Ad Ingegneria Edile-Architettura tra funzionalità e bellezza

Appuntamento con i test di ammissione il 25 luglio per gli studenti interessati ad immatricolarsi ai Corsi di Laurea Magistrali (di durata quinquennale) in Ingegneria edile-architettura. I candidati saranno chiamati a rispondere, in novanta minuti, a sessanta domande a risposta multipla suddivise per argomenti che toccheranno temi di Cultura Generale (5 quesiti), Logica (25 quesiti), Storia (12 quesiti), Disegno e Rappresentazione (10 quesiti), Matematica e Fisica (8 quesiti). L’iscrizione alla prova, così come per gli altri Corsi a numero programmato con prove stabilite dal Ministero, avviene tramite il portale universitaly.it entro il 14 giugno. 
I posti disponibili presso ciascuna delle due sedi campane dell’Università Federico II e dell’Università di Salerno sono cento, ripartiti fra quelli riservati ai cittadini comunitari e non comunitari regolarmente residenti in Italia (97 a Napoli, 98 a Salerno) e cittadini non comunitari residenti all’estero (rispettivamente 3 e 2). “Dal momento che potevamo ancora garantire il rispetto delle soglie di sostenibilità, abbiamo deciso di allinearci ad altre università ed incrementare i posti disponibili”, informa il Presidente dei Corsi di Laurea afferenti alla classe Edile della Scuola Politecnica Fridericiana Francesco Rispoli, il quale si dichiara pubblicamente contrario al numero chiuso. “Una posizione poco in linea con le tendenze generali dell’Ateneo, ma credo che leda il diritto allo studio. Preferirei avere una forte selezione al primo anno. Quello messo in piedi, invece, è solo un sistema costrittivo”, prosegue il docente che si dice, però, soddisfatto della graduatoria nazionale. Dal punto di vista culturale, il percorso quinquennale a ciclo unico in Ingegneria edile-architettura tenta di coniugare la ricerca della funzionalità a quella della bellezza, proponendo una formazione che affianca agli aspetti tecnici e tecnologici dell’Ingegneria strutturale e sismica, quelli compositivi dell’Architettura rilasciando un titolo di valore europeo che consente, agli ingegneri laureati in questo settore, di esercitare la professione di progettista architettonico anche in ambito urbanistico, un’abilitazione che, in Europa, è riservata agli architetti. “È un titolo prestigioso, equipollente a quello di Architettura, ma richiede grande impegno per apprendere le discipline tecniche”, sottolinea il prof. Rispoli, che raccomanda alle matricole di impegnarsi molto in materie come l’Analisi Matematica e la Fisica, ma anche il Disegno, la Scienza delle Costruzioni e l’Urbanistica. “Al termine dei cinque anni, gli studenti si laureano svolgendo un progetto che tocca l’Architettura o l’Urbanistica”. Sul fronte occupazionale, anche in questo settore si fanno sentire gli effetti della crisi: “speriamo che il vento cambi ma il nostro compito resta quello di dare agli allievi una formazione di prim’ordine”. Ai futuri allievi il prof. Rispoli raccomanda di “cercare di evitare la ‘corrente alternata’, quindi di seguire con costanza e di rivolgersi al servizio di tutorato per ogni difficoltà, per non lasciarsi arretrati, e curare molto le basi matematiche, fondamentali per qualunque ingegnere”.
Simona Pasquale
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