Hanno dovuto restituire la borsa di studio dopo essere stati dichiarate idonee, dopo aver perfino ricevuto un acconto di mille e passa euro e senza aver la possibilità di ricorrere per sanare la propria situazione. Protagoniste del triste epilogo, due studentesse di Medicina della Federico II, cui l’Adisu, l’Azienda per il diritto allo studio universitario, non ha riconosciuto la validità dei requisiti di reddito, facendo decadere il loro diritto all’acquisizione delle borse relative all’anno accademico 2004/2005 e attivando le procedure per il recupero forzoso degli anticipi già versati.
Una premessa: le ragazze ammettono di aver commesso un errore nell’autocertificazione, ma parlano di una sorta di vizio di forma che, nella sostanza, non muta la loro situazione patrimoniale così come dichiarata. Ma andiamo per gradi. A novembre 2004 l’Adisu pubblica una graduatoria provvisoria che evidenzia la mancanza di requisiti di merito per alcuni studenti (non è il caso delle due studentesse). L’Azienda dà loro la possibilità di presentare ricorso e sanare eventuali difformità. Successivamente, nel febbraio 2005 esce una nuova graduatoria, quella predefinitiva ultima bis, in cui sono indicati gli studenti idonei a ricevere le borse di studio. Agli stessi viene anche inoltrato un acconto, di circa 1.100 euro nel caso specifico delle due studentesse.
A lasciare basite le ragazze, un’ultima graduatoria, quella definitiva, emanata dall’Adisu il 24 aprile scorso, dalla quale apprendono la loro esclusione per irregolarità nei requisiti di reddito. “Perché l’Adisu ci permette di ricorrere solo per il merito e non anche per il reddito? Perché dichiarare gli studenti idonei e corrispondere loro addirittura un anticipo senza aver effettuato tutti i controlli del caso?”, i quesiti delle ragazze.
Contattati gli uffici dell’Adisu, gli impiegati ci spiegano che da quest’anno le procedure per l’assegnazione delle borse di studio sono cambiate: “in passato effettuavamo controlli per i requisiti di merito al 100%, vale a dire su tutti gli studenti che facevano richiesta di borse di studio. A chi non era in regola, segnalavamo che avremmo verificato i requisiti di reddito in un secondo tempo, e cioè anche dopo la corresponsione dei soldi. Da quella fase partivano poi controlli a campione”.
Situazione diversa quest’anno: “merito e reddito sono stati controllati al 100% sin da quando abbiamo stilato la graduatoria provvisoria. Il problema è sorto per quegli studenti che compaiono nei nuclei familiari dei nonni. L’Inps, infatti, non ci ha segnalato in tempo situazioni di questo tipo. Pertanto, abbiamo potuto completare tutte le verifiche solo in un momento successivo, cioè dopo la comunicazione dell’idoneità alle borse”.
Le studentesse sono decise a presentare ricorso al Tar. In ogni caso, l’Adisu fa sapere che, laddove si trattasse sul serio di un vizio di forma, potrebbero provare ad ascoltare le loro ragioni.
Una premessa: le ragazze ammettono di aver commesso un errore nell’autocertificazione, ma parlano di una sorta di vizio di forma che, nella sostanza, non muta la loro situazione patrimoniale così come dichiarata. Ma andiamo per gradi. A novembre 2004 l’Adisu pubblica una graduatoria provvisoria che evidenzia la mancanza di requisiti di merito per alcuni studenti (non è il caso delle due studentesse). L’Azienda dà loro la possibilità di presentare ricorso e sanare eventuali difformità. Successivamente, nel febbraio 2005 esce una nuova graduatoria, quella predefinitiva ultima bis, in cui sono indicati gli studenti idonei a ricevere le borse di studio. Agli stessi viene anche inoltrato un acconto, di circa 1.100 euro nel caso specifico delle due studentesse.
A lasciare basite le ragazze, un’ultima graduatoria, quella definitiva, emanata dall’Adisu il 24 aprile scorso, dalla quale apprendono la loro esclusione per irregolarità nei requisiti di reddito. “Perché l’Adisu ci permette di ricorrere solo per il merito e non anche per il reddito? Perché dichiarare gli studenti idonei e corrispondere loro addirittura un anticipo senza aver effettuato tutti i controlli del caso?”, i quesiti delle ragazze.
Contattati gli uffici dell’Adisu, gli impiegati ci spiegano che da quest’anno le procedure per l’assegnazione delle borse di studio sono cambiate: “in passato effettuavamo controlli per i requisiti di merito al 100%, vale a dire su tutti gli studenti che facevano richiesta di borse di studio. A chi non era in regola, segnalavamo che avremmo verificato i requisiti di reddito in un secondo tempo, e cioè anche dopo la corresponsione dei soldi. Da quella fase partivano poi controlli a campione”.
Situazione diversa quest’anno: “merito e reddito sono stati controllati al 100% sin da quando abbiamo stilato la graduatoria provvisoria. Il problema è sorto per quegli studenti che compaiono nei nuclei familiari dei nonni. L’Inps, infatti, non ci ha segnalato in tempo situazioni di questo tipo. Pertanto, abbiamo potuto completare tutte le verifiche solo in un momento successivo, cioè dopo la comunicazione dell’idoneità alle borse”.
Le studentesse sono decise a presentare ricorso al Tar. In ogni caso, l’Adisu fa sapere che, laddove si trattasse sul serio di un vizio di forma, potrebbero provare ad ascoltare le loro ragioni.







