Innovazioni didattiche per contrastare il calo di appeal dei percorsi in Architettura

Quattro giornate in varie sedi dell’Ateneo – da Palazzo Gravina a San Marcellino, dalla Chiesa del SS. Demetrio e Bonifacio al palazzo di via Forno Vecchio – per lanciare il nuovo Corso di Laurea in Sviluppo sostenibile e reti territoriali. Quest’ultima è la novità di Architettura per l’anno accademico 2019/2020 e nasce dalle ceneri del Corso di Laurea in Urbanistica, che soffriva per la progressiva perdita di immatricolati. L’iniziativa si è svolta dal 9 al 12 settembre. “Sono stati affrontati vari temi – riferisce il prof. Mario Losasso, ex Direttore del Dipartimento e tra i protagonisti della trasformazione di Urbanistica nella nuova proposta didattica – con contributi di film, testimonianze, conferenze e perfino giochi. Il cambiamento climatico e la mitigazione dei suoi effetti, per cominciare. Poi la città dei migranti, anche grazie all’apporto dell’esperienza sul campo della cooperativa Dedalus. Infine, la città ai tempi del turismo on line. Insomma, la Summer School organizzata per lanciare Sviluppo Sostenibile ha sintetizzato in pochi giorni quello che è l’approccio del nuovo Corso di Laurea: la discussione per temi, con diversi contributi di aree disciplinari differenti, e la sintesi tra globale e locale”. Il nuovo Corso, in effetti – come del resto già anticipava la scorsa estate ad Ateneapoli la prof.ssa Daniela Lepore, anch’ella coinvolta nel restyling di Urbanistica – punta ad offrire una proposta didattica innovativa sia nei contenuti degli insegnamenti, sia nelle modalità con le quali essi saranno impartiti. “Il raggruppamento di discipline eterogenee in aree tematiche – ribadisce Losasso – è uno dei punti di forza”. I temi, o almeno alcuni di essi, sono: l’interpretazione del territorio, la struttura ecologica degli insediamenti, l’impresa in rete, l’intervento integrato nel territorio, la progettazione sostenibile, il governo del metabolismo urbano. In questi macrotematismi nel triennio si fondono i contenuti di urbanistica, di progettazione ambientale, di Information and communication technology. Sviluppo sostenibile rientra in un percorso di creazione di competenze per chi si iscrive al Dipartimento di Architettura che non siano solo ed esclusivamente quelle legate alla figura classica dell’architetto. “È indispensabile – dice il docente – consolidare strade parallele, che non vadano in conflitto con quelle tradizionali, ma siano differenti”. Una necessità ed una sfida culturale che, inutile nasconderlo, è resa urgente anche dal notevole calo di richieste delle immatricolazioni che da alcuni anni coinvolge i Corsi di Laurea di Architettura e Scienze dell’architettura in Italia e che da un paio di anni ha colpito anche la Federico II. Per l’anno accademico 2019/2020 complessivamente Architettura a ciclo unico, Ingegneria edile-architettura e Scienze dell’architettura hanno registrato circa cinquecento candidature per il test selettivo. Inferiori al numero complessivo dei posti disponibili. Rispetto ad un anno fa c’è stata una diminuzione delle domande pari a circa il 25%. “Qualcuno che ama i termini forti – commenta l’ex Direttore – potrebbe parlare di un disastro. Io, però, eviterei parole ad effetto. È importante un ragionamento serio circa i motivi di questo fenomeno. Senza presunzione mi sento di poter affermare che durante il mio mandato – il processo è proseguito anche nel periodo successivo, quello nel quale ha preso le redini del Dipartimento il prof. Russo, che mi ha sostituito – Architettura della Federico II ha compiuto passi avanti importanti sotto il profilo della qualità dei servizi proposti agli studenti e della vivibilità. Non siamo in una situazione ottimale, ma migliore che in passato. La qualità dei professori, poi, è fuori discussione”. Perché, allora, la flessione di candidati ai test? “L’Italia attraversa una crisi del mercato del lavoro e delle professioni liberali che investe anche l’area dell’ingegneria civile e dell’architettura. Si può combattere con innovazioni didattiche, fluidificazione dei percorsi formativi, miglioramento dei servizi e, per compensazione, si può recuperare altrove, con aperture di nuove aree di interesse. Anche in quest’ottica tra un anno dovrebbe partire la Laurea Triennale in Design e ci stiamo muovendo per avviare percorsi formativi specificamente dedicati al patrimonio dei beni culturali”. 
Fabrizio Geremicca
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