L’Ateneo ed il territorio: la terza missione della Federico II

Non solo didattica e ricerca. C’è un terzo obiettivo che si propone di conseguire l’Università Federico II: contribuire allo sviluppo sociale, culturale ed economico del territorio attraverso la valorizzazione e l’impiego della conoscenza. È, quest’ultima, attività di “terza missione” ed è stata presentata il 19 maggio in un convegno in Aula Pessina, promosso dal professore Francesco Garofalo. Ha introdotto i lavori Tommaso Russo, docente della Federico II e componente del Consiglio Universitario Nazionale. Andrea Buonaccorsi dell’ANVUR – Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca – ha spiegato in che modo la valutazione della Terza Missione ha ricadute sul finanziamento pubblico dell’Università. Conclusioni affidate a Gaetano Manfredi, Pro-rettore vicario della Federico II ed unico candidato alla successione del Rettore in carica Massimo Marrelli. 
Tanti gli interventi dei docenti i quali hanno raccontato, ciascuno nel proprio ambito disciplinare e di ricerca, quali iniziative dell’Ateneo siano finalizzate a migliorare conoscenze, cultura e sviluppo economico del territorio. La prof.ssa Maria Rosaria Ghiara, ordinaria di Mineralogia, ha relazionato, per esempio, sulle attività del Centro Museale di Ateneo – Abbiamo un patrimonio – ha detto – di circa 150 mila reperti. I visitatori sono 38 mila l’anno. Lavoriamo a stretto contatto con le scuole”. Dati estremamente positivi, che non servono però a stemperare il rammarico per la scarsità delle risorse. “Fino al 2010 – ha raccontato la docente – eravamo aperti sette giorni su sette, ora non è più possibile. Attendiamo, inoltre, da tempo che la Regione cofinanzi la ristrutturazione del Museo di Zoologia, che quest’anno compie due secoli”. Il prof. Luigi Greco, ordinario di Pediatria al Policlinico federiciano, ha raccontato l’esperienza di Gulu, in Uganda, dove la Federico II ha promosso la nascita di una Facoltà di Medicina e dove è in progetto un’analoga iniziativa per Agraria. “Oggi lì insegnano 33 colleghi africani – ha detto – Si sono già laureati 220 medici. Una esperienza entusiasmante, che si è avvalsa del contributo di tanti colleghi di questo Ateneo”. Dalla Medicina all’Archeologia, ecco un altro esempio di ricaduta virtuosa sul territorio dell’attività universitaria. “A Cuma – ha raccontato la prof.ssa Giovanna Greco, che insegna Archeologia classica – siamo concessionari del Ministero per i Beni Culturali ed abbiamo portato in luce un’area dell’antica città che era completamente sepolta, prima dell’inizio dello scavo. La valorizzazione dell’antica Velia, ormai non più sorella minore e sconosciuta di Paestum, è un altro importante risultato conseguito in Campania dalla Federico II. La nostra presenza innesca occasioni di sviluppo, perché nei pressi degli scavi sorgono piccole attività economiche, dal ristorantino al bed&breakfast, ed è un presidio contro il saccheggio dei reperti. In questo senso, per esempio, siamo stati preziosi a Roscigno, in provincia di Salerno, dove ora c’è un parco archeologico di 11 chilometri”. Altra iniziativa è quella della quale ha parlato il professore Luciano Gaudio, che insegna Genetica. Riguarda la divulgazione delle tematiche scientifiche e si è sostanziata nel progetto Come alla Corte di Federico II: conferenze, interventi sui media, seminari a cura di ricercatori che si sforzano di raccontare la scienza in termini chiari e comprensibili anche da parte dei non esperti. “Partimmo nel 2002 – ha ricordato Gaudio – in periodo natalizio, con una conferenza dedicata appunto alla stella di Natale, alle comete. Obiettivo del progetto è diffondere cultura. Proprio come alla Corte di Federico II, che ha riunito saggi e dotti di varia estrazione culturale. Il motto del progetto: parlare e riparlare di scienza con rigore e con linguaggio semplice”. Tantissimi gli ospiti delle oltre cento conferenze promosse in questi anni. Ecco qualche nome: Umberto Galimberti, Luciano Canfora, Luca Cavalli Sforza. Terza missione è anche l’attuazione di pratiche di inclusione e di contrasto all’emarginazione ed alla discriminazione. In questo senso, svolge un ruolo SInAPSi, il Centro di Ateneo per tutti gli studenti che si sentono esclusi dalla vita universitaria a causa di disabilità, disturbi specifici dell’apprendimento (dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia), tendenze sessuali od altre difficoltà temporanee. “Offriamo servizi e sosteniamo iniziative per favorire la partecipazione di tutti gli studenti alla vita universitaria”, ha detto il professore Paolo Valerio, che insegna Psicologia Clinica. Per un primo appuntamento, anche se ancora non iscritti, è possibile rivolgersi agli operatori della Sezione Accoglienza telefonando nei giorni lunedì, martedì, venerdì dalle ore 10.00 alle ore 12.00, e giovedì dalle ore 11.00 alle ore 13.00, al numero 081679946. In alternativa, si può inviare un fax al numero 081676768. Terza possibilità: una e-mail all’indirizzo accoglienza.sinapsi@unina.it.
(Fa. Ge.)
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