Lo sport come strumento di solidarietà, passione, partecipazione, divertimento oltre che benessere psico-fisico. Sono i concetti fondanti della squadra di Triathlon del Cus Caserta (il primo Centro Universitario Sportivo campano dove si pratica questa disciplina), che si classifica bene all’ultima competizione del 17 settembre, tenutasi a Salerno. Un percorso di corsa di un chilometro e mezzo, un tratto di nuoto di 750 metri ed ancora corsa per un altro chilometro e mezzo, il tutto in venticinque minuti. Soddisfatti gli Iron Rubbers – tutti studenti di Giurisprudenza – capitanati da Ferdinando D’Ambrosio. “Siamo una squadra molto unita – afferma D’Ambrosio, 22enne, al quinto anno del percorso di studi, di Orta di Atella – e, ogni volta, ci mettiamo alla prova confrontandoci con i professionisti di questo sport, dai quali cerchiamo di imparare il più possibile”. In piena regola con gli esami, il suo sogno è diventare avvocato, il capitano sostiene di non aver alcun problema a conciliare sport e studio. “Basta sapersi organizzare – dice – Mi alleno in piscina un paio di volte a settimana, vado in bici nel week end e corro nei restanti giorni. Studio circa sei ore al giorno, mi interesso di politica (sono nel direttivo di un partito) e non rinuncio alle uscite con gli amici. Il triathlon, a mio avviso, è uno sport alla portata di tutti, dove è fondamentale divertirsi”. E’ da questo modo di pensare che è nata la frase stampata sui body degli atleti ‘C tnimm a vedè?’. “Vogliamo partecipare e dare il massimo, il risultato non ci interessa”, spiega Mario Passaretta, altro componente della squadra, al quinto anno di Giurisprudenza, di Sessa Aurunca, già cintura nera di taekwondo, che si è avvicinato al triathlon da un anno. “Ho praticato le arti marziali per più di otto anni, anche a livello agonistico – dice Passaretta, che è alle prese con l’esame di Diritto Costituzionale avanzato e a cui piacerebbe intraprendere la carriera militare – ma ho smesso perché non riuscivo a conciliare sport e studio universitario. Il triathlon è molto più gestibile e ti regala l’emozione di tagliare un traguardo e di far parte di una squadra”. “C’è grande solidarietà tra atleti – continua Passaretta – Stiamo pensando di coinvolgere anche ragazzi disabili, tante volte emarginati, in una delle tre discipline del triathlon”.
A far conoscere questo sport ai ragazzi, meno di un anno fa, è stato l’attuale dirigente della squadra: il prof. Massimo Rubino De Ritis, docente di Diritto Commerciale alla Facoltà sammaritana, sportivo da sempre, in piscina tra una lezione e l’altra. “Praticare sport – afferma De Ritis – aiuta a mantenere alto il livello di attenzione, migliora le capacità di apprendimento, vince lo stress e l’ansia da esami”. E se il triathlon sviluppa una capacità di adattamento psico-fisico, passando da una disciplina all’altra, anche nello studio “è importante non essere monolitici. Non bisogna pensare di studiare solo una materia, piuttosto è fondamentale collegare gli argomenti”. “Gli atleti della squadra – sottolinea il docente – sono tutti studenti bravi”. Secondo De Ritis, l’ideale è dedicare un’ora al giorno allo sport, alternando le discipline, “piuttosto che stare al computer o alla tv”. E i ragazzi già si allenano per la prossima competizione, che si terrà a Pescara nel mese di giugno. “E’ una gara di livello internazionale che prevede due chilometri di nuoto, novanta di bici e venti di corsa. Speriamo di riuscire a concludere l’intero percorso”, l’auspicio di Passaretta.
Maddalena Esposito
A far conoscere questo sport ai ragazzi, meno di un anno fa, è stato l’attuale dirigente della squadra: il prof. Massimo Rubino De Ritis, docente di Diritto Commerciale alla Facoltà sammaritana, sportivo da sempre, in piscina tra una lezione e l’altra. “Praticare sport – afferma De Ritis – aiuta a mantenere alto il livello di attenzione, migliora le capacità di apprendimento, vince lo stress e l’ansia da esami”. E se il triathlon sviluppa una capacità di adattamento psico-fisico, passando da una disciplina all’altra, anche nello studio “è importante non essere monolitici. Non bisogna pensare di studiare solo una materia, piuttosto è fondamentale collegare gli argomenti”. “Gli atleti della squadra – sottolinea il docente – sono tutti studenti bravi”. Secondo De Ritis, l’ideale è dedicare un’ora al giorno allo sport, alternando le discipline, “piuttosto che stare al computer o alla tv”. E i ragazzi già si allenano per la prossima competizione, che si terrà a Pescara nel mese di giugno. “E’ una gara di livello internazionale che prevede due chilometri di nuoto, novanta di bici e venti di corsa. Speriamo di riuscire a concludere l’intero percorso”, l’auspicio di Passaretta.
Maddalena Esposito







