Mocassino, décolleté, ballerina, carlo IX, chanel, sandalo, stivale, tronchetto, stivaletto. Sono solo alcuni dei modelli menzionati da Bianca Valentino, per una collezione che avrebbe fatto invidia a Meryl Streep nel ‘Diavolo veste Prada’. Erede dell’illustre maison ‘Mario Valentino’, l’ospite esordisce mettendo in bella mostra, alla cattedra, diverse paia di decolleté, a quanto pare fissazione di Jacqueline Kennedy. Occasione per l’esposizione: il workshop ideato per le 18 studentesse della Magistrale in Design per l’Innovazione (settore moda), tenutosi il 12 maggio, nell’ambito dell’iniziativa UNIPERTUTTI al Dipartimento di Ingegneria civile, Design, Edilizia e Ambiente della SUN. Il seminario si inserisce nel progetto della capsule collection, che l’azienda del ‘Re della pelle’, calzato da Maria Callas, Liz Taylor e Stefania Sandrelli, sta sviluppando con gli studenti del Corso di Moda. L’iniziativa è seguita dai professori Maria Antonietta Sbordone e Roberto Liberti all’interno del Corso di Fashion Eco-Design con il Laboratorio FA.RE. (Fashion Research Lab), coordinato da Patrizia Ranzo e diretto da Alessandro Mandolini. “Il laboratorio è aperto a tutti gli interessati al discorso moda, non solo alla nostra Magistrale, ma anche alla Triennale in Design per la moda e l’Accademia di belle arti. A settembre i prodotti verranno esposti negli showroom Valentino di Milano in occasione della Fashion Vogue. Tre le scarpe selezionate per la nuova collezione”, spiega il prof. Liberti. “Lavoriamo in collaborazione con la ditta di pelli Covino. Ci teniamo ad andare a Milano per rappresentare la Campania, creativamente molto produttiva, in grado di competere con le maggiori aziende italiane”, aggiunge la prof.ssa Ranzo.
Il workshop ha inizio con l’illustrazione della progettazione della décolleté pump Valentino. “È composta da vari pezzi assemblati. Si parte dal modello. Il modellista ha bisogno di una serie di elementi, primo fra tutti la scelta del tacco, a cura dello stilista. A questa si affianca la creazione della forma. Il tacco dev’essere comodo e deve rispettare le proporzioni, infatti è vincolato all’altezza della forma. Un tacco per una scarpa 40, sarà più alto di quello di una 37”, fa presente Bianca. Diverse le figure coinvolte nella realizzazione di una calzatura: “stilista, modellista, operaio e aziende coinvolte. In media, per la lunghezza della procedura, con cinque persone si possono realizzare 80 scarpe al giorno. Con una pelle di capretto solo un paio. La ricerca della pelle adatta è importantissima, ti fa la collezione, quella di agnello è infatti la migliore”, prosegue. Le forme non devono essere troppo stravaganti: “altrimenti risultano adatte solo ai prototipi, non riproducibili in serie”. Dopo forma e tacco, il modellista realizza la camicia: “utilizzando materiale adesivo su tutta la forma. Importanti per le scarpe artigianali le linee di mezzeria, che le tagliano a metà, per stabilire il punto del gambetto dove la scarpa finirà”. Per definire la scollatura, avviene il ritaglio dello scollo attraverso un cartamodello diviso in due pezzi: tomaia e fodera. “Prima vi è il taglio della pelle, poi si cuciono tomaia e fodera solo nella parte superiore. Si passa al sottopiede, tra suola e suoletta, realizzato attraverso inchiodatura e rimozione chiodi, tranne che per la parte posteriore, dove servono a sorreggere la scarpa. Poi s’incolla la suola e s’inserisce il tacco attraverso una macchina a pressione”.
Tra i modelli di scarpa scelti, il più innovativo è quello della studentessa del primo anno Albachiara Guindani: “ho progettato un modello da presentare per la prossima collezione Valentino. Prima di farlo abbiamo seguito un breathing sulla donna a cui ci vogliamo riferire, quella di cultura. Per cui ci siamo dedicate ad un total look ideato per lei. Mi sono concentrata sulla scarpa, ispirandomi all’anima della collezione Valentino, nata proprio con il sandalo corallo. Per cui ho proposto una riedizione del sandalo alla schiava, composto da fasce (pezzi di pelle elastica) uniti tramite cerniera”. Il prototipo verrà presentato agli showroom di Milano. “È un po’ complesso, perché abbiamo lavorato su modelli forti, che potessero attirare il cliente, ma ora ci stiamo soffermando sulla fattibilità, per la produzione in serie. Si spera in futuro di poter collaborare assiduamente con l’azienda”.
Allegra Taglialatela
Il workshop ha inizio con l’illustrazione della progettazione della décolleté pump Valentino. “È composta da vari pezzi assemblati. Si parte dal modello. Il modellista ha bisogno di una serie di elementi, primo fra tutti la scelta del tacco, a cura dello stilista. A questa si affianca la creazione della forma. Il tacco dev’essere comodo e deve rispettare le proporzioni, infatti è vincolato all’altezza della forma. Un tacco per una scarpa 40, sarà più alto di quello di una 37”, fa presente Bianca. Diverse le figure coinvolte nella realizzazione di una calzatura: “stilista, modellista, operaio e aziende coinvolte. In media, per la lunghezza della procedura, con cinque persone si possono realizzare 80 scarpe al giorno. Con una pelle di capretto solo un paio. La ricerca della pelle adatta è importantissima, ti fa la collezione, quella di agnello è infatti la migliore”, prosegue. Le forme non devono essere troppo stravaganti: “altrimenti risultano adatte solo ai prototipi, non riproducibili in serie”. Dopo forma e tacco, il modellista realizza la camicia: “utilizzando materiale adesivo su tutta la forma. Importanti per le scarpe artigianali le linee di mezzeria, che le tagliano a metà, per stabilire il punto del gambetto dove la scarpa finirà”. Per definire la scollatura, avviene il ritaglio dello scollo attraverso un cartamodello diviso in due pezzi: tomaia e fodera. “Prima vi è il taglio della pelle, poi si cuciono tomaia e fodera solo nella parte superiore. Si passa al sottopiede, tra suola e suoletta, realizzato attraverso inchiodatura e rimozione chiodi, tranne che per la parte posteriore, dove servono a sorreggere la scarpa. Poi s’incolla la suola e s’inserisce il tacco attraverso una macchina a pressione”.
Tra i modelli di scarpa scelti, il più innovativo è quello della studentessa del primo anno Albachiara Guindani: “ho progettato un modello da presentare per la prossima collezione Valentino. Prima di farlo abbiamo seguito un breathing sulla donna a cui ci vogliamo riferire, quella di cultura. Per cui ci siamo dedicate ad un total look ideato per lei. Mi sono concentrata sulla scarpa, ispirandomi all’anima della collezione Valentino, nata proprio con il sandalo corallo. Per cui ho proposto una riedizione del sandalo alla schiava, composto da fasce (pezzi di pelle elastica) uniti tramite cerniera”. Il prototipo verrà presentato agli showroom di Milano. “È un po’ complesso, perché abbiamo lavorato su modelli forti, che potessero attirare il cliente, ma ora ci stiamo soffermando sulla fattibilità, per la produzione in serie. Si spera in futuro di poter collaborare assiduamente con l’azienda”.
Allegra Taglialatela







