Chiude troppo presto il cortile di Porta di Massa

“Prima di ragionare in termini di Corsi di Laurea, ci siamo interfacciati innanzitutto con le problematiche del Dipartimento. Fra tutte vanno segnalate: la mancanza di posti per studiare e la totale disinformazione sulla politica universitaria, riguardo ad esempio elezioni e Consigli”, afferma Mattia Papa, al terzo anno di Triennale in Filosofia, neoeletto al Dipartimento di Studi Umanistici per la lista Studenti indipendenti-Link. “Allo scopo di risolvere la prima difficoltà stiamo promuovendo la campagna firme ‘fate spazio’, per chiedere agli organi competenti di segnalare le ore in cui le aule sono libere nelle diverse sedi. In aule come la F104, ad esempio, abbiamo trovato studenti che non erano del nostro Dipartimento”. Lo sgombero del cortile di Porta di Massa alle 17.30 non favorisce la partecipazione alla vita universitaria: “in questo modo l’Università non può diventare luogo d’incontro e genera disaffezione. Diritto allo studio vuol dire anche sentirsi a casa”. Interviene sulla problematica anche il secondo eletto della stessa lista, con 39 voti, Paolo Leandri, stessa lista e stesso Corso di Laurea di Mattia (secondo anno): “La nostra proposta è un posticipo della chiusura del cortile alle 21.00, anche perché alcuni corsi, come Filosofia della Scienza, finiscono alle 19.00. Inoltre verrà portata avanti un’attenta analisi delle aule libere sulle tre sedi (Porta di Massa, Corso Umberto, via Mezzocannone), in modo da recuperare spazi fruibili per lo studio. Non abbiamo potere di risolvere l’annoso problema aule, ma possiamo elaborare strategie per ovviare alle difficoltà del momento”. Si sofferma anche sulla scarsa partecipazione alla vita universitaria, accennata dal collega: “solo il 13% degli studenti iscritti al Dipartimento ha partecipato alle elezioni. È necessario un recupero dell’elettorato”. Iniziativa proposta da Paolo per una maggiore condivisione d’interessi tra campi di studio diversi: “una biblioteca interattiva da organizzare via web. Siamo intenzionati a creare un archivio testi da condividere in pdf, sulle diverse discipline afferenti al Dipartimento. Faremo il possibile per non deludere gli iscritti”. Prosegue Mattia, soffermandosi sulla mancata formalizzazione delle nomine dei rappresentanti, che ha generato non poche discussioni: “poiché le nostre nomine non sono state ancora formalizzate, non abbiamo potuto partecipare né al primo Consiglio di Dipartimento, convocato a ridosso delle elezioni, né al secondo, del 28 aprile, al quale non siamo stati convocati, poiché non effettivi. Possiamo dunque chiedere solo visualizzazione del verbale, ma non è la stessa cosa che prenderne parte”. La lista Link ha dunque manifestato dissenso rispetto alla situazione, attraverso un comunicato: “vorremmo partecipare almeno al prossimo Consiglio, essendo a più di un mese dalle elezioni ormai”, conclude Mattia.
Illustra nel dettaglio le motivazioni della mancata partecipazione Fabio Sacchettini, eletto con la lista RUN, al terzo anno di Filosofia: “Il Direttore del Dipartimento De Vivo ci ha spiegato che alla base della tardiva ufficializzazione delle nomine ci sono motivi burocratici. Pare ci siano stati ricorsi in seguito ad eletti con zero voti. Purtroppo il regolamento lo permette, e su questo procedimento antidemocratico bisogna intervenire”. La burocrazia è oggetto di discussione anche per quanto riguarda la procedura di prenotazione esami: “siamo ancora all’impossibilità di prenotare on-line. Nel 2014 è assurdo. Nostro impegno è stilare una lista di docenti che non hanno attivato la procedura, per comprenderne le motivazioni, raccogliere firme allo scopo di velocizzare la nuova modalità di prenotazione e presentarle in Direzione”. Obiettivo primario per Fabio è, appunto, “dare rappresentanza agli studenti. Negli ultimi anni non conoscevano neanche i rappresentanti, le loro competenze, lo scopo della figura. Le cose devono cambiare”. La logistica è il punto su cui maggiormente bisogna intervenire: “ci sono Corsi di Laurea a frequentazione massiccia, come Filosofia e Lettere Moderne, ed altri a frequentazione molto bassa. Filosofia e Storia delle dottrine politiche del primo anno conta almeno 70 partecipanti, e si è svolto in aula Franchini, con capienza di massimo trenta. Basterebbe spostare corsi poco frequentati in aule più piccole, e non avremmo scenari da stadio”. La cattiva organizzazione comporta anche sovrapposizione di orari: “per corsi addirittura dello stesso anno. Faremo presente anche questo”.
Punta sul problema del disinteresse verso la vita universitaria Romina Strazzullo, lista RUN: “Frequento la Magistrale in Filologia Moderna e al mio Corso di Laurea, come in tanti altri, va affrontato il disinteresse dilagante, che fa del nostro Dipartimento un esamificio, piuttosto che un luogo culturale”. Le responsabilità non vanno attribuite soltanto agli studenti: “ci dovrebbero aiutare anche i docenti ad appassionarci alle materie oggetto di studi, magari organizzando seminari di mattina, non dalle 14.30 in poi, come la maggior parte di quelli cui ho assistito. Molti di noi alla Magistrale lavorano per sostenersi agli studi, poiché ogni volume che acquistiamo costa almeno 30 euro”. Romina propone quindi di “sostituire alcune ore di lezione con seminari di mattina, per interessare maggiormente. Dipende anche da come vengono proposti questi ultimi. Magari un video-proiettore non guasterebbe. Al seminario su Eduardo De Filippo hanno dato per scontata la conoscenza dell’atto unico ‘Sik-sik l’artefice magico’, quando non è di certo l’opera più conosciuta dell’autore. Quello su Di Giacomo si è concentrato sull’attività di cronista del poeta, piuttosto che sulla poesia, anche se non tutti la conoscono. Darla per scontata secondo me è un errore”. Basterebbe poco per trasformare questi incontri da noiosi ad interessanti, a detta della ragazza: “Alcuni docenti lo sanno fare. Il prof. Mazzucchi, ad esempio, ne ha organizzato uno su ‘Manoscritti e lettere’, facendoci toccare con mano la materia oggetto di studio. Anche quello con Peppe Barra su ‘La gatta Cenerentola’ è stato interessante, perché ha portato da noi un pezzo di storia. Io penso che le aule possono cadere a pezzi, ma, se mi interessa ciò che studio, non me ne vado. Perciò mi batterò per far presente la mancanza di praticità”.
Allegra Taglialatela
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