Il prof. Silvestro Canonico eletto Presidente della Scuola di Medicina

Eletto in prima battuta il 28 maggio, è Silvestro Canonico il nuovo Presidente della Scuola di Medicina della SUN per il triennio 2014-17. A votare, i componenti del Consiglio, appartenenti ai nove Dipartimenti di Area Medica. Ampio consenso per il professore, da più di dieci anni ordinario di Chirurgia Generale, che ha riportato il 70% di preferenze, in totale 38 componenti votanti, di cui 26 l’hanno scelto, contro i 12 della prof.ssa Laura Perrone. Un curriculum ricco, in cui si sommano cariche quali: Presidente della Società Italiana di Chirurgia Geriatrica, componente del Consiglio Direttivo dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Napoli e da sette anni Direttore del Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche, Neurologiche, Metaboliche e dell’Invecchiamento alla SUN; carica che a breve abbandonerà, perché incompatibile con quella di Presidente. “La mia candidatura è venuta fuori attraverso una valutazione fatta dai Direttori delle diverse aree cliniche: mi hanno riconosciuto doti di leadership, capacità aggregante e lunga esperienza per le mansioni ricoperte, sempre con il massimo impegno”. Si dice infatti pronto ad affrontare la nuova avventura: “ho una volontà ferma, perché mi sono costruito con le mie forze. Ho perso mio padre a 16 anni, senza avere medici, né docenti universitari in famiglia, sono arrivato fin qui. Il merito ancora oggi paga, dobbiamo dimostrare che sia questa la realtà, altrimenti siamo destinati al fallimento. Il nepotismo è uno dei problemi da affrontare nella società attuale, poco dinamica, poiché c’è un eccessivo numero di figli che fanno il lavoro dei padri, e ciò si riflette sul vivere comune”. Tra le mansioni principali del Presidente c’è il coordinamento, laddove ci siano più Dipartimenti. “La legge Gelmini ha dato, per certi versi, maggiore autonomia ai Dipartimenti, per quel che riguarda ricerca e didattica. Il Presidente della Scuola deve dunque fungere da equilibratore del carico didattico per i docenti all’interno dei diversi settori scientifico-disciplinari: evitare buchi, stabilire rapporti con l’Azienda Ospedaliera, conciliare l’attività assistenziale con quella didattica e di ricerca, entrare nei meccanismi di programmazione al fianco della Regione”. La prima difficoltà sarà entrare nel nuovo ruolo: “occuparsi dei settori sui quali è indispensabile intervenire. Ci sono infatti una serie di problematiche in corso d’opera che riguardano scelte ministeriali, come l’eliminazione del test d’ingresso a Medicina per l’anno prossimo; il che significherebbe una riorganizzazione completa dei Corsi di Laurea, che invece di far fronte a 400 iscritti, dovranno aspettarsene circa 3.000”. La criticità sarebbe quindi un’organizzazione in tempi brevi. “Altro problema da affrontare, riguarda le Scuole di Specializzazione, i cui concorsi d’ammissione sono stati rinviati da luglio a settembre. In più, è stato ventilato dal Ministero un taglio consistente di borse, senza contare che avremo un grosso numero di pensionamenti, che riguarderanno principalmente gli immatricolati del ’68-70, quando l’accesso a Medicina è stato liberalizzato. Di conseguenza, rischiamo parallelamente una carenza di medici e specialisti, se consideriamo che le borse copriranno solo il 30% dei laureati”. Insomma una serie di incertezze di natura legislativa, su cui bisognerà lavorare in tempi rapidi: “con la collaborazione della Giunta Regionale e del futuro Rettore”.
 Allegra Taglialatela
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