Niente rappresentanti, piove nelle aule e sono solo due le mete Erasmus per gli studenti di Matematica. Questi ed altri sono i problemi che affliggono il Corso di Studi, rimasti inascoltati per mancanza di una rappresentanza ufficiale, fino all’iniziativa del Coordinatore Marco Lapegna, che ha organizzato un primo incontro con gli studenti il 31 ottobre, per discutere delle difficoltà incontrate durante il percorso. “La riunione informale è stata pensata in attesa dell’insediamento di rappresentanze studentesche ufficiali, che mancano da almeno due anni, perché non c’è un regolamento che ne disciplina l’elezione”, spiega il docente. Nel passaggio dalle Facoltà ai Dipartimenti per effetto della legge Gelmini, sono stati prorogati gli organi precedentemente in carica, per evitare vuoti di potere nel momento di transizione. “Per gli studenti, però, i rappresentanti in carica si sono laureati, ed ora non c’è un canale formale da seguire per discutere le problematiche. Ad esempio nei Consigli di Dipartimento questi devono essere un 15%, ma non è spiegato in che misura appartenenti a Triennale, Magistrale o Dottorato di ricerca”. L’incontro ha visto la partecipazione solo di studenti degli ultimi anni, che hanno parlato di: “un carico di lavoro sbilanciato tra primo e secondo semestre della Magistrale, poiché al secondo ci sono troppi esami, e della lunga attesa per l’assegnazione di un relatore, dal momento che ci sono docenti di alcune materie, come Didattica della Matematica, sovraccarichi di tesisti”. Molto sentito il problema della scarsa richiesta di partecipazione al progetto Erasmus: “da una mia domanda è scaturita la necessità di più convenzioni, magari con Paesi come la Francia, visto che attualmente hanno solo due mete in Spagna. Mi hanno spiegato che una maggiore offerta incentiverebbe la richiesta”. Nonostante i problemi, gli immatricolati al Corso di Laurea quest’anno sono 130, superando il calo registrato l’anno scorso. “Resta in ogni caso un abbandono medio del 27% tra il primo e il secondo anno. Solitamente chi supera il secondo si laurea e prosegue con la Magistrale”. Il laureato in Matematica ha un tipo di formazione flessibile: “non si pensi che possa lavorare solo come insegnante. Ha un pensiero ordinato che lo distingue dagli altri ed una forma mentis che gli permette di risolvere i problemi distinguendo la causa dall’effetto, il che può essere utile a banche ed aziende di vario tipo”.
Tutorato, tirocini
ed esami affini
ed esami affini
Una decina di studenti presenti all’incontro si è fatta portavoce delle richieste. Tra questi Tommaso Pastore, all’ultimo anno della Magistrale, che chiarisce i punti principali di discussione affrontati: “per ovviare alla mancanza di comunicazione tra organi di Dipartimento e studenti, alcuni di noi si sono proposti quali intermediari al momento, poiché l’assenza di rappresentanti ha fatto sì che si congelasse la risoluzione di diverse difficoltà”. Passa ad elencarle: “al di là di quelle già citate dal docente, come la richiesta di maggiore internazionalizzazione che parte dall’aumento delle mete Erasmus (oltre a Valencia e Saragozza) ed arriva fino all’attivazione di iniziative che spingono verso l’estero, ce ne sono molte altre, a partire dalle aule”. Le C dell’Aulario: “non sono dotate di riscaldamento e vi piove dentro. Non abbiamo spazio per riunirci, né per studiare, visto che ci sono solo tavoli attaccati ai corridoi. Ci laureiamo in aule piccole, per cui ogni candidato deve uscire con la famiglia, per far entrare l’altro, ed al momento della proclamazione non ci stiamo tutti”. Alla Magistrale bisogna sostenere quattro esami “affini”, ovvero a scelta: “due di questi sono già nel piano di studi della Triennale, per cui l’opzione alla biennale diventa vincolata, costringendoci a seguire un corso non attinente alla nostra area d’interesse”. Hanno pertanto chiesto modifica del piano Magistrale per l’anno prossimo: “visto che l’offerta didattica 2013-14 è già stata presentata. La soluzione è l’inserimento di più esami affini, che passerebbero da quattro a sette”. Per contrastare il fenomeno dell’abbandono tra primo e secondo anno: “abbiamo proposto progetti di orientamento con un sistema di tutoraggio volto ad affrontare gli esami cardine quali: Analisi e Geometria, che possono spaventare”. Il problema dello scarso inserimento nel mondo del lavoro va fronteggiato a partire dai docenti: “che si limitano al programma con corsi poco interattivi, per cui lo studente che non è interessato né alla ricerca, né all’insegnamento, si trova in un limbo. Bisognerebbe quindi istituire dei tirocini o qualche corso più specifico”. Ultima questione discussa riguarda i questionari di valutazione: “non ci hanno spiegato precisamente a cosa servono, quali sono i parametri di valutazione e cosa cambia se esprimiamo un parere negativo”.
Allegra Taglialatela
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