Il rapporto tra adolescenti e genitori in “Bianca come la neve”

Una storia d’amore che coinvolge un ragazzo e una ragazza, Davide e Morena, entrambi molto giovani, il racconto dei primi scontri tra amici, il delinearsi dei rapporti tra pari e tra genitori e figli. Il tutto, narrato attraverso la candida voce della sedicenne Morena, la protagonista del romanzo “Bianca come la neve” di Mariarosaria Conte, laureata in Giurisprudenza, oggi insegnante di Scuola Primaria. “Bianca come la neve non è un trattato sull’adolescenza. Ma, attraverso parole semplici, affronta tematiche molto complesse – spiega l’autrice – Nel corso della storia, Morena comprende quanto sia difficile rapportarsi con gli altri, inizia a confrontarsi con i suoi pari e si accorge che quella famiglia che lei voleva chiudere fuori dalle sue emozioni è, invece, il suo punto di riferimento e la aiuta a crescere”. Il romanzo porta con sé un messaggio molto potente: “rivolto tanto agli adolescenti quanto ai loro genitori. I giovani devono sentire di appartenere alla famiglia anche se pensano che gli adulti possano non capirli. Oggi c’è grande confusione di ruoli e i ragazzi non riescono a confrontarsi più con gli adulti. Ma un ragazzo, a quindici o sedici anni, ha ancora bisogno della coccola del genitore. Nei miei romanzi non si parla mai di cellulari o digitalizzazione, si parla piuttosto dei sentimenti veri. Un giovane sensibile non deve mai scoraggiarsi, ma cercare qualcuno che sia come lui e non credere che chi pensa di essere forte, figo o vip sia migliore di lui. Deve acquisire consapevolezza e prendere coscienza di quali siano i propri mezzi, ma, per farlo, ha bisogno di avere alle spalle una famiglia forte”. Quando la sua storia d’amore, quella che tutti gli adolescenti vorrebbero, naufraga, la sensibile Morena si lascia andare, non si sente all’altezza dei suoi coetanei e si accorge di non essere affatto bianca come la neve, di non essere perfetta e di avere, dentro di sé, delle zone d’ombra. Ma la perfezione non esiste, essere perfetti non è importante e l’acquisizione di questa consapevolezza avverrà nel corso di un difficile percorso di crescita. Ma essere sensibili, oggi, è ancora un valore per un adolescente? “Spesso chi viene offeso non si accorge di essere una vittima, ma si sente in colpa. Non bisogna mai pensare di essere soli, sbagliati o colpevoli. Oggi c’è tanta distrazione, tanta superficialità, si tende a dare importanza a cose che non ne hanno e chi non appare come gli altri si sente escluso. In realtà non ci sono soltanto vip e ragazzi e ragazze in vetrina, ma anche tante persone che vogliono rapportarsi in modo vero e sereno con i coetanei e con gli adulti”.
“Bianca come la neve”, edito da Ateneapoli, è il seguito ideale di “Mare nell’anima”, romanzo pubblicato nel 2015 da Cavinato editore. “In Mare nell’anima racconto l’idilliaca storia d’amore tra Davide e Morena. È una storia dai toni fiabeschi, con tempi indeterminati e paesaggi surreali. In Bianca come la neve questo amore non va come la protagonista aveva sperato. Il racconto è più contestualizzato, circoscritto, narrato attraverso la voce dolce di un’adolescente, ma si fonda sulle emozioni più forti di un gruppo”. Come nasce Morena? “Mi hanno ispirato le mie figlie che sono accanite lettrici come me. Un giorno eravamo in spiaggia ed io stavo leggendo per loro quando la più piccola delle mie figlie mi ha chiesto ‘Perché non scrivi un romanzo sui ragazzi?’. Già da prima scrivevo, a mano, su dei fogli. Si trattava di appunti mai portati a termine. C’era l’idea di un romanzo, ma dovevo capire se volevo davvero che altri leggessero le cose che scrivevo”. Vale ancora la pena pubblicare in un contesto in cui si legge di meno e tutti si sentono scrittori senza essere dei lettori? “Mi sono innamorata della scrittura attraverso la lettura. Un buon libro non deve essere mai lungo, ripetitivo, non deve annoiare, deve portarti alle pagine finali senza che tu te ne accorga. Deve entrare nella testa del lettore, farlo sognare e dargli un momento di relax. Non tutti i libri hanno questa magia”, conclude Mariarosaria Conte.
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