Il finalista del Premio Strega Francesco Piccolo alla SUN

Il muro della Reggia: il titolo dell’incontro con lo scrittore e sceneggiatore casertano Francesco Piccolo promosso dal Dipartimento di Lettere e Beni Culturali della SUN e tenutosi il 14 maggio presso il Complesso di San Francesco a Santa Maria Capua Vetere. Come ha spiegato la prof.ssa Rosanna Cioffi, Direttore del Dipartimento, intervenuta in apertura per portare i suoi saluti, l’evento si colloca all’interno dell’iniziativa nazionale UNIPERTUTTI, che dal 12 al 17 maggio ha aperto le porte delle università italiane alla cittadinanza, volendo promuovere un’idea di università intesa come bene comune. E sicuramente è ad un pubblico variegato, esteso ben oltre i confini degli studenti di Lettere, che parla la prof.ssa Caterina Verbaro, presentando l’autore e spiegando il mistero del titolo dell’evento: “Il muro della Reggia è una citazione che abbiamo tratto da Il desiderio di essere come tutti, l’ultimo libro di Francesco Piccolo, che si apre con una scena ambientata nella Reggia di Caserta. L’autore, all’età di nove anni, scavalca il muro della Reggia e si trova da solo in una bellezza epifanica. Un momento molto significativo, perché per la prima volta nella sua vita l’autore esce dal suo limbo solipsistico e scopre l’esistenza di tutta l’umanità passata in quel luogo”. La professoressa individua nel romanzo di Piccolo diversi elementi identificabili come tipici della letteratura postmoderna, uno su tutti il superamento dei generi. Ne Il desiderio di essere come tutti convivono, infatti, il racconto autobiografico (con elementi di autofiction), il racconto storico e il reportage giornalistico. Un’osservazione che Piccolo conferma individuando in uno dei suoi ispiratori il Petronio del Satyricon e spiegando questa sua esigenza tramite una tensione costante verso il presente che lo spinge ad abbandonare gli schemi classici. “E altro motivo è il fatto che cerco di scrivere le cose nella maniera più vicina a come vorrei leggerle – aggiunge lo scrittore – Chiaramente questi, per chi scrive, sono ragionamenti in parte consapevoli e in parte no”. Un’idea del romanzo come contenitore, che di certo ha fatto breccia nella mente di molti se Francesco Piccolo è dato come il favorito per il prossimo Premio Strega. A chi gli chiede le sue sensazioni a riguardo, risponde: “Quello che succederà, succederà. Per fortuna è diverso da una partita di calcio. Io qui la partita l’ho già giocata, il libro l’ho già scritto, e questa cosa mi rassicura tantissimo”. Dando un’occhiata agli altri finalisti del Premio emerge un interessante elemento: tra di loro tre sono casertani. “Ai miei tempi c’era solo Toni Servillo che faceva teatro sperimentale. Oggi Caserta sembra una specie di San Francisco!”, dice Piccolo, e allude evidentemente agli altri due finalisti della provincia, Piccirillo e Ruotolo. Parlando delle sue origini poi, afferma che il suo essere nato e cresciuto nel centro di Caserta è all’origine stessa della sua attività di scrittore: “Il provinciale in città è un elemento potentissimo nella letteratura italiana del ‘900. Si può dire che sia una letteratura che nasce quasi tutta in provincia”. 
Gli studenti hanno intervallato il dialogo con letture di alcuni estratti dalle opere dello scrittore, brani che hanno illustrato concretamente lo stile e il tono dei romanzi. A questi momenti si è aggiunto un video in cui è stata riassunta la carriera cinematografica di Piccolo, carriera che vede all’attivo sceneggiature di film come “Il Caimano”, “Habemus Papam” (entrambi di Nanni Moretti) e ancora, più recentemente, “Il capitale umano” di Paolo Virzì. Parlando del suo rapporto con il lavoro di sceneggiatore, Piccolo osserva: “L’esigenza di costruzione di trama, di personaggi, di relazioni, la riverso molto nella mia scrittura per il cinema. Questo mi libera molto nel momento in cui mi approccio alla scrittura di un romanzo, e mi permette di estremizzare la rottura dei generi di cui si parlava”.
Grande successo per la giornata, che ha visto una folla partecipe e curiosa accogliere un autore della propria terra con numerose domande e interventi. A chi gli ha chiesto un consiglio, un suggerimento da dare ai giovani, Piccolo ha risposto con una frase in forte controtendenza rispetto a quelle che si sentono di solito in queste occasioni: “Se uno riesce ad individuare delle passioni proprie, vive, le deve seguire a prescindere dai risultati. Io non credo né alla realizzazione né al fallimento. L’esistenza è sempre un valore assoluto. Se poi la passione diventa un lavoro è una cosa bella, ma non è importante”.
Valerio Casanova
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