Il 22 settembre ragazze e ragazzi che la scorsa primavera hanno superato i test di accesso ad Architettura quinquennale e alla Triennale di primo livello in Scienze dell’architettura cominceranno la loro avventura universitaria. Inizieranno infatti i corsi del primo semestre. “Abbiamo anticipato di alcune settimane rispetto al passato – dice il professore Mario Losasso, Direttore del Dipartimento – in maniera da concludere il primo semestre prima delle vacanze di Natale e di garantire agli studenti più tempo, rispetto a quanto accadeva in precedenza, per preparare gli esami del semestre”.
Architettura è un Dipartimento che, ai neodiplomati, propone tre Corsi di Laurea. Uno in cinque anni: Architettura Ue. Chi si immatricola e consegue la laurea ha la possibilità di sostenere l’esame di Stato per iscriversi all’Ordine degli Architetti in tutte le quattro sezioni in cui esso è diviso. C’è poi la Laurea Triennale in Scienze dell’architettura. Chi la consegue e non decide poi di proseguire con il biennio specialistico, si può iscrivere all’Ordine degli Architetti, ma nella categoria junior, che preclude la possibilità di svolgere alcune attività, ma non quella, per esempio, di firmare progetti su piccola scala. Il terzo Corso di Laurea che Architettura propone ai neodiplomati è Urbanistica. Sono tutti Corsi a numero programmato. Le prove di Urbanistica sono previste a settembre. Per Architettura (250 posti disponibili) e Scienze dell’architettura (150 immatricolazioni al massimo) i giochi sono fatti, perché il test si è svolto ad aprile scorso.
Ma chi è l’architetto, che mestiere svolge, quali caratteristiche deve avere? “In entrambi i Corsi di Laurea – Architettura quinquennale e Scienze dell’architettura – s’incrociano materie tipiche di una formazione umanistica, penso per esempio alla Storia, con discipline di carattere scientifico in senso stretto. Matematica e Tecnica delle costruzioni, per citarne un paio. In più, ci sono i laboratori, che rappresentano circa la metà del carico di ore e sono il fulcro della formazione dei futuri architetti. Sono i momenti di una didattica applicata che è tipica di questo percorso formativo. È facile capire, dunque, il fascino e la complessità di Architettura: eterogenea, varia, ma dotata di una sua coerenza finalizzata alla formazione di validi professionisti”. Per le discipline tecnico-scientifiche, che per molti studenti si rivelano particolarmente impegnative, “anche il prossimo anno accademico attiveremo corsi integrativi, Servono ad aiutare i ragazzi a recuperare eventuali lacune e ad assimilare al meglio i contenuti di quelle materie”.
Architettura storicamente è nata nella sede di Palazzo Gravina. Oggi, però, gran parte delle lezioni si svolge nell’edificio che affaccia su via Toledo, il Palazzo dello Spirito Santo. È il complesso nel quale sono ubicate anche le aule studio e dove si possono utilizzare, sulla base di un regolamento forse un po’ troppo macchinoso, rispetto al quale i rappresentanti studenteschi chiedono alcune sostanziali modifiche, i plotter per la stampa delle tavole dei progetti da sottoporre alla correzione dei docenti.
Il futuro dei laureati? “Il lavoro dell’architetto – risponde il professore Lossasso – non è solo lo studio tradizionale, dove si impegna il singolo professionista. È fondamentale che si faccia squadra, che si mettano le proprie competenze al servizio di una rete di professionalità differenti, che spaziano dall’ingegnere al geologo, dall’economista al sociologo. L’approccio collaborativo è ormai indispensabile”.
Fabrizio Geremicca
Architettura è un Dipartimento che, ai neodiplomati, propone tre Corsi di Laurea. Uno in cinque anni: Architettura Ue. Chi si immatricola e consegue la laurea ha la possibilità di sostenere l’esame di Stato per iscriversi all’Ordine degli Architetti in tutte le quattro sezioni in cui esso è diviso. C’è poi la Laurea Triennale in Scienze dell’architettura. Chi la consegue e non decide poi di proseguire con il biennio specialistico, si può iscrivere all’Ordine degli Architetti, ma nella categoria junior, che preclude la possibilità di svolgere alcune attività, ma non quella, per esempio, di firmare progetti su piccola scala. Il terzo Corso di Laurea che Architettura propone ai neodiplomati è Urbanistica. Sono tutti Corsi a numero programmato. Le prove di Urbanistica sono previste a settembre. Per Architettura (250 posti disponibili) e Scienze dell’architettura (150 immatricolazioni al massimo) i giochi sono fatti, perché il test si è svolto ad aprile scorso.
Ma chi è l’architetto, che mestiere svolge, quali caratteristiche deve avere? “In entrambi i Corsi di Laurea – Architettura quinquennale e Scienze dell’architettura – s’incrociano materie tipiche di una formazione umanistica, penso per esempio alla Storia, con discipline di carattere scientifico in senso stretto. Matematica e Tecnica delle costruzioni, per citarne un paio. In più, ci sono i laboratori, che rappresentano circa la metà del carico di ore e sono il fulcro della formazione dei futuri architetti. Sono i momenti di una didattica applicata che è tipica di questo percorso formativo. È facile capire, dunque, il fascino e la complessità di Architettura: eterogenea, varia, ma dotata di una sua coerenza finalizzata alla formazione di validi professionisti”. Per le discipline tecnico-scientifiche, che per molti studenti si rivelano particolarmente impegnative, “anche il prossimo anno accademico attiveremo corsi integrativi, Servono ad aiutare i ragazzi a recuperare eventuali lacune e ad assimilare al meglio i contenuti di quelle materie”.
Architettura storicamente è nata nella sede di Palazzo Gravina. Oggi, però, gran parte delle lezioni si svolge nell’edificio che affaccia su via Toledo, il Palazzo dello Spirito Santo. È il complesso nel quale sono ubicate anche le aule studio e dove si possono utilizzare, sulla base di un regolamento forse un po’ troppo macchinoso, rispetto al quale i rappresentanti studenteschi chiedono alcune sostanziali modifiche, i plotter per la stampa delle tavole dei progetti da sottoporre alla correzione dei docenti.
Il futuro dei laureati? “Il lavoro dell’architetto – risponde il professore Lossasso – non è solo lo studio tradizionale, dove si impegna il singolo professionista. È fondamentale che si faccia squadra, che si mettano le proprie competenze al servizio di una rete di professionalità differenti, che spaziano dall’ingegnere al geologo, dall’economista al sociologo. L’approccio collaborativo è ormai indispensabile”.
Fabrizio Geremicca