“È un percorso molto settoriale, sebbene sia variegato per la molteplicità di discipline presenti. Per iscriversi occorre, oltre alla passione, una buona predisposizione non solo per le scienze in generale. Una buona preparazione scientifica è determinante per gli aspetti matematici e fisici che accompagneranno il cammino”, afferma il prof. Claudio De Rosa, Direttore del Dipartimento di Chimica. Poi illustra l’offerta formativa. Sono presenti tre Corsi di Laurea Triennale: Chimica, a numero programmato, ammette solo 150 nuovi studenti l’anno; Chimica Industriale è ad accesso libero e negli ultimi tempi ha registrato un forte incremento; e, l’ultimo in ordine di tempo (prima afferiva ad un altro Dipartimento), Biotecnologie Biomolecolari e Industriali, a numero programmato, 75 posti disponibili (di questo Corso ne parliamo in altra pagina). I programmi di studio, alla base dei due percorsi in Chimica, sono abbastanza simili al primo anno con materie formative: “La differenziazione nasce in seguito quando Chimica si assetta su conoscenze di base, mentre Chimica Industriale si occupa maggiormente di materiali e processi industriali di trasformazione. Il più delle volte le aziende che assumono non fanno distinzione fra le due lauree, è più che altro una scelta dello studente”. Purtroppo la sola Triennale non basta per trovare lavoro. Circa il 90% dei ragazzi prosegue con la Laurea Magistrale (due i Corsi Scienze Chimiche e Scienze e Tecnologie della Chimica Industriale). “Specializzarsi è molto importante – sottolinea il prof. De Rosa – Le opportunità di lavoro diventano maggiori perché i curricula si fanno più corposi e invitanti agli occhi delle aziende”. Diversi i settori in cui cercare lavoro, il campo della ricerca risulta quello più appetibile: “Gli studenti sognano di poter diventare ricercatori presso enti pubblici o privati. Questa strada è in salita soprattutto nel nostro Paese”. I futuri chimici non devono però scoraggiarsi, le opportunità sono varie: “dall’attività professionale di analisi sul territorio, al lavoro in industrie farmaceutiche o in aziende di materiali polimerici. Dalle imprese che si occupano dei controlli dei processi produttivi, a quelle che lavorano la trasformazione dei materiali tipo la plastica”. Le professioni sembrano affascinanti ma per arrivare a certi livelli occorre lavorare sodo: “La frequenza dei corsi è necessaria perché quasi tutte le lezioni hanno una componente pratica. Avendo classi piccole il rapporto fra docenti e discenti è giornaliero, i ragazzi possono affidarsi ai docenti senza remore, anzi sarebbe opportuno ‘approfittare’ della loro disponibilità”. Ultimo consiglio: “Prima di iscriversi a Chimica occorre chiedersi se approfondire l’aspetto molecolare delle cose può piacere. So che in teoria questa frase potrebbe non dire nulla. Ma state attenti. Una buona predisposizione parte proprio da qui”.
Chimica è a cura di
Susy Lubrano
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