“Il sonno della ragione genera mostri” è il titolo di un’acquaforte e acquatinta, realizzata tra 1797 e il 1799, da Francisco José de Goya y Lucientes (Fuendetodos, 30 marzo1746 – Bordeaux, 16 aprile1828). Precisamente, si tratta del foglio n. 43 di una serie di 80 incisioni ad acquaforte, chiamata Los caprichos (I capricci) e pubblicata nel 1799, nella quale il filomate pittore spagnolo esprime una ferma condanna all’oppressione del potere, all’ottusità della superstizione e ad ogni forma di sopraffazione.
La scena rappresenta un uomo addormentato, forse Goya stesso, mentre prendono forma, attorno a lui, sinistri uccelli notturni, inquietanti volti ghignanti e diabolici felini che sono il parto della sua mente. Apparentemente i gufi, simboli di follia, ed i pipistrelli, simboli di ignoranza, sembrano pronti ad attaccare l’artista, ritratto di ciò che emerge quando la ragione viene annullata, ma si potrebbe interpretare anche come processo creativo, come uno scatenamento della fantasia, delle emozioni e degli incubi.
Mai frase fu più idonea a chiarire ciò che nel nostro Paese sta accadendo per l’accesso ai Corsi di Laurea a numero chiuso, come quelli di Medicina, per intenderci.
Il Ministro Profumo, durante gli ultimissimi giorni del suo mandato, ha deciso, con l’avallo di una commissione di autentici (?) esperti, di anticipare per quest’anno accademico i test di ingresso a fine luglio, per il prossimo anno ad aprile. Se lo scopo è quello di anticipare le scelte degli studenti, anche ai fini di consentire ad essi ed alle università una migliore organizzazione dell’avvio dell’anno accademico, occorre tuttavia individuare tempi e modi opportuni. Svolgendo il test ad aprile, si va ad influenzare studenti e docenti delle scuole secondarie proprio nel periodo di preparazione degli esami finali. Un eventuale svolgimento del test a luglio rischia non solo di influenzare ulteriormente gli studenti impegnati a sostenere la maturità, ma risulta iniquo, sfavorendo coloro che provengono da percorsi formativi carenti di discipline più strettamente legate al Corso di Laurea in Medicina e chirurgia (liceo classico, ad esempio). Occorre individuare tempi e modalità di svolgimento del test in grado di coniugare la necessità di anticipare le scelte degli studenti e le attività amministrative delle università, con l’importante priorità di garantire un sereno svolgimento dell’ultimo anno scolastico e della prova di esame da parte dei potenziali candidati. Tali esigenze non risultano adeguatamente soddisfatte né con un anticipo ad aprile, né a luglio.
Ancora, l’anno prossimo, uno studente che frequenti l’ultimo anno di scuola superiore, e desideroso di iscriversi a un Corso di Laurea a numero chiuso, dovrà sostenere la prova di accesso nel mese di aprile 2014, vale a dire più di due mesi prima della fine della scuola e dell’esame di Stato. Questa situazione potrebbe generare il paradosso di uno studente in grado di superare i test, ma respinto all’esame finale. Di più: l’esame di Stato, che ai miei tempi era chiamato più poeticamente maturità, perde completamente senso, essendo scavalcato, in ordine temporale e di importanza, dall’esame di accesso all’università. E infine, la maggioranza dei test viene incardinata sul ragionamento logico (non era sufficiente solamente logica?), una materia che a scuola normalmente non si studia e che pronunciata da una certa classe politica sembra una contradictio in terminis, quasi un ossimoro, come qualcuno prima di me ha detto.
Ancora un’occasione perduta per allineare i due segmenti sghembi della scuola superiore e dell’università, per valorizzare quanto di buono si tenta di fare nella scuola italiana, per aiutare le famiglie italiane ad uscire dalla morsa degli inutili, approssimati e costosissimi corsi di preparazione ai test. A nulla vale in questo guazzabuglio il pur positivo riconoscimento del punteggio ottenuto all’esame di Stato quale contributo a formare il voto complessivo del test: si tratta solo, così come è concepito, di un’inutile e scivolosa foglia di fico.
