Calendari d’esame: le lamentele degli studenti

“Ho l’appello di Costituzionale il 3 giugno, quello di Storia del diritto romano dopo 24 ore e Filosofia del diritto il 9. Praticamente in sette giorni dovrei recuperare gli esami del primo semestre e sostenere anche una disciplina del secondo. A luglio la situazione è identica”: Federico Russo, matricola, racconta le sue difficoltà con il calendario di esami. “Nello scorso semestre ho dato un solo esame – continua lo studente – e volevo riscattarmi in questa sessione. Purtroppo date così ravvicinate non mi aiutano”. Daniela Caputo si prepara a dare Diritto Privato il 9 giugno: “ad appena 11 giorni dalla fine del corso. Una pazzia, non avrò il tempo nemmeno per ripetere l’intero programma. Nello stesso giorno e alla stessa ora ci sarà anche l’esame di Filosofia. Se avessi voluto provare entrambi – visto che Privato è un terno al lotto – non avrei potuto. A questo punto, devo scegliere. Ma scegliere equivale a rinunciare, e rinunciare vuol dire restare indietro”. “A luglio tutti gli esami sono concentrati in 10 giorni – dichiara Luciano Scamardella – con appelli di materie del primo e del secondo semestre a 24-48 ore gli uni dagli altri. Pur volendo affiancare un insegnamento facile ad uno più difficile, il tempo è scarso”. Una condizione che da tempo fa dannare gli animi dei veterani del Dipartimento. “Siamo alle solite – dice Angela Toscano, studentessa al IV anno – Ho l’esame di Diritto Finanziario, prof.ssa Roberta Alfano, ad una settimana esatta dalla fine delle lezioni. Sette giorni in cui concentrare una ripetizione sprint e sperare per il meglio. Se non facessi in questo modo, perderei gli altri appelli, concentrati in poco più di un mese”. “Adoro ripetere Commerciale in soli 11 giorni – commenta sarcastica Alessia Lubrano, studentessa all’ultimo anno – È proprio il tipo d’esame che va sostenuto subito dopo il corso, senza avere nemmeno il tempo di riordinare gli appunti. Il successo sarà garantito, cosa sarà mai una bocciatura, se poi la prossima possibilità è prevista ad ottobre? Questo mese mi gioco la tesi e la laurea, non posso permettermi errori”. Situazione condivisa da molti studenti: “Sono ‘costretta’ a sostenere Commerciale subito dopo il corso – spiega Luisa Pucillo – perché, se aspettasi luglio, non potrei più consegnare la domanda per la tesi. Qualche giorno in più mi avrebbe fatto comodo, speravo in un appello a metà mese. La sessione si esaurisce presto, evidentemente i nostri docenti sono stanchi, hanno bisogno di vacanze anticipate”. Al III anno la situazione peggiora: per Diritto Internazionale, Procedura Civile e Diritto Penale gli appelli sono a 24-48 ore di distanza, e in alcuni casi lo stesso giorno. “Preparare Internazionale e Penale insieme non è impossibile – fa notare Luigi Amato, studente al V anno – Avrei voluto sostenere entrambe le materie a giugno, per recuperare un semestre precedente non andato benissimo. Quando ho visto il calendario mi sono sentito mancare. Come si fa a proporre la stessa data, per esami dello stesso anno, a studenti il cui cognome inizia per A?”. “Siamo veramente stanchi di appelli sovrapposti e di prove che non vanno oltre i primi di luglio – incalza Domenico Arnone – La sessione estiva viene sfruttata per metà. Sono un fuori corso e, a memoria, non ricordo una data oltre il 12. Il mare chiama, ma a rimetterci siamo noi studenti. Su tre esami programmati, sarò fortunato se riesco a darne due”. Stesso giorno, ora diversa, per gli esami del III anno, secondo semestre, di Storia della giustizia e Scienza delle finanze. “L’impresa è ardua ma non impossibile – commenta Sara Papaccio, studentessa al IV anno – Storia è un esame facile. Non mi spaventa sostenere entrambe le prove lo stesso giorno, però mi chiedo se l’esperienza sia ‘umanamente’ accettabile”. “Io non potrei mai provarci – ammette Jessica Pipierno – Già fare un solo esame mi stressa, figuriamoci due prove lo stesso giorno. Renderei la metà in entrambe”. Anche l’esame di Procedura Penale, previsto a 12 giorni dalla conclusione delle lezioni, spaventa un po’. “Avrei preferito disporre di più tempo per la ripetizione, i seminari di approfondimento andranno avanti ancora un po’ – sottolinea Luca Zaccariello – Saremo in aula almeno fino ad una settimana prima della prova. Però non voglio attendere luglio perché ho altri programmi, vorrei dare almeno un altro esame”. “Purtroppo non c’è nemmeno più la voglia di combattere queste ingiustizie – fa presente Marcello Perrone – Ogni anno fronteggiamo una sessione di due mesi ‘inesistente’ e, invece di sollevarci in massa, subiamo. Anzi, gruppi di studenti si accordano con alcuni docenti in maniera privata, chiedendo uno slittamento delle date ufficiali. Talvolta viene concesso ma resta un’iniziativa privata che non sconvolge il calendario e non dà frutti per tutti. Lo scorso anno ho dato una sola prova, credo che la situazione si replicherà. Ormai devo affrontare solo le bestie nere e gli esami sono fissati a meno di un mese di distanza”. Esame a 6 giorni dalla fine dei corsi per Diritto Ecclesiastico. “So che non dovremmo lamentarci, parliamo di un esame abbordabile, tuttavia – dice un gruppo di studenti – Ecclesiastico, come tutte le discipline, va sedimentato. Di solito con queste materie si prova ad alzare la media. Avere un brutto voto perché non c’è stato tempo di ripetere, fa girare le scatole parecchio”. “O queste date o nulla – ribadisce Elena D’Antonio – Posticipare le sedute non si può, a luglio abbiamo esami solo nella prima decade. Il sistema, invece, andrebbe cambiato a monte, prevedendo periodi più lunghi e una sessione sfruttabile fino alla fine di luglio. Altrimenti, cambiare anche una singola data potrebbe essere controproducente per chi come me, ad esempio, scervellandosi, ha messo in programma un’altra prova il 3 luglio. So che è difficile, ma provarci non costa nulla”. 
Susy Lubrano
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