Sgomento, incredulità, paura ma anche tanta solidarietà. Raccontano di un’atmosfera surreale gli studenti Erasmus de L’Orientale ospiti nelle Università di Parigi. Hanno vissuto molto da vicino la tragedia del 13 novembre. “La strage è accaduta non molto lontano da posti che di solito frequentiamo. È una situazione quasi surreale, perché quando si è così vicini non sembra mai che stia succedendo davvero. Attualmente abito nel IX arrondissement e quel venerdì sera mi sono insospettita quando ho sentito le sirene delle ambulanze, dei pompieri, della polizia. C’era moltissima agitazione in centro, da quel momento ho cominciato a ricevere messaggi dall’Italia e a seguire i notiziari francesi. Eravamo tutti scioccati e increduli di essere nel bel mezzo di un tragico evento storico”, ricorda Alessia Garofalo, 21 anni, iscritta al terzo anno di Lingue e Culture Orientali e Africane e vincitrice di una borsa di studio presso l’INALCO – Institut National des Langues et Civilisations Orientales. Tutti gli studenti al momento in scambio presso le Università di Parigi sono stati contattati dall’Ufficio Relazioni Internazionali dell’Ateneo che si è assicurato di ricevere notizie in merito alle loro condizioni. “L’impatto sulla città si nota dal punto di vista delle misure di sicurezza: gli eventi in programma che prevedevano un gran numero di partecipanti sono stati annullati, la città è sempre popolata di militari e forze dell’ordine e si sentono ancora frequentemente suoni di sirene ed elicotteri. Nella mia Università, Sciences Po Paris – l’Istituto di Studi Politici di Parigi – non si può entrare se non mostrando la carta dello studente e il contenuto dello zaino. Si avverte, tuttavia, una tensione latente: ogni cosa che può essere vagamente sospetta dà il via all’evacuazione. Un giorno, ad esempio, abbiamo abbandonato di corsa l’edificio a causa di una borsa lasciata incustodita, rivelatasi poi un falso allarme”, testimonia Fabiola De Simone, 20 anni, di Scienze Politiche e Relazioni Internazionali. “Quando ho intrapreso questo percorso, avevo una gran voglia di fare una nuova esperienza spinta da un bisogno di conoscenza e di arricchimento del mio bagaglio culturale e professionale. Oggi siamo tutti spaventati, però non bisogna lasciarsi condizionare da falsi allarmismi, perché l’Università ha subito attuato le giuste precauzioni. Da piano di studio dovremmo restare in Francia fino al mese di maggio, ma siamo in attesa di vedere come si evolvono le cose”, continua Silvia, studentessa del Corso di Laurea Magistrale in Linguistica e Traduzione specialistica in Erasmus presso l’Université de Paris VII – Denis Diderot. “Siamo scossi dalla drammaticità dell’accaduto e insieme uniti al di là delle singole nazionalità in questo momento di sgomento e paura da una forte solidarietà. Molte delle nostre compagne di corso abitano proprio nei luoghi colpiti dagli attacchi, in Rue de Charonne nell’XI arrondissement, che in quella serata non era chiaramente accessibile e le abbiamo ospitate fino al giorno dopo. Questa era cominciata come una delle avventure più belle della mia vita e ancora adesso ho timore di uscire di casa per andare all’Università”, prosegue Fabiola. “Dopo alcuni giorni sembra che tutto sia tornato alla normalità… i posti di lavoro, le scuole, i trasporti, ma nessuno si sente veramente al sicuro, nonostante sia lontana l’ipotesi di un ulteriore attacco repentino”, afferma Fabiola. “Abbiamo notato sin da subito maggiori controlli all’INALCO, tant’è che, se non si è iscritti, non si può accedere. Le porte di ogni locale sono, inoltre, sorvegliate in modo da poter tenere sotto controllo il flusso di gente, anche se per la verità il peso di questa vicenda si nota soprattutto sui volti della gente e non si fa che parlarne. Come in tutti gli altri Istituti, è stato osservato un minuto di silenzio alle 12 di lunedì 16 novembre in memoria delle vittime e, in seguito, sono stati letti tutti i nomi degli studenti parigini rimasti coinvolti. A riguardo, l’Università ha organizzato incontri con esperti di dinamiche internazionali per poter dedicare intere giornate di lezione all’argomento, anche insieme a specialisti che facciano da supporto morale agli studenti in lutto”, conclude Pasqualina Legorano, iscritta a Scienze delle Lingue, Storia e Culture del Mediterraneo e dei Paesi Islamici.
Sabrina Sabatino
Sabrina Sabatino