Momenti di grande commozione alla cerimonia, che si è svolta il 29 ottobre a Palazzo del Mediterraneo, in memoria di Pasquale Ciriello. Erano presenti il Rettore Lida Viganoni, docenti, dipendenti e studenti dei vari Atenei nonché i parenti di Ciriello: la moglie Ornella, le figlie Ludovica e Piera, il fratello Mimmo. Rettore per due mandati consecutivi dal 2001 fino al 2008, Deputato per il Partito Democratico nella XVI Legislatura, Ciriello è stato ricordato dalla comunità scientifica come un uomo straordinario, di acutissima intelligenza e vasta cultura, curioso, di un’autorevolezza signorile e mai presuntuosa. L’ironia mai pungente, altra cifra distintiva della sua personalità. Nato a Napoli nel 1950, Ciriello si è spento il 30 luglio scorso per un male incurabile. “Giurista sui generis, europeista convinto, era onnivoro di ogni genere di libri. Tutti i rettori posseggono aspetti in grado di far crescere l’Ateneo, ma lui è stato capace di saldare i conti tra le lotte, le contrapposizioni esistenti nell’Ateneo. Convinto che l’università dovesse occuparsi della città, è riuscito a tessere i contatti con la classe politica locale”, afferma il prof. Paolo Frascani, docente di Storia economica e sociale.
A Ciriello il merito di aver affrontato con grande determinazione e alto spirito istituzionale gli anni complessi del suo rettorato. “Il Palazzo in cui ci troviamo, diventato un luogo centrale per il nostro Ateneo, è un’acquisizione che dobbiamo a Ciriello. La foto scelta per la locandina di questa manifestazione rispecchia pienamente la sua persona: sguardo vivo e limpido, sorriso appena accennato, persona discreta e efficace come era nel suo stile. Ho avuto il privilegio di affiancarlo come Prorettore negli anni del suo rettorato. Lo Studentato, inaugurato da poco, l’Istituto Confucio, la sede di Terra Murata a Procida per la Scuola di Alta Formazione, sono frutto dell’impegno del suo operato. La sua visione strategica, la sua volontà di mantenere questo Ateneo compatto gli hanno fatto conquistare l’affetto e la stima di colleghi, del personale, degli allievi. Non ha mai perso l’attenzione per L’Orientale, nemmeno durante l’evoluzione della sua malattia”: le parole del Rettore Lida Viganoni.
Laureatosi con lode in Giurisprudenza, Ciriello fu allievo del prof. Claudio Rossano, docente di Istituzioni di Diritto Pubblico, il quale ha ricordato: “Ho seguito i primi passi della sua carriera accademica, da giurista di razza mostrò da subito la capacità di andare al cuore delle tematiche che affrontava”.
La politica e il rigore morale. “Persona riservata, mai arrogante o ossessionata dalla notorietà, come accade spesso in politica. La sua capacità intuitiva gli ha permesso di portare un contributo qualificato all’attività politica parlamentare. Mostrava una sensibilità febbrile per i problemi sociali, in primis per la difficoltà di inserimento lavorativo per i giovani”, sostiene l’on. Salvatore Piccolo del Partito Democratico.
Gli amici di sempre ricordano l’uomo “comune”, il tifoso sfegatato del Napoli. Risale al ginnasio l’amicizia tra il prof. Guido Trombetti, Vice Presidente della Giunta Regionale, e Ciriello: “Da ragazzo era come da Rettore: un misto di disincanto sempre composto. Il pomeriggio ci incontravamo al campetto nei pressi del Cardarelli per la consueta partita a calcio. Parlare del Napoli era una costante, serviva per depurarci dalle scorie di una giornata difficile. Pasquale non camminava, correva. Se volevi salutarlo per fare due chiacchiere dovevi affannarti! Con lui si poteva parlare di tutto, era l’opposto dell’individuo noioso”. L’amico dell’università, “dei tempi in cui la tesi diventava libro”, “l’amico della domenica, ma con il limite degli orari della partita del Napoli!”, il prof. Salvatore Prisco, docente di Istituzioni di Diritto Pubblico, confessa: “Di fronte ad una novità costituzionale mi chiedo: chi sa cosa avrebbe detto? Ciao Pascà”. Ci si accorge di aver perso un amico, quando nelle cose quotidiane si pensa: cosa avrebbe detto?, ribadisce il prof. Augusto Guarino, docente di Letteratura Spagnola, il quale poi sottolinea: “Grazie al suo impegno, il nostro Ateneo si è sviluppato in una duplice direzione: a livello nazionale e internazionale ampliando i rapporti accademici”.
