“Noi trasformiamo il pensiero in azione”, è la frase citata dal Rettore Gaetano Manfredi in occasione della conferenza stampa dell’edizione 2019 di “Buon Compleanno Federico II” e sembra essere anche il suo ‘modus operandi’. Lo dicono i risultati ottenuti durante il suo mandato. Primo tra tutti la crescita del numero degli studenti: “i dati relativi alle immatricolazioni per l’anno 2018-2019 mostrano un incremento misurabile intorno all’8%. È un dato che conferma il trend molto positivo degli ultimi anni, dopo un periodo in cui le iscrizioni si erano ridotte. Una crescita legata alla riorganizzazione dell’offerta didattica e all’impatto della ‘no tax area’ che consente alle famiglie con minori risorse economiche di potere iscrivere i figli all’Università”.
Perché si sceglie la Federico II?
“Rispetto agli altri Atenei, da noi hanno giocato un ruolo particolare l’ampia offerta didattica e il prestigio. L’Università Federico II è considerata sempre più competitiva con i grandi Atenei italiani e questo impatta sicuramente in maniera positiva sulle immatricolazioni”.
Il vero grande problema però è l’occupazione, i dati migliorano anche da questo punto di vista?
“Ci stiamo lavorando con molto impegno, i rapporti e le collaborazioni con le aziende sono cresciuti notevolmente, oggi le persone appurano che laurearsi alla Federico II si traduce anche nella possibilità di trovare una buona posizione lavorativa. Lo confermano gli ultimi dati di Almalaurea: il livello di occupazione dei laureati della Federico II è in linea con la media nazionale, con punte maggiori in quei settori in cui oggi c’è maggior richiamo, ovvero l’ingegneria e l’economia. Un dato molto importante considerando che viviamo in un territorio in cui il livello delle opportunità di lavoro è inferiore rispetto al nord del paese”.
La presenza di diverse aziende leader nel Polo di San Giovanni a Teduccio ha contribuito nel miglioramento del trend?
“Sicuramente sì, avere nelle nostre strutture Apple, Microsoft, Cisco, Deloitte, il gruppo FS Italiane, ed altre che fanno formazione operativa ad un livello molto elevato, ci ha dato grande visibilità. Si ha la percezione che la Federico II sia un Ateneo molto collegato con il mondo delle imprese e questo da prestigio e rafforza l’opinione positiva da parte degli studenti”.
Il Governo, dopo anni di tagli, sta lavorando su una norma che consente maggiore autonomia alle Università. Si abbandona un Sistema Universitario unico per stilare una classificazione di Atenei di serie A e serie B. Oggi la Federico II ha le caratteristiche per entrare a far parte degli “Atenei eletti”?
“Sicuramente i numeri che abbiamo, compresi i dati di bilancio, consentono all’Ateneo di essere collocato nella fascia alta delle Università italiane. È chiaro che ci sono ancora dei punti in cui dobbiamo migliorare, per esempio sull’internazionalizzazione c’è ancora tanto da fare, abbiamo un numero ancora basso di studenti stranieri che vengono a studiare a Napoli. L’esperienza con la Apple mostra che, se riusciamo ad organizzarci meglio, la possibilità di attrarre stranieri nella nostra città c’è. Vanno però migliorati gli aspetti organizzativi, di logistica e di attrattività rispetto a certi flussi internazionali dove, purtroppo, non siamo ancora molto presenti. Un altro tema in cui dobbiamo accelerare sono i servizi agli studenti: sono stati fatti passi in avanti significativi ma c’è ancora da fare in termini di residenzialità, di offerta di servizi complementari, di trasporti, che però non dipendono da noi. C’è poi il tema del diritto allo studio: in termini di borse di studio ormai ci siamo messi in pari, ma dobbiamo recuperare molto in termini di residenze e servizi mensa”.
Scuola Superiore di Alta Formazione, un grande progetto frenato da una ‘politica miope’. Partirà quest’anno?
