Rita Esposito è iscritta al quinto anno fuoricorso a Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, un percorso “che mi ha sempre affascinato. Già da piccola giocavo a fare la farmacista”. Dopo il diploma in Ragioneria, quindi, ha avuto solo un piccolo dubbio, presto risolto: “mi sono informata su Farmacia e CTF. Ho scelto quest’ultimo perché, a mio avviso, offre più sbocchi e apre di più gli orizzonti anche nel settore industriale. Perché sei proprio tu a preparare i farmaci grazie alla formazione non solo farmacologica ma anche chimica”. Il cammino finora è stato abbastanza duro, ma non ha rimpianti: “Adesso mi mancano otto esami alla laurea”. La difficoltà di trovare un metodo di studio completamente nuovo, ma anche la convinzione che gli esami non basta solo superarli (“io voglio arricchirmi realmente per non ritrovarmi a uscire dall’università solo con un pezzo di carta”), una delle ragioni del ritardo. Nessuna disciplina le ha dato veri e propri problemi, con una eccezione: “sono stata bocciata solo ad un orale di Fisiologia. In quell’occasione la docente mi pose