Ad Economia ci si allena al futuro insieme al campione di taekwondo Carlo Molfetta

Carlo Molfetta, il campione mondiale di Taekwondo, incontra gli studenti del Dipartimento di Economia. L’obiettivo: allenarli al futuro, dare la giusta spinta a credere in loro stessi, nelle possibilità che la vita può offrire giorno dopo giorno. Anche quando tutto sembra perduto. Anche quando a conclusione degli studi universitari potrebbe sembrare che non ci siano sbocchi lavorativi che consentano di mettere in pratica le competenze acquisite durante il cammino accademico. Così, il 26 novembre, centinaia di studenti sono accorsi nell’Aula Magna della sede capuana, per dialogare con il campione ed i rappresentanti di due colossi imprenditoriali: Bosch, fornitore leader globale di tecnologie e servizi, e Randstad, operatore mondiale delle risorse umane. La voglia di fare, la capacità di non arrendersi mai, di vedere oltre e riuscire a scavalcare la staccionata: il tratto comune degli ospiti. Obiettivo dell’incontro è stato quello di orientare e motivare i giovani presenti verso una futura carriera lavorativa attraverso la metafora dello sport, facendo conoscere al contempo due diversi modelli di organizzazioni aziendali. 
Ad aprire le danze sono stati il prof. Marcello Martinez dell’Università Vanvitelli e Alessandro Balzano, responsabile dell’area manager Ranstad. “Ogni giorno è necessario allenarsi affinché si possano realizzare i propri sogni seguendo il percorso che meglio identifica e caratterizza ciascuno di noi”, ha esordito il docente. “Si tratta delle cosiddette soft skills, le competenze che ci fanno comprendere se ci troviamo nel giusto contesto lavorativo”. Ad entrare nel vivo del progetto Allenarsi per il futuro sono state Daniela Vellucci, Ambassador Ranstad Italia, e Alice Caruti, Ambassador Bosch. “Alla base di tutto c’è la curiosità – afferma Caruti – quella è importante non perderla mai. Deve essere il motore che alimenta ogni azione nell’approccio lavorativo”. E al contempo è importante munirsi anche di una buona dose di flessibilità. “Il mercato del lavoro è in continua evoluzione – sottolinea Vellucci – e i candidati devono essere pronti a sapersi trasformare dando il meglio di sé. Quattordici anni fa, ad esempio, Facebook non esisteva. Ma qualcuno ha analizzato quelle che erano le richieste del mercato e ha creato ciò che questo cercava ma non esisteva ancora. Siate dunque i futuri Zuckerberg con un giusto mix di competenze e capacità”. Imprescindibile anche una buona compilazione del curriculum nell’atto di inviare la candidatura ad un’azienda. È necessario che i curricula siano brevi e chiari, che sottolineino le conoscenze linguistiche, le passioni e le esperienze lavorative. A chiudere la manifestazione, l’intervento del campione di Taekwondo. L’ospite ha lasciato ai ragazzi una vera e propria testimonianza della sua vita chiarendo come con impegno e sacrificio possano essere raggiunti i risultati auspicati. Ma soprattutto ha infuso in loro la grinta per credere in se stessi, narrando gli avvenimenti che hanno segnato la sua carriera atletica sia in positivo che in negativo. “Sin da piccolo desideravo vincere le Olimpiadi. Firmavo gli autografi ai miei compagni di classe e ai miei docenti dicendo loro che un giorno ci sarei riuscito. Trascorrevo pomeriggi interi impegnati fra lo studio e le sessioni di allenamento. A 14 anni ero già una giovane promessa del Taekwondo con la convocazione in Nazionale. A 16 anni riuscii a portare a casa il titolo mondiale. L’anno dopo, nel 2004, mi qualificai per le Olimpiadi di Atene”. Ma qualcosa non andò per il verso giusto. “Mentre tutti i quotidiani davano per certa la mia vittoria, quell’Olimpiade si rivelò invece un vero e proprio disastro. Iniziò per me un periodo buio tanto da farmi pensare di battere la ritirata. Nella vita più grandi sono le aspettative e più grande sarà il botto quando cadi. Ed è difficile rialzarsi ogni volta”. Eppure Molfetta non ha desistito. Si è rimesso in forma fra mille difficoltà ed è riuscito a raggiungere il proprio sogno: Londra 2012. “Nessuno credeva più che quello sarebbe stato il mio anno. Che dopo un periodo tanto lungo di inattività sarei riuscito a risalire la china. Ma l’ho fatto, con impegno, passione e dedizione”. Molti lo davano per ‘finito’, ma quando salì sul podio Molfetta fece comprendere a tutti il suo spirito da guerriero asserendo: “Io, e soltanto io, deciderò quando Molfetta sarà finito”. Ovazione degli studenti presenti i quali, a conclusione della manifestazione, si sono concessi un maxi selfie col campione al grido di “Andiamo a vincere!”.
Maria Teresa Perrotta
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