A lezione dalle matricole di Medicina

Le matricole di Medicina in cattedra. Il 16 maggio, sette studenti del corso di Biologia molecolare e cellulare della Federico II hanno presentato i risultati della propria Attività Didattica Interattiva durante una lezione tenutasi all’Edificio 5 del Policlinico. Come previsto, il pubblico è stato eterogeneo. L’evento, infatti, è avvenuto durante la settimana nazionale Unipertutti, finalizzata ad aprire le porte dell’università a tutta la cittadinanza. Tema dell’incontro: “Dalla Biologia alle terapie antitumorali, attraverso l’Epigenetica”. A occuparsene sono stati due dei ventiquattro gruppi formatisi per le ADI, il 2 e il 4, per un totale di trentasei ragazzi. I sette relatori hanno ripercorso le tappe di un articolo studiato discutendo di epigenetica, tumori e linfomi fino ad arrivare alla Decitabina, un farmaco utilizzato in un trattamento innovativo per i malati di cancro. Gli altri membri dei due gruppi, però, non hanno fatto solo da spettatori. Finita la relazione, infatti, è spettato a loro il compito di rispondere alle domande formulate soprattutto dai docenti presenti in aula, incuriositi dalla scelta dei pazienti sottoposti al trattamento, dall’attinenza tra l’età del malato e il risultato ottenuto e dagli effetti collaterali come causa della rinuncia alla terapia. Le risposte hanno innanzitutto chiarito che esistono dei protocolli molto rigidi nella definizione di paziente. In merito all’anzianità della persona in cura, invece, uno studente ha spiegato: “non so quanto infici l’età. La cosa interessante è che quanti che hanno portato a termine la terapia sono quelli che hanno avuto i risultati migliori”. Un suo collega ha aggiunto: “l’età può influire indirettamente perché più si va avanti e più è possibile incontrare altre patologie”. Infine, da questo confronto è emerso che l’interruzione del trattamento è determinata più da esigenze pratiche che da rifiuti da parte del paziente di proseguirlo.
In questo lavoro i ragazzi sono stati seguiti fin dall’inizio dal professore di Biologia molecolare Nicola Zambrano che non ha nascosto la propria soddisfazione: “li ho guidati fin dal primo momento. Io ho dato degli input, loro sono stati bravi a recepirli e a farli capire a una platea più ampia e non specialistica. Secondo me questa è stata una delle migliori esperienze nell’ambito dell’Attività Didattica Interattiva che abbia mai svolto”. ADI che aiutano a completare la formazione degli studenti: “noi le facciamo da anni. C’è un’integrazione perfetta con tutto quello che diciamo quotidianamente a lezione perché, oltre a far allenare gli studenti su articoli scientifici, aiutano a comprendere meglio quello che trattiamo nella didattica frontale”. Offrendo lo spunto anche per trasmettere il sapere acquisito: “la presenza in aula oggi di studenti di liceo non può che essere una cosa positiva. Ricerca e formazione passano assolutamente attraverso la divulgazione”. Ha posto l’accento su questo aspetto anche Alessia Manco, una delle relatrici: “il fatto di stare davanti a una platea eterogenea è stato un test per noi. Non capita tutti i giorni di parlare di fronte a tante persone”. È stata un’esperienza alla quale Francesca Lacava concederebbe il bis: “rifarei questa attività per riproporre e migliorare quanto abbiamo svolto”. La lezione è stata solo il punto d’arrivo di un lungo lavoro, come ha ricordato Roberto Colli: “abbiamo iniziato a febbraio e, nelle ultime settimane, stavamo qui tutti i pomeriggi a lavorare per diverse ore”. Tutta l’attività è partita da un articolo scientifico che pian piano ha conquistato i ragazzi, al punto che, secondo Domenico Giacco, “è diventato talmente nostro che è stato un piacere analizzarlo. Mi rendo conto che alcune parti erano difficili, spero sia stato interessante. Il nostro obiettivo era quello di attirare l’attenzione anche di ragazzi che magari non hanno alcun interesse a fare Medicina”. Ha confermato il grande interesse per i contenuti dello studio anche Ottavio Scarano: “una volta che abbiamo cominciato a lavorare, ci siamo appassionati e abbiamo cercato di capire cosa dicesse nel dettaglio questo articolo, provando a proporlo in maniera comprensibile a tutti”. Lo hanno dovuto rendere comprensibile innanzitutto a se stessi perché, come ha spiegato Domenico Castello, “la principale difficoltà è stata capire l’articolo, visto che siamo studenti del primo anno e non abbiamo competenze di Biologia vere e proprie. Siamo partiti dalle basi”. Con l’aiuto dell’università che, per Emilia Esemplare, è stato fondamentale: “una lezione informativa consiste nel divulgare a chi non sa. Credo possa essere importante per avvicinare i giovani alle attività scientifiche. L’università ci ha preparati a interagire con gli altri”.
Ciro Baldini
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