Claudia Megrè “the voice” del Suor Orsola

Stella del Rock dalla voce graffiante di sera, studentessa al Suor Orsola e al Conservatorio di giorno, Claudia Di Pietro, in arte Megrè, racconta la sua esperienza a ‘The Voice of Italy’ con il team Pelù, e la nascita della passione per la musica, sua ragione di vita fin da bambina. Arrivata tra i venti finalisti del programma in onda sulla seconda rete della Rai, l’energica ventottenne è purtroppo uscita il 7 maggio, ma ha lasciato il segno. Il suo esordio con la straordinaria interpretazione di ‘Wish you were here’ ha fatto girare di scatto i giudici Pelù e Carrà dopo i primi trenta secondi: “The Voice più che un coronamento, lo vedo come l’inizio di un percorso: grazie al programma riconoscono la mia voce dal graffio, e il coach Pelù ha sottolineato più volte che scrivo i miei testi”. Cantautrice e chitarrista, è iscritta al secondo anno di Giurisprudenza e parallelamente studia al Conservatorio di Napoli: “ho iniziato a studiare pianoforte a cinque anni. Spinta dalla mia grande passione per la musica, suonavo all’inizio per gioco, dato che una vicina di casa insegnava piano. Presi lezioni da lei, poiché era l’unico modo per tener buona una bambina ribelle come me. Ricordo le mie manine minuscole su quel pianoforte gigante, che mi hanno aperto la strada alla musica. Da quel momento non l’ho mai lasciata. A sette anni ho iniziato a studiare chitarra, un po’ da autodidatta, un po’ prendendo lezioni, ed è diventata la mia compagna di vita”. Il suo nome d’arte trae origine da una costellazione: “Megrè nasce con il progetto radio. Urgeva ribattezzarsi in fase di composizione. Darsi un nome è complicato, menomale che lo fanno i genitori per noi. È un’enorme responsabilità. Decisi allora di frugare tra le stelle, che ti aprono prospettive impensabili: guardando il cielo, ovunque ti trovi, ti sembra di stare a casa. Mi colpì l’Orsa Maggiore”. Il caso volle che “sull’avambraccio destro notai alcuni nei che riproducono esattamente la costellazione, uno di questi corrisponde alla stella Megrez che rappresenta la coda del carro. Mi ha colpito perché ha una magnitudine apparente di 3,3: cifre che corrispondono alla mia data di nascita. Sono del segno dei Pesci, come tanti cantautori ed artisti”. A undici anni inizia a scrivere canzoni: “a quattordici ho messo su una band con ragazzini della mia età e ho iniziato a portare inediti in giro. All’inizio mi accompagnava papà, finché non sono diventata maggiorenne”. Nel 2000 inizia un tour di esibizioni tra Sidney, Melbourne, Londra, Las Vegas, Bucarest, Zurigo con un repertorio che va dal napoletano classico al jazz blues e dance music. Nel 2005 si aggiudica il secondo posto al Festival di Castrocaro. Tra le collaborazioni che ricorda con piacere: “quella con Gue Pequeno nella canzone ‘Chi non si arrende’ e ‘Un punto e poi a capo’ con Tony Maiello. Sono molto legata anche al video ‘Liù’, rivisitazione della canzone degli Alunni del sole, che affronta il tema sociale dell’amore libero”. Alla domanda: cosa occorre per riuscire a fare ciò che ti piace? Risponde secca: “ci vogliono perseveranza e tenacia nella vita, unite a tanta buona volontà, umiltà, ironia e dedizione. Nel nostro paese è difficile ottenere qualcosa, specialmente senza raccomandazione. Bisogna studiare, perché la musica non s’inventa, s’impara. Io, anche quando non ho esami, studio tre ore al giorno”, continua. Per Claudia la strada è stata sempre in salita: “fino a qualche anno fa ero tutta concentrata sul percorso universitario, in regola con gli esami del secondo anno di Giurisprudenza, poiché quando non hai raccomandazioni solo lo studio può portarti avanti”. Non ha mai oziato: “parallelamente coltivavo la mia passione suonando nei locali e impartendo lezioni di chitarra”. Ad un certo punto, ha sentito sempre più forte l’esigenza di fare musica: “perciò mi sono iscritta al Conservatorio. Per chi fa musica pop-rock, quando passa il treno devi avere i bagagli pronti”. Tante sono state le porte chiuse in faccia: “ma da ogni situazione bisogna imparare a ricavare il buono. Se perdi un festival, ne vincerai un altro. Nei momenti di sconforto puoi anche pensare ‘ora mollo tutto’, ma non lo fare mai. Non perdere mai la speranza. Io, infatti, continuo a fare della musica la mia vita”. Esorta tutti i ragazzi che vogliono intraprendere la sua strada a non scoraggiarsi: “è dura quando il portafoglio piange e preferisci comprare le corde alla chitarra. Io sto ancora lottando, non mi sento arrivata da nessuna parte, perché per me è sempre un inizio. La forza che mi spinge a lottare nasce dalla consapevolezza che molte band, che hanno fatto la storia della musica, sono state mandate a casa con un ‘non farete mai niente’. Noi napoletani abbiamo nel cuore la filosofia dell’’adda passà a nuttata’, quindi siamo più forti”. La partecipazione a The Voice l’ha resa appunto più combattiva: “speravo di arrivare alla fase dei live del programma e ci sono arrivata, il mio bilancio quindi è ultrapositivo. Ho conosciuto tante belle persone e tante belle voci. Non posso fare pronostici su chi vincerà, ma spero qualcuno del team Pelù!”.
Allegra Taglialatela
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