“Siamo in attesa della nomina dell’ultimo membro del Comitato ordinatore da parte dalla Federazione delle Scuole Superiori per realizzare il piano didattico. Quest’anno abbiamo confermato i 3 dottorati che erano frutto di una concertazione con la Scuola Normale. Il processo è comunque in corso. Appena il Comitato ordinatore sarà completo, partiremo. La sede sarà a Mezzocannone, per il momento è a San Marcellino”.
In queste settimane sta incontrando docenti e visitando le varie sedi dell’Ateneo, come mai?
“Sto facendo un giro per i vari Dipartimenti per illustrare i risultati raggiunti finora. È mia intenzione, dopo che avremo presentato il nuovo piano triennale, entro il mese di giugno, di completare questo tour, in maniera tale da presentarlo nei dettagli”.
Che riscontro ha avuto dai suoi colleghi?
“Penso sia importante comunicare con i colleghi i quali spesso non conoscono bene i meccanismi alla base del finanziamento alle Università, le opportunità che ci sono, e anche quelli che possono essere i vincoli sia in termini di didattica, di ricerca e per il reclutamento dei giovani ricercatori o avanzamento di carriera. Ho trovato un riscontro positivo, anche perché l’Ateneo in questi ultimi anni ha fatto investimenti importanti, pur mantenendo un equilibrio di bilancio significativo”.
È già tempo di bilancio per il suo mandato?
“Non ancora, c’è altro da fare. Ma comunque è mia intenzione ad ottobre, con la partenza del mio ultimo anno da Rettore, di organizzare un paio di giorni di discussione su quello che è il mio bilancio, ma soprattutto su una valutazione dei punti di forza e di debolezza per il futuro”.
Cos’ha in cantiere per i prossimi mesi?
“Consolidare le esperienze realizzate fino ad adesso e completare il piano edilizio. Stanno partendo i lavori a Mezzocannone, a Veterinaria sono in consegna, a Monte Sant’Angelo è in corso il rifacimento dei bagni, entro l’estate si interverrà sulle coperture e siamo impegnati nell’autorizzazione edilizia per quanto riguarda il parcheggio. Nel progetto il nuovo ingresso si collega al rifacimento di via Cinthia. Un altro punto che vorrei completare è la riorganizzazione amministrativa con potenziamento delle aree internazionalizzazione, tirocini, terza missione. Occorre, inoltre, un lavoro di razionalizzazione nei Dipartimenti, dove, in alcuni casi, c’è ancora deficit di personale. Annunceremo a breve una serie di iniziative molto importanti che riguardano l’area dell’ingegneria, di scienze e di medicina e, infine, ulteriori sinergie con grandi gruppi multinazionali”.
Perché si sceglie la Federico II?
“Rispetto agli altri Atenei, da noi hanno giocato un ruolo particolare l’ampia offerta didattica e il prestigio. L’Università Federico II è considerata sempre più competitiva con i grandi Atenei italiani e questo impatta sicuramente in maniera positiva sulle immatricolazioni”.
Il vero grande problema però è l’occupazione, i dati migliorano anche da questo punto di vista?
“Ci stiamo lavorando con molto impegno, i rapporti e le collaborazioni con le aziende sono cresciuti notevolmente, oggi le persone appurano che laurearsi alla Federico II si traduce anche nella possibilità di trovare una buona posizione lavorativa. Lo confermano gli ultimi dati di Almalaurea: il livello di occupazione dei laureati della Federico II è in linea con la media nazionale, con punte maggiori in quei settori in cui oggi c’è maggior richiamo, ovvero l’ingegneria e l’economia. Un dato molto importante considerando che viviamo in un territorio in cui il livello delle opportunità di lavoro è inferiore rispetto al nord del paese”.
La presenza di diverse aziende leader nel Polo di San Giovanni a Teduccio ha contribuito nel miglioramento del trend?
“Sicuramente sì, avere nelle nostre strutture Apple, Microsoft, Cisco, Deloitte, il gruppo FS Italiane, ed altre che fanno formazione operativa ad un livello molto elevato, ci ha dato grande visibilità. Si ha la percezione che la Federico II sia un Ateneo molto collegato con il mondo delle imprese e questo da prestigio e rafforza l’opinione positiva da parte degli studenti”.