Aver saputo conciliare le diverse anime dell’Ateneo: uno dei meriti che la comunità accademica riconosce a Ciriello. Il prof. Rosario Sommella, Direttore del Dipartimento di Scienze Umane e Sociali: “Ricordo le sue visite in Dipartimento il venerdì, erano una ritualità da cui non si staccava con facilità. Riusciva a coniugare perfettamente rigore e flessibilità”. Il prof. Luigi Serra, docente di Dialettologia berbera: “ha condotto un’opera di mediazione straordinaria superando le contrapposizioni culturali e scientifiche di questo Ateneo spingendoci verso una visione comune. Il tutto, nel bene dell’istituzione e non dei singoli”. La prof.ssa Annamaria Palermo, docente di Lingua e Letteratura cinese: “Lui era l’occidente, l’Europa, lo scienziato; io l’oriente, l’Asia, la letterata, ma ci siamo incontrati. Animato da un’idea così partigiana, è riuscito a superare la dicotomia del nostro Ateneo, ma soprattutto lo ha trasformato da una riserva di panda, quale eravamo, in un gioiello culturale radicato sul territorio”. Il prof. Domenico Silvestri, ex Rettore: “ha avuto il merito di risolvere l’ambaradan, per citare un vezzo lessicale a lui caro, dei Corsi di Laurea, in un momento di difficoltà accademica”. La prof.ssa Luigia Melillo, docente di Bioetica interculturale: “Amico sincero, uomo aperto all’innovazione, grazie a lui siamo stati la prima università con la delega per l’educazione degli adulti”. Il prof. Amedeo Di Maio, docente di Scienze delle Finanze: “aveva l’abilità di far capire le cose con poche parole”.
Oltre al Napoli e a L’Orientale, racconta il prof. Eugenio Mazzarella, già Preside della Facoltà di Lettere della Federico II e parlamentare, “il terzo argomento che suscitava la sua sensibilità erano i giornali. Rarissimamente sono riuscito a farmene dare uno prima che lo leggesse, temeva che si spaginassero”.
Suggestivi i ricordi degli allievi ormai in cattedra. Dal ProRettore Giuseppe Castaldi (“Ci siamo conosciuti il 17 dicembre 1979, quando un giovane assistente dai capelli lunghi firmò con trenta il mio esame di Dottrina dello Stato. Dopo dieci anni ci rincontrammo a L’Orientale. L’ho considerato sempre come un fratello maggiore”), al prof. Francesco Zammartino, docente di Istituzioni di Diritto Pubblico (“Ci siamo conosciuti nel 1989, quando seguivo il suo affollatissimo corso di Diritto Costituzionale: durante le sue mirabili lezioni eravamo assorti in un silenzio quasi religioso. Come tutti i grandi Maestri, aveva un grosso feeling con i suoi allievi”).
Concluso il mandato parlamentare, Ciriello era rientrato a L’Orientale ad insegnare. “Amava l’università, portava sempre lo spillino de L’Orientale sulla giacca. Adorava leggere, studiare, non gli abbiamo mai visto la fatica sul viso. In questi mesi ho ripensato molto al nostro rapporto, ma non riesco a ricordare le cose che ci facevano litigare: forse avevamo in comune l’essenziale. Avrò il piacere di seguire le vicende de L’Orientale, sarà un modo per far continuare a vivere una parte di Pasquale”, le parole della moglie Ornella.
Rosaria Illiano
A Ciriello il merito di aver affrontato con grande determinazione e alto spirito istituzionale gli anni complessi del suo rettorato. “Il Palazzo in cui ci troviamo, diventato un luogo centrale per il nostro Ateneo, è un’acquisizione che dobbiamo a Ciriello. La foto scelta per la locandina di questa manifestazione rispecchia pienamente la sua persona: sguardo vivo e limpido, sorriso appena accennato, persona discreta e efficace come era nel suo stile. Ho avuto il privilegio di affiancarlo come Prorettore negli anni del suo rettorato. Lo Studentato, inaugurato da poco, l’Istituto Confucio, la sede di Terra Murata a Procida per la Scuola di Alta Formazione, sono frutto dell’impegno del suo operato. La sua visione strategica, la sua volontà di mantenere questo Ateneo compatto gli hanno fatto conquistare l’affetto e la stima di colleghi, del personale, degli allievi. Non ha mai perso l’attenzione per L’Orientale, nemmeno durante l’evoluzione della sua malattia”: le parole del Rettore Lida Viganoni.
Laureatosi con lode in Giurisprudenza, Ciriello fu allievo del prof. Claudio Rossano, docente di Istituzioni di Diritto Pubblico, il quale ha ricordato: “Ho seguito i primi passi della sua carriera accademica, da giurista di razza mostrò da subito la capacità di andare al cuore delle tematiche che affrontava”.
La politica e il rigore morale. “Persona riservata, mai arrogante o ossessionata dalla notorietà, come accade spesso in politica. La sua capacità intuitiva gli ha permesso di portare un contributo qualificato all’attività politica parlamentare. Mostrava una sensibilità febbrile per i problemi sociali, in primis per la difficoltà di inserimento lavorativo per i giovani”, sostiene l’on. Salvatore Piccolo del Partito Democratico.
