“La Fisica è l’arte di produrre modelli di comprensione della realtà – afferma il prof. Rodolfo Figari, coordinatore della didattica al Corso di Laurea in Fisica – Sebbene non rappresenti una professionalità specifica, tecnicamente si tratta di un profilo vincente. Nell’economia moderna, qualunque pubblica amministrazione o azienda dovrebbe desiderare persone in grado di semplificare i problemi, perché tutta la nuova produzione è, in primo luogo, produzione di conoscenza”. Chi sceglie questo percorso deve essere mosso dalla curiosità e avere voglia di apprendere saperi matematici e scientifici di alto profilo, trasferibili ad un notevole ambito di settori: “appropriandosene quanto più possibile e in maniera interdisciplinare. I ragazzi hanno la fortuna di vivere in un contesto accogliente, in cui gli studenti fanno comunità. Da un po’ di tempo, hanno anche ricominciato a partecipare alle nostre riunioni, portando le loro idee e proposte”.
Sulle potenzialità offerte dai fisici al mercato del lavoro si investe tendenzialmente di più all’estero ma questo non impedisce loro di trovare occasioni d’inserimento importanti anche in Italia, nell’industria tecnologica, nel campo dell’ottica, dell’informatica, dei nuovi materiali, nella divulgazione.
“È vero, sembra che questi studi non abbiano uno scopo preciso se non quello di formare ricercatori e sappiamo come sta andando la ricerca in Italia – dice Luca Buonocore, studente alla Laurea Triennale in Fisica – Il nostro destino è l’estero, ci dicono i docenti. Ma è anche vero che la forma mentis che dà un corso di scienza di base aiuta a sviluppare attitudini valide in tanti campi. Per profili come il nostro, si stanno aprendo opportunità interessanti nella medicina nucleare e in ambito dirigenziale nei settori dell’Economia e Finanza”. “Scegliere questi studi pensando solo agli sbocchi futuri è riduttivo – aggiungono gli studenti Pietro Piccialli e Claudio Pipicelli – Per molti versi, Fisica è autoselettiva. Se non si ha passione, non si va avanti e comunque in cinque anni il mondo del lavoro può cambiare molto”.
Come gestire il primo impatto? “Molti di coloro i quali abbandonano si sono iscritti attratti dall’idea dei viaggi nel tempo e dallo studio delle particelle infinitesimali. I primi due anni, però, sono solo Matematica, cavi, carrucole e lenti. In particolare, l’impatto con materie come Analisi, Algebra Lineare e Geometria può essere duro perché ci si trova di fronte ad un rigore mai visto prima. Mentre si cerca di imparare a studiare con metodo universitario, è già finito il primo semestre. Bisogna tenere sempre presente che non c’è tempo”, sostiene un gruppo di studenti fra i quali c’è anche Federica Frizzieri, iscritta ad Ottica e Optometria, Corso Triennale, in collaborazione con Federottica. “Quando ho dovuto scegliere l’università, ho pensato anche agli sbocchi futuri – racconta Federica – Il Corso è molto interessante e interdisciplinare, si affrontano tematiche molto diverse fra loro, dalla Fisica, alla Fisiologia e Patologia Oculare, ma è faticoso. Tutti gli studi scientifici lo sono perché richiedono metodo”.
Simona Pasquale
Sulle potenzialità offerte dai fisici al mercato del lavoro si investe tendenzialmente di più all’estero ma questo non impedisce loro di trovare occasioni d’inserimento importanti anche in Italia, nell’industria tecnologica, nel campo dell’ottica, dell’informatica, dei nuovi materiali, nella divulgazione.
“È vero, sembra che questi studi non abbiano uno scopo preciso se non quello di formare ricercatori e sappiamo come sta andando la ricerca in Italia – dice Luca Buonocore, studente alla Laurea Triennale in Fisica – Il nostro destino è l’estero, ci dicono i docenti. Ma è anche vero che la forma mentis che dà un corso di scienza di base aiuta a sviluppare attitudini valide in tanti campi. Per profili come il nostro, si stanno aprendo opportunità interessanti nella medicina nucleare e in ambito dirigenziale nei settori dell’Economia e Finanza”. “Scegliere questi studi pensando solo agli sbocchi futuri è riduttivo – aggiungono gli studenti Pietro Piccialli e Claudio Pipicelli – Per molti versi, Fisica è autoselettiva. Se non si ha passione, non si va avanti e comunque in cinque anni il mondo del lavoro può cambiare molto”.
Come gestire il primo impatto? “Molti di coloro i quali abbandonano si sono iscritti attratti dall’idea dei viaggi nel tempo e dallo studio delle particelle infinitesimali. I primi due anni, però, sono solo Matematica, cavi, carrucole e lenti. In particolare, l’impatto con materie come Analisi, Algebra Lineare e Geometria può essere duro perché ci si trova di fronte ad un rigore mai visto prima. Mentre si cerca di imparare a studiare con metodo universitario, è già finito il primo semestre. Bisogna tenere sempre presente che non c’è tempo”, sostiene un gruppo di studenti fra i quali c’è anche Federica Frizzieri, iscritta ad Ottica e Optometria, Corso Triennale, in collaborazione con Federottica. “Quando ho dovuto scegliere l’università, ho pensato anche agli sbocchi futuri – racconta Federica – Il Corso è molto interessante e interdisciplinare, si affrontano tematiche molto diverse fra loro, dalla Fisica, alla Fisiologia e Patologia Oculare, ma è faticoso. Tutti gli studi scientifici lo sono perché richiedono metodo”.
Simona Pasquale