrimenti si potrebbero apprendere in qualsiasi istituto di lingua o andando all’estero, invece di investire soldi in tasse universitarie e libri. Questo ragionamento ci aiuta a capire che la lingua è innanzitutto un oggetto di studio teorico a prescindere dalla sua specificità”. Così come Linguistica generale, il Corso di Laurea si compone anche di altri insegnamenti obbligatori, le cui attività didattiche sono previste al primo semestre del primo anno. “Discipline che costituiscono il fondamento necessario per passare allo studio specialistico delle lingue e culture del mondo”, illustra il prof. Carlo Vecce, docente di Letteratura Italiana, insistendo sul valore di mediazione della cultura italiana all’estero: “Riflettiamo sull’importanza che ha avuto la nostra lingua in settori come la musica, le arti, la cucina e la gastronomia. Quando andrete in giro per il mondo, vi renderete conto che alcune cose verranno chiamate solo con nomi italiani. Inoltre, è da tenere presente che i nostri grandi autori della Letteratura Italiana (Dante, Petrarca, Boccaccio, Tasso) sono anche classici della Letteratura mondiale”.
La differenza sostanziale tra il curriculum in Analisi linguistica e quello in Analisi testuale è che il secondo sostituisce gli ambiti disciplinari della geografia, della sociologia e dell’antropologia con gli studi letterari. “Anche la cultura geografica è significativa per chi studia le lingue straniere, in quanto ci serve a comprendere in quale misura siamo cittadini cosmopoliti. Conoscere il mondo senza sapere com’è fatto non può prescindere la cultura del territorio”, fa presente la prof.ssa Floriana Galluccio, docente di Geografia umana, e continua: “Scoprirete che c’è una geografia completamente diversa da quella che viene insegnata poco e male a scuola e perché, ad esempio, si parla spagnolo in America latina ma non in Brasile; tutto ciò è frutto di processi storici, geopolitici, geoeconomici e geografici”.
A dispetto dei due curricula di Analisi, l’indirizzo di Mediazione con l’Europa orientale valorizza lo studio di lingue come il romeno, l’ungherese, il finlandese, il polacco e il russo. Da non sottovalutare la possibilità di un accoppiamento di lingue strategiche: “Laurearsi a L’Orientale in inglese e francese non è eccessivamente originale, se è vero che ci si iscrive all’università proprio per potenziare la propria cultura all’ennesima potenza. Siate astuti anche in termini di sbocco professionale, perché, se conoscete una lingua che conoscono anche tutti gli altri, non avrete molte chances”, afferma il prof. Amedeo Di Francesco, docente di Lingua e Letteratura ungherese. Prosegue il prof. Giovanni Raimondo Rotiroti, docente di Lingua e Letteratura romena: “molti di noi non sanno che alcuni dei grandi scrittori della letteratura che leggiamo hanno un’origine romena, come Eugène Ionesco o Paul Celan, o che quella romena è la più grande minoranza in Italia”.
Una particolarità: la massiccia presenza dell’insegnamento di Linguistica, non a caso l’esame di Linguistica generale è propedeutico per l’accesso ad altri insegnamenti del settore. “La linguistica è una materia obbligatoria e fondamentale per lo studio delle lingue straniere – asserisce la prof.ssa Lucia di Pace – Quando dico che mi occupo di Linguistica generale, mi si chiede subito ‘di quale lingua?’. In verità, nessuna in particolare e, allo stesso tempo, un po’ tutte. Le lingue non sono solo strumenti di comunicazione, altrimenti si potrebbero apprendere in qualsiasi istituto di lingua o andando all’estero, invece di investire soldi in tasse universitarie e libri. Questo ragionamento ci aiuta a capire che la lingua è innanzitutto un oggetto di studio teorico a prescindere dalla sua specificità”. Così come Linguistica generale, il Corso di Laurea si compone anche di altri insegnamenti obbligatori, le cui attività didattiche sono previste al primo semestre del primo anno. “Discipline che costituiscono il fondamento necessario per passare allo studio specialistico delle lingue e culture del mondo”, illustra il prof. Carlo Vecce, docente di Letteratura Italiana, insistendo sul valore di mediazione della cultura italiana all’estero: “Riflettiamo sull’importanza che ha avuto la nostra lingua in settori come la musica, le arti, la cucina e la gastronomia. Quando andrete in giro per il mondo, vi renderete conto che alcune cose verranno chiamate solo con nomi italiani. Inoltre, è da tenere presente che i nostri grandi autori della Letteratura Italiana (Dante, Petrarca, Boccaccio, Tasso) sono anche classici della Letteratura mondiale”.
La differenza sostanziale tra il curriculum in Analisi linguistica e quello in Analisi testuale è che il secondo sostituisce gli ambiti disciplinari della geografia, della sociologia e dell’antropologia con gli studi letterari. “Anche la cultura geografica è significativa per chi studia le lingue straniere, in quanto ci serve a comprendere in quale misura siamo cittadini cosmopoliti. Conoscere il mondo senza sapere com’è fatto non può prescindere la cultura del territorio”, fa presente la prof.ssa Floriana Galluccio, docente di Geografia umana, e continua: “Scoprirete che c’è una geografia completamente diversa da quella che viene insegnata poco e male a scuola e perché, ad esempio, si parla spagnolo in America latina ma non in Brasile; tutto ciò è frutto di processi storici, geopolitici, geoeconomici e geografici”.
A dispetto dei due curricula di Analisi, l’indirizzo di Mediazione con l’Europa orientale valorizza lo studio di lingue come il romeno, l’ungherese, il finlandese, il polacco e il russo. Da non sottovalutare la possibilità di un accoppiamento di lingue strategiche: “Laurearsi a L’Orientale in inglese e francese non è eccessivamente originale, se è vero che ci si iscrive all’università proprio per potenziare la propria cultura all’ennesima potenza. Siate astuti anche in termini di sbocco professionale, perché, se conoscete una lingua che conoscono anche tutti gli altri, non avrete molte chances”, afferma il prof. Amedeo Di Francesco, docente di Lingua e Letteratura ungherese. Prosegue il prof. Giovanni Raimondo Rotiroti, docente di Lingua e Letteratura romena: “molti di noi non sanno che alcuni dei grandi scrittori della letteratura che leggiamo hanno un’origine romena, come Eugène Ionesco o Paul Celan, o che quella romena è la più grande minoranza in Italia”.