Gli amici di sempre ricordano l’uomo “comune”, il tifoso sfegatato del Napoli. Risale al ginnasio l’amicizia tra il prof. Guido Trombetti, Vice Presidente della Giunta Regionale, e Ciriello: “Da ragazzo era come da Rettore: un misto di disincanto sempre composto. Il pomeriggio ci incontravamo al campetto nei pressi del Cardarelli per la consueta partita a calcio. Parlare del Napoli era una costante, serviva per depurarci dalle scorie di una giornata difficile. Pasquale non camminava, correva. Se volevi salutarlo per fare due chiacchiere dovevi affannarti! Con lui si poteva parlare di tutto, era l’opposto dell’individuo noioso”. L’amico dell’università, “dei tempi in cui la tesi diventava libro”, “l’amico della domenica, ma con il limite degli orari della partita del Napoli!”, il prof. Salvatore Prisco, docente di Istituzioni di Diritto Pubblico, confessa: “Di fronte ad una novità costituzionale mi chiedo: chi sa cosa avrebbe detto? Ciao Pascà”. Ci si accorge di aver perso un amico, quando nelle cose quotidiane si pensa: cosa avrebbe detto?, ribadisce il prof. Augusto Guarino, docente di Letteratura Spagnola, il quale poi sottolinea: “Grazie al suo impegno, il nostro Ateneo si è sviluppato in una duplice direzione: a livello nazionale e internazionale ampliando i rapporti accademici”.
Aver saputo conciliare le diverse anime dell’Ateneo: uno dei meriti che la comunità accademica riconosce a Ciriello. Il prof. Rosario Sommella, Direttore del Dipartimento di Scienze Umane e Sociali: “Ricordo le sue visite in Dipartimento il venerdì, erano una ritualità da cui non si staccava con facilità. Riusciva a coniugare perfettamente rigore e flessibilità”. Il prof. Luigi Serra, docente di Dialettologia berbera: “ha condotto un’opera di mediazione straordinaria superando le contrapposizioni culturali e scientifiche di questo Ateneo spingendoci verso una visione comune. Il tutto, nel bene dell’istituzione e non dei singoli”. La prof.ssa Annamaria Palermo, docente di Lingua e Letteratura cinese: “Lui era l’occidente, l’Europa, lo scienziato; io l’oriente, l’Asia, la letterata, ma ci siamo incontrati. Animato da un’idea così partigiana, è riuscito a superare la dicotomia del nostro Ateneo, ma soprattutto lo ha trasformato da una riserva di panda, quale eravamo, in un gioiello culturale radicato sul territorio”. Il prof. Domenico Silvestri, ex Rettore: “ha avuto il merito di risolvere l’ambaradan, per citare un vezzo lessicale a lui caro, dei Corsi di Laurea, in un momento di difficoltà accademica”. La prof.ssa Luigia Melillo, docente di Bioetica interculturale: “Amico sincero, uomo aperto all’innovazione, grazie a lui siamo stati la prima università con la delega per l’educazione degli adulti”. Il prof. Amedeo Di Maio, docente di Scienze delle Finanze: “aveva l’abilità di far capire le cose con poche parole”.
Oltre al Napoli e a L’Orientale, racconta il prof. Eugenio Mazzarella, già Preside della Facoltà di Lettere della Federico II e parlamentare, “il terzo argomento che suscitava la sua sensibilità erano i giornali. Rarissimamente sono riuscito a farmene dare uno prima che lo leggesse, temeva che si spaginassero”.
Suggestivi i ricordi degli allievi ormai in cattedra. Dal ProRettore Giuseppe Castaldi (“Ci siamo conosciuti il 17 dicembre 1979, quando un giovane assistente dai capelli lunghi firmò con trenta il mio esame di Dottrina dello Stato. Dopo dieci anni ci rincontrammo a L’Orientale. L’ho considerato sempre come un fratello maggiore”), al prof. Francesco Zammartino, docente di Istituzioni di Diritto Pubblico (“Ci siamo conosciuti nel 1989, quando seguivo il suo affollatissimo corso di Diritto Costituzionale: durante le sue mirabili lezioni eravamo assorti in un silenzio quasi religioso. Come tutti i grandi Maestri, aveva un grosso feeling con i suoi allievi”).
Concluso il mandato parlamentare, Ciriello era rientrato a L’Orientale ad insegnare. “Amava l’università, portava sempre lo spillino de L’Orientale sulla giacca. Adorava leggere, studiare, non gli abbiamo mai visto la fatica sul viso. In questi mesi ho ripensato molto al nostro rapporto, ma non riesco a ricordare le cose che ci facevano litigare: forse avevamo in comune l’essenziale. Avrò il piacere di seguire le vicende de L’Orientale, sarà un modo per far continuare a vivere una parte di Pasquale”, le parole della moglie Ornella.
Rosaria Illiano







