“Il biotecnologo industriale è un professionista che matura una formazione biologica e microbiologica e la trasferisce alla produzione di sostanze di interesse industriale per la vita quotidiana, per l’ambiente e per la produzione di farmaci”, il prof. Antonio Marzocchella, membro della Commissione di Orientamento, racconta il Corso di Laurea in Biotecnologie Biomolecolari e Industriali (che afferisce al Dipartimento di Chimica e, quindi, alla Scuola Politecnica e delle Scienze di base) materie di studio e prospettive lavorative. Gli impieghi, per i futuri biotecnologi, sono tanti. Si può lavorare “in aziende, in società che si occupano di lavorazione del materiale biologico, di produzione di enzimi e di tanto altro. Alcuni nostri allievi hanno trovato impiego presso l’Eni, nell’ambito della produzione delle energie rinnovabili, e presso la Novartis (che si occupa della produzione di farmaci)”. Naturalmente, prima del lavoro, c’è lo studio, che qui si sviluppa lungo un percorso triennale: “al primo anno si affrontano materie scientifiche di base. Dal secondo anno si comincia ad avere una presenza massiccia di materie come Biotecnologie molecolari e Principi di ingegneria dei Bioprocessi. Ci si concentra, quindi, non solo su aspetti di natura biologica e biochimica, ma anche su altri di inquadramento industriale. Al terzo anno, poi, si rafforzano le competenze in campo biologico e gli aspetti necessari per un trasferimento in ambito applicativo”. Tre anni e circa venti esami divisi tra teoria e tanta pratica perché “gli allievi vanno in laboratorio dal primo anno. Il numero esiguo di studenti (dovuto alle iscrizioni programmate) si spiega proprio con l’esigenza di far frequentare in maniera intensiva i laboratori in parallelo alla parte teorica. Al terzo anno c’è anche un tirocinio”. I docenti che coordinano il Corso di Laurea si sono inoltre preoccupati di armonizzare il carico didattico. A tal proposito, è stato elaborato “un programma unico che non lasci spazi morti né spazi con ripetizioni. Il nostro obiettivo è cucire dei collegamenti tra i vari insegnamenti in modo che gli studenti non vivano una preparazione a box non comunicanti tra loro. Non ci saranno ripetizioni, ma solo i dovuti richiami tra un corso e un altro”.
L’iscrizione passa per il test che si terrà il 9 settembre. Anche per quest’anno, infatti, è previsto un tetto massimo di 75 iscrizioni. La prova probabilmente non sarà molto diversa da quella che si è tenuta l’anno scorso, quando furono sottoposte 30 domande di Biologia, 15 di Matematica, 15 di Fisica e 20 di Chimica. Stia tranquillo chi deve affrontare la prova, perché “non sono test di particolare impegno didattico. Una buona formazione di liceo è più che sufficiente. L’anno scorso solo qualche ragazzo è rimasto fuori”. Per dubbi in merito a didattica e a organizzazione universitaria, gli studenti possono fare riferimento anche al nuovo sito del Corso (biotecnologieindustriali.unina.it), dove ricorda la professoressa Renata Piccoli, Coordinatrice della Commissione Didattica, “ci sono tutte le informazioni utili per gli studenti, i Corsi di Laurea, i piani di studio, il calendario delle lezioni, degli esami e delle sedute di laurea, per il tirocinio e per il percorso post laurea”. Sempre sul sito ci si può orientare anche su cosa fare dopo la Laurea Triennale. Lo studio, infatti, può proseguire per un ulteriore biennio: “molti dei nostri studenti scelgono la nostra Magistrale in Biotecnologie Molecolari e Industriali”. Una scelta che conviene perché “il mercato del lavoro per le Triennali è molto scarso. Più incoraggiante è la situazione per chi completa con gli altri due anni”. Insomma, “noi siamo la carta vincente. I nostri Corsi uniscono una forte carica biologica con le tecnologie di processo. La cosa importante è rimanere qui solo se lo si vuole fare”.
Ciro Baldini
L’iscrizione passa per il test che si terrà il 9 settembre. Anche per quest’anno, infatti, è previsto un tetto massimo di 75 iscrizioni. La prova probabilmente non sarà molto diversa da quella che si è tenuta l’anno scorso, quando furono sottoposte 30 domande di Biologia, 15 di Matematica, 15 di Fisica e 20 di Chimica. Stia tranquillo chi deve affrontare la prova, perché “non sono test di particolare impegno didattico. Una buona formazione di liceo è più che sufficiente. L’anno scorso solo qualche ragazzo è rimasto fuori”. Per dubbi in merito a didattica e a organizzazione universitaria, gli studenti possono fare riferimento anche al nuovo sito del Corso (biotecnologieindustriali.unina.it), dove ricorda la professoressa Renata Piccoli, Coordinatrice della Commissione Didattica, “ci sono tutte le informazioni utili per gli studenti, i Corsi di Laurea, i piani di studio, il calendario delle lezioni, degli esami e delle sedute di laurea, per il tirocinio e per il percorso post laurea”. Sempre sul sito ci si può orientare anche su cosa fare dopo la Laurea Triennale. Lo studio, infatti, può proseguire per un ulteriore biennio: “molti dei nostri studenti scelgono la nostra Magistrale in Biotecnologie Molecolari e Industriali”. Una scelta che conviene perché “il mercato del lavoro per le Triennali è molto scarso. Più incoraggiante è la situazione per chi completa con gli altri due anni”. Insomma, “noi siamo la carta vincente. I nostri Corsi uniscono una forte carica biologica con le tecnologie di processo. La cosa importante è rimanere qui solo se lo si vuole fare”.
Ciro Baldini