Chiedo al nuovo Ministro, che etimologicamente dovrebbe farsi servo e interprete dei reali bisogno della nazione, di rivedere queste inique e irrazionali normative, aprendo un tavolo di discussione con coloro che di Orientamento si interessano ogni giorno e non appellandosi a inutili e sterili ragioni di razionalizzazione delle scelte e di raccolta di flussi di iscrizioni. Ricordi, caro Ministro, che il sonno della ragione genera sempre mostri.
La scena rappresenta un uomo addormentato, forse Goya stesso, mentre prendono forma, attorno a lui, sinistri uccelli notturni, inquietanti volti ghignanti e diabolici felini che sono il parto della sua mente. Apparentemente i gufi, simboli di follia, ed i pipistrelli, simboli di ignoranza, sembrano pronti ad attaccare l’artista, ritratto di ciò che emerge quando la ragione viene annullata, ma si potrebbe interpretare anche come processo creativo, come uno scatenamento della fantasia, delle emozioni e degli incubi.
Mai frase fu più idonea a chiarire ciò che nel nostro Paese sta accadendo per l’accesso ai Corsi di Laurea a numero chiuso, come quelli di Medicina, per intenderci.
Il Ministro Profumo, durante gli ultimissimi giorni del suo mandato, ha deciso, con l’avallo di una commissione di autentici (?) esperti, di anticipare per quest’anno accademico i test di ingresso a fine luglio, per il prossimo anno ad aprile. Se lo scopo è quello di anticipare le scelte degli studenti, anche ai fini di consentire ad essi ed alle università una migliore organizzazione dell’avvio dell’anno accademico, occorre tuttavia individuare tempi e modi opportuni. Svolgendo il test ad aprile, si va ad influenzare studenti e docenti delle scuole secondarie proprio nel periodo di preparazione degli esami finali. Un eventuale svolgimento del test a luglio rischia non solo di influenzare ulteriormente gli studenti impegnati a sostenere la maturità, ma risulta iniquo, sfavorendo coloro che provengono da percorsi formativi carenti di discipline più strettamente legate al Corso di Laurea in Medicina e chirurgia (liceo classico, ad esempio). Occorre individuare tempi e modalità di svolgimento del test in grado di coniugare la necessità di anticipare le scelte degli studenti e le attività amministrative delle università, con l’importante priorità di garantire un sereno svolgimento dell’ultimo anno scolastico e della prova di esame da parte dei potenziali candidati. Tali esigenze non risultano adeguatamente soddisfatte né con un anticipo ad aprile, né a luglio.
Ancora, l’anno prossimo, uno studente che frequenti l’ultimo anno di scuola superiore, e desideroso di iscriversi a un Corso di Laurea a numero chiuso, dovrà sostenere la prova di accesso nel mese di aprile 2014, vale a dire più di due mesi prima della fine della scuola e dell’esame di Stato. Questa situazione potrebbe generare il paradosso di uno studente in grado di superare i test, ma respinto all’esame finale. Di più: l’esame di Stato, che ai miei tempi era chiamato più poeticamente maturità, perde completamente senso, essendo scavalcato, in ordine temporale e di importanza, dall’esame di accesso all’università. E infine, la maggioranza dei test viene incardinata sul ragionamento logico (non era sufficiente solamente logica?), una materia che a scuola normalmente non si studia e che pronunciata da una certa classe politica sembra una contradictio in terminis, quasi un ossimoro, come qualcuno prima di me ha detto.
Ancora un’occasione perduta per allineare i due segmenti sghembi della scuola superiore e dell’università, per valorizzare quanto di buono si tenta di fare nella scuola italiana, per aiutare le famiglie italiane ad uscire dalla morsa degli inutili, approssimati e costosissimi corsi di preparazione ai test. A nulla vale in questo guazzabuglio il pur positivo riconoscimento del punteggio ottenuto all’esame di Stato quale contributo a formare il voto complessivo del test: si tratta solo, così come è concepito, di un’inutile e scivolosa foglia di fico.
Chiedo al nuovo Ministro, che etimologicamente dovrebbe farsi servo e interprete dei reali bisogno della nazione, di rivedere queste inique e irrazionali normative, aprendo un tavolo di discussione con coloro che di Orientamento si interessano ogni giorno e non appellandosi a inutili e sterili ragioni di razionalizzazione delle scelte e di raccolta di flussi di iscrizioni. Ricordi, caro Ministro, che il sonno della ragione genera sempre mostri.