Il Governo, dopo anni di tagli, sta lavorando su una norma che consente maggiore autonomia alle Università. Si abbandona un Sistema Universitario unico per stilare una classificazione di Atenei di serie A e serie B. Oggi la Federico II ha le caratteristiche per entrare a far parte degli “Atenei eletti”?
“Sicuramente i numeri che abbiamo, compresi i dati di bilancio, consentono all’Ateneo di essere collocato nella fascia alta delle Università italiane. È chiaro che ci sono ancora dei punti in cui dobbiamo migliorare, per esempio sull’internazionalizzazione c’è ancora tanto da fare, abbiamo un numero ancora basso di studenti stranieri che vengono a studiare a Napoli. L’esperienza con la Apple mostra che, se riusciamo ad organizzarci meglio, la possibilità di attrarre stranieri nella nostra città c’è. Vanno però migliorati gli aspetti organizzativi, di logistica e di attrattività rispetto a certi flussi internazionali dove, purtroppo, non siamo ancora molto presenti. Un altro tema in cui dobbiamo accelerare sono i servizi agli studenti: sono stati fatti passi in avanti significativi ma c’è ancora da fare in termini di residenzialità, di offerta di servizi complementari, di trasporti, che però non dipendono da noi. C’è poi il tema del diritto allo studio: in termini di borse di studio ormai ci siamo messi in pari, ma dobbiamo recuperare molto in termini di residenze e servizi mensa”.
Scuola Superiore di Alta Formazione, un grande progetto frenato da una ‘politica miope’. Partirà quest’anno?
“Siamo in attesa della nomina dell’ultimo membro del Comitato ordinatore da parte dalla Federazione delle Scuole Superiori per realizzare il piano didattico. Quest’anno abbiamo confermato i 3 dottorati che erano frutto di una concertazione con la Scuola Normale. Il processo è comunque in corso. Appena il Comitato ordinatore sarà completo, partiremo. La sede sarà a Mezzocannone, per il momento è a San Marcellino”.
In queste settimane sta incontrando docenti e visitando le varie sedi dell’Ateneo, come mai?
“Sto facendo un giro per i vari Dipartimenti per illustrare i risultati raggiunti finora. È mia intenzione, dopo che avremo presentato il nuovo piano triennale, entro il mese di giugno, di completare questo tour, in maniera tale da presentarlo nei dettagli”.
Che riscontro ha avuto dai suoi colleghi?
“Penso sia importante comunicare con i colleghi i quali spesso non conoscono bene i meccanismi alla base del finanziamento alle Università, le opportunità che ci sono, e anche quelli che possono essere i vincoli sia in termini di didattica, di ricerca e per il reclutamento dei giovani ricercatori o avanzamento di carriera. Ho trovato un riscontro positivo, anche perché l’Ateneo in questi ultimi anni ha fatto investimenti importanti, pur mantenendo un equilibrio di bilancio significativo”.
È già tempo di bilancio per il suo mandato?
“Non ancora, c’è altro da fare. Ma comunque è mia intenzione ad ottobre, con la partenza del mio ultimo anno da Rettore, di organizzare un paio di giorni di discussione su quello che è il mio bilancio, ma soprattutto su una valutazione dei punti di forza e di debolezza per il futuro”.
Cos’ha in cantiere per i prossimi mesi?
“Consolidare le esperienze realizzate fino ad adesso e completare il piano edilizio. Stanno partendo i lavori a Mezzocannone, a Veterinaria sono in consegna, a Monte Sant’Angelo è in corso il rifacimento dei bagni, entro l’estate si interverrà sulle coperture e siamo impegnati nell’autorizzazione edilizia per quanto riguarda il parcheggio. Nel progetto il nuovo ingresso si collega al rifacimento di via Cinthia. Un altro punto che vorrei completare è la riorganizzazione amministrativa con potenziamento delle aree internazionalizzazione, tirocini, terza missione. Occorre, inoltre, un lavoro di razionalizzazione nei Dipartimenti, dove, in alcuni casi, c’è ancora deficit di personale. Annunceremo a breve una serie di iniziative molto importanti che riguardano l’area dell’ingegneria, di scienze e di medicina e, infine, ulteriori sinergie con grandi gruppi multinazionali”.







