Matteo Migliaccio

Matteo Migliaccio è iscritto al secondo anno di Farmacia, Corso che ha scelto pensando al futuro lavorativo: “mio padre e mia madre sono farmacisti. Non ho pensato ad altri percorsi anche perché le mie passioni mi avrebbero portato verso discipline che non garantiscono un futuro roseo. A me piacciono molto le materie umanistiche, ma penso che al giorno d’oggi sia difficile che un laureato in Lettere diventi professore”. Meglio studiare altro, quindi: “finora ho dato cinque esami e ne ho due arretrati, cioè Fisica del primo anno e Farmacognosia del secondo. Le difficoltà maggiori le ho avute con Chimica Organica. È difficile perché corposo e importante per tutti gli altri esami che verranno in seguito. Il problema è che questo esame qui in Italia devi seguirlo in sei mesi. In America, invece, che io sappia, dura un anno”. Altra questione: “Qui si soffre molto anche per le differenze di programma tra le matricole pari e quelle dispari. Infatti uno dei punti di Farmaciaunina (lista nella quale è stato eletto, n.d.r.) è proprio quello di abolire queste disparità”. Matteo di Farmacia apprezza molto “l’associazionismo studentesco. È un aspetto nuovo per me, perché al liceo non c’era voglia da parte mia né dei miei compagni di fare gruppo”, anche se rileva “una sottile competizione tra gli studenti”. Un invito alla distensione dopo la campagna elettorale: “dobbiamo cercare una mediazione con l’AISF. Portare avanti lotte interne non serve”. Sul futuro da studente: “voglio laurearmi il prima possibile e cercare un lavoro, magari fuori Napoli o all’estero. In Dipartimento ci sono molti figli di farmacisti che accettano quasi con rassegnazione quello che viene loro proposto dai genitori. Io vorrei una mia indipendenza, per sapere che so fare qualcosa e per farmi le ossa, perché è facile lavorare da figlio del padrone”.
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