Nell’ambito del progetto di internazionalizzazione, il Dipartimento di Giurisprudenza ospita tre studenti provenienti dalla Cina, dal Brasile e dal Cile. Lo scambio culturale durerà all’incirca 10 mesi, un lungo periodo che servirà a rafforzare i rapporti fra il Corso giuridico federiciano e quelli di altri Paesi. “Sono a Napoli per fare ricerca sul diritto romano – racconta Mauro Osses, studente dell’Universidad Catolica del Norte de Cile – La mia tesi si occupa della ‘Societas Romana’. Così, quando i professori della mia Università mi hanno prospettato la possibilità di venire in Italia ho pensato che fosse una buona occasione per i miei studi”. A Giurisprudenza, lo studente ha trovato un valido aiuto nei professori Cosimo Cascione e Carla Masi. “Sono stati entrambi gentilissimi, mi hanno mostrato la Biblioteca in cui fare ricerca e mi hanno messo da subito a mio agio. Le fonti di diritto romano in questo Dipartimento hanno dell’incredibile. Non ho mai visto una Biblioteca così fornita, per la mia tesi ogni testo vale oro”. Mauro parla molto bene l’italiano, nonostante questa sia la sua prima esperienza nel nostro Paese. “In Cile si parla lo spagnolo che ha radici latine come l’italiano. Per questo è stato facile adattarmi alla lingua. E poi qui è impossibile non farsi degli amici. Napoli mi ha colpito per la gente, ho trovato ragazzi aperti e gentili, pronti ad aiutarmi. Mi avevano descritto la città molto caotica, invece, oltre al traffico, ho trovato un’umanità straordinaria e un posto incantevole in cui vivere”. A luglio in Cile l’attende la laurea. Con una media del 25, ha impiegato 7 anni per arrivare al traguardo: “un po’ come succede da voi. Il corso giuridico in Cile, seppure quinquennale, non si termina mai prima di 8-9 anni. Nel mio Paese è considerato un percorso di laurea estremamente difficile, pari ad Ingegneria e Medicina”. Paese che vai, Diritto Commerciale che trovi: “è stato il mio esame più complicato, quello per cui mi sono sacrificato maggiormente. Insieme a Diritto Penale, sono state le discipline che più mi hanno messo in difficoltà. Dai colleghi napoletani ho saputo che anche qui da voi le bocciature non mancano, anzi, Commerciale è considerata una delle prove più ostiche da superare”. Però, secondo Mauro, “a Napoli c’è un’arma in più: i rapporti docenti – studenti molto stretti. In questo modo è facile chiedere aiuto quando non si capisce qualcosa, i vostri professori sono molto aperti al dialogo. In Cile invece non è così. All’Università si fa solo lezione, lo studio poi è individuale, a casa. Non abbiamo tante possibilità di rapportarci con i docenti come accade quotidianamente in questo Dipartimento”. L’unico problema che ha riscontrato in questi mesi: “Le Biblioteche specifiche chiudono troppo presto. È impensabile studiare a tempo, queste strutture sono aperte fino alle 14.30, poi devi andare in aula studio se vuoi continuare. Non potendo portare i libri via, il tempo che quotidianamente si può dedicare alla tesi è notevolmente ridotto. Così, un lavoro, anziché tre giorni, occorre una settimana per terminarlo. Anche molti ragazzi napoletani hanno riscontrato questo disagio”. Al termine di questa esperienza, Mauro pensa di ritornare in Italia, magari per un dottorato. “Non mi pongo limiti per il futuro. Voglio diventare professore universitario e, o qui o nel mio Paese, metterò in pratica questo proposito. All’inizio volevo studiare Lingue, poi ho cambiato idea. Mi piace aiutare il prossimo attraverso l’insegnamento, grazie alla cultura si può arrivare dovunque. Gli studi giuridici mi permetteranno di soddisfare questo mio desiderio, con, in più, una maggiore cognizione di come agire nella società”.
Susy Lubrano
Susy Lubrano







