Studenti in toga per la XIII edizione della Moot Court Competition, la simulazione processuale su un caso di diritto privato promossa dall’Associazione Elsa Napoli. Martedì 31 maggio, 8 squadre si sono date battaglia a suon di arringhe davanti ad una giuria di esperti. Gli studenti hanno dovuto dimostrare le proprie argomentazioni giuridiche, avvalendosi di memorie scritte redatte in totale autonomia. “Ottima la partecipazione da parte dei ragazzi – commenta Nicola Maiello, Vice Presidente Attività Accademiche Elsa Napoli – Quest’anno abbiamo avuto un gruppo eterogeneo di partecipanti, non solo matricole, ma anche studenti degli ultimi anni pronti a mettersi in gioco. La competizione è riuscita a dare voce ad interessi diversi. Ogni squadra, a suo modo, voleva dimostrare di avere le carte in regola per vincere”. La tensione è stata notevole. “Più studenti avrebbero meritato un premio, tutti si sono distinti per professionalità, motivazione e modo di esporre. L’impegno profuso andrebbe sempre premiato. Sia il prof. Fernando Bocchini che la prof.ssa Luciana D’Acunto, promotori della simulazione e membri del comitato scientifico, hanno ammesso le difficoltà riscontrate nel decretare una singola squadra vincitrice. Segno questo che l’Associazione, insieme ai ragazzi, sta lavorando nella direzione giusta”. Si aggiudica il premio come ‘Migliore Squadra’ un duo maschile: Gabriele Marasco e Luigi Montefusco, entrambi studenti del IV anno. “Ho deciso di partecipare alla simulazione per un riscontro praticodi ciò che studio – afferma Gabriele – È stato interessante, poi, ripetere gli Istituti del Diritto Privato con la consapevolezza del IV anno. Debbo dire che questa disciplina mi è apparsa molto ridimensionata rispetto a quando ero una matricola. Anche se la materia fa sempre il suo effetto, ho scoperto di avere una proprietà di linguaggio ed un’esperienza che mi hanno permesso un confronto ed uno studio senza grosse difficoltà”. L’aver vinto “è stata una grande soddisfazione, è bello venir gratificati per il proprio lavoro. Credo che il segreto del nostro successo sia da attribuire alla completezza delle nostre arringhe. Nel rispondere
alle offensive abbiamo introdotto elementi di Procedura Civile. Rispetto alle matricole, possiamo usufruire di una visione maggiormente ampia del Diritto Civile e questa cosa ci ha avvantaggiato”. Grazie alla simulazione: “ho potuto mettermi alla prova, fare ricerca giuridica e al contempo divertirmi. Insomma, cosa chiedere di più!”. Per Luigi è la seconda esperienza alla Moot. “Quando ho partecipato la prima volta ero matricola – racconta lo studente – Ho voluto ripresentarmi perché avevo voglia di mettermi in gioco. Anche se il processo simulato sottrae tempo allo studio, è molto formativo e permette di tarare i propri limiti e le proprie conoscenze. Ho sperimentato, infatti, una consapevolezza che non avevo, mi sono sentito sicuro nell’esposizione, e quest’esperienza è andata molto meglio della prima”. Soprattutto perché, da studenti del IV anno, i ragazzi hanno scritto “arringhe molto semplici che abbiamo però saputo enfatizzare a dovere. La mia performance davanti alla giuria è stata completa e mi ha
di fatto aiutato. Prima pensavo che il mestiere di avvocato non facesse per me e puntavo alla magistratura. Dopo aver parlato in pubblico, mi sono ricreduto, credo di potercela fare. Nel post-laurea ora valuterò più
opzioni”. Il premio di ‘Migliore Oratore’ è andato ad Angelo D’Onofrio. “A Giurisprudenza sono abituato a studiare il diritto in modo astratto – commenta lo studente al III anno – La simulazione mi ha permesso di entrare nel concreto, dando forma ad un altro aspetto del mondo giuridico, quello applicativo”. Nel premio Angelo un po’ ci sperava: “Mi sono impegnato tantissimo, l’idea mi allettava molto. Debbo dire che mi ha aiutato il mio modo di preparare gli esami. Di solito giro per casa ripetendo a voce alta, anche in questo caso ho usato il mio metodo, preparandomi al confronto con la giuria. Parlare in pubblico non è stato così traumatico, in fin dei conti, la competizione mi ha fornito una maggiore sicurezza nelle mie capacità. Questo mi renderà più semplice affrontare i prossimi esami”. Per questo motivo: “ho invitato molti amici a partecipare a esperienze simili, le quali ti formano a prescindere, al di là di premi e risultati. Anzi, ce ne fossero di maggiori iniziative in Dipartimento, cercherei di partecipare a tutte”.
alle offensive abbiamo introdotto elementi di Procedura Civile. Rispetto alle matricole, possiamo usufruire di una visione maggiormente ampia del Diritto Civile e questa cosa ci ha avvantaggiato”. Grazie alla simulazione: “ho potuto mettermi alla prova, fare ricerca giuridica e al contempo divertirmi. Insomma, cosa chiedere di più!”. Per Luigi è la seconda esperienza alla Moot. “Quando ho partecipato la prima volta ero matricola – racconta lo studente – Ho voluto ripresentarmi perché avevo voglia di mettermi in gioco. Anche se il processo simulato sottrae tempo allo studio, è molto formativo e permette di tarare i propri limiti e le proprie conoscenze. Ho sperimentato, infatti, una consapevolezza che non avevo, mi sono sentito sicuro nell’esposizione, e quest’esperienza è andata molto meglio della prima”. Soprattutto perché, da studenti del IV anno, i ragazzi hanno scritto “arringhe molto semplici che abbiamo però saputo enfatizzare a dovere. La mia performance davanti alla giuria è stata completa e mi ha
di fatto aiutato. Prima pensavo che il mestiere di avvocato non facesse per me e puntavo alla magistratura. Dopo aver parlato in pubblico, mi sono ricreduto, credo di potercela fare. Nel post-laurea ora valuterò più
opzioni”. Il premio di ‘Migliore Oratore’ è andato ad Angelo D’Onofrio. “A Giurisprudenza sono abituato a studiare il diritto in modo astratto – commenta lo studente al III anno – La simulazione mi ha permesso di entrare nel concreto, dando forma ad un altro aspetto del mondo giuridico, quello applicativo”. Nel premio Angelo un po’ ci sperava: “Mi sono impegnato tantissimo, l’idea mi allettava molto. Debbo dire che mi ha aiutato il mio modo di preparare gli esami. Di solito giro per casa ripetendo a voce alta, anche in questo caso ho usato il mio metodo, preparandomi al confronto con la giuria. Parlare in pubblico non è stato così traumatico, in fin dei conti, la competizione mi ha fornito una maggiore sicurezza nelle mie capacità. Questo mi renderà più semplice affrontare i prossimi esami”. Per questo motivo: “ho invitato molti amici a partecipare a esperienze simili, le quali ti formano a prescindere, al di là di premi e risultati. Anzi, ce ne fossero di maggiori iniziative in Dipartimento, cercherei di partecipare a tutte”.







