Internazionalizzare per formare i nuovi manager della Pubblica Amministrazione

Internazionalizzazione: è la parola d’ordine del prof. Carlo Amatucci, neo eletto Presidente del Corso di Laurea in Scienze Politiche dell’Amministrazione. Eletto con 20 voti favorevoli e 5 schede bianche, il professore entrerà in carica il 1° novembre, succedendo, così, al prof. Andrea Graziosi. 
“In questi anni è stato fatto tutto quello che era possibile per far crescere il Corso- afferma il prof. Amatucci- però noi vogliamo fare ancora di più”. Nato qualche anno fa, il Corso registra un trend positivo nelle iscrizioni, accompagnato da un lento modificarsi della tipologia di studente: se prima, per effetto delle agevolazioni previste per i dipendenti pubblici, la popolazione studentesca era fortemente caratterizzata dalla presenza di studenti lavoratori, oggi sono in forte maggioranza i giovani provenienti dalle superiori.
“E’ stato giusto in questi anni sfruttare quello che l’ordinamento consentiva, anche perché l’apertura verso categorie lavorative è importante per la Facoltà, se si conservano determinati standard qualitativi. Naturalmente lo studente lavoratore punta al titolo per fare carriera nella sua stessa amministrazione, mentre lo studente ‘normale’ ha degli obiettivi più alti, tutti ancora da giocare e quindi è più stimolato”. E stimolare la curiosità degli studenti è uno dei punti cardine del programma di Amatucci: non bisogna fermarsi al semplice studio dei testi d’esame, ma è essenziale avere uno sguardo aperto sul mondo. La conoscenza giuridica ed economica di un buon amministratore, sia pubblico che privato, non si può più limitare a quella italiana, ma deve, inevitabilmente rapportarsi con l’Unione Europea e con il resto del mondo: “anche il diritto si sta comunitarizzando e la comparazione è sempre più importante. Ma oggi quale burocrate delle nostre Amministrazioni Locali è così consapevole dei rischi legati all’utilizzo di strumenti finanziari come la cartolarizzazione che negli Stati Uniti sta dando risultati disastrosi? La prima domanda da porsi è: quali manager sono competenti su queste tecniche? Bisogna, allora, cambiare la formazione dei manager”. Una sottolineatura che si rintraccia anche nella lettera che il prof. Amatucci ha inviato ai colleghi per rendere nota la sua disponibilità ad assumere la guida del Corso, nella quale si legge “è cruciale che il nostro Corso mantenga il passo proprio nello sviluppo delle competenze professionali dei futuri dirigenti nell’offerta degli strumenti conoscitivi che favoriscano la managerializzazione della dirigenza e il passaggio da burocrati a manager”.
Internazionalizzare però costa. Ma “ci sono modelli di Università che hanno fatto dell’internazionalizzazione una risorsa, ed un esempio è Bologna, che conta ben 200 iscritti cinesi”. A Napoli si conta, invece, sullo sforzo dei singoli e sull’appoggio di sponsor. Un esempio, il ciclo di seminari finanziato dalla Confconsumatori che ha visto ospiti illustri provenienti dall’Università di  Amburgo, Yale, Columbia University. Altre iniziative sono in fase di realizzazione attraverso l’istituto delle convenzioni: mentre andiamo in stampa, l’11 ottobre, si tiene, presso la sede dell’Unione Industriali, un incontro sul tema ‘Prospettive/ minacce di scambio tra Europa e Estremo Oriente’ al quale partecipano, tra gli altri, “il prof. Liu dell’Università del Popolo in Cina, con cui l’Ateneo ha una convenzione dal 1997, un economista dell’Università di Kwansei, con cui vorremmo stipulare una nuova collaborazione, e un docente proveniente dal Politecnico di Hong Kong”. 
Sul versante della mobilità studentesca: “quest’estate abbiamo inviato tre nostri studenti a Venezia al Venice Summer Programme dell’Università del North Carolina: un mese di lezioni tenute da docenti americani sul diritto privato-societario comparato”. Ma altri strumenti da utilizzare restano ancora l’Erasmus, lo students’ placement o la breve mobilità per i docenti: “per iniziare possiamo utilizzare gli strumenti che già esistono, potenziando l’Erasmus e i tirocini che sono finanziati dall’Unione Europea. Inoltre, la mobilità breve, soprattutto in entrata per i docenti stranieri, è un’opportunità da sfruttare al meglio”.
Accesso alla professione di Commercialista: un argomento spesso sollecitato dagli studenti. I laureati in Scienze Politiche, fino a qualche tempo fa, potevano sostenere l’esame per l’abilitazione, oggi non è più possibile. “Il nostro intento  è quello di fornire una preparazione di base per consentire ai laureati l’accesso alla professione. Siamo in grado di garantire le conoscenze su come gestire un ente, che sia pubblico o privato. Per questo vorremmo, se possibile, prevedere l’insegnamento della Ragioneria, oppure dedicare molto spazio alla ragioneria nell’ambito dell’Economia Aziendale, rendere obbligatorio il Diritto Commerciale e trasferire in Facoltà anche l’esame di Diritto Finanziario, per il quale oggi si fa riferimento a Giurisprudenza”.
Valentina Orellana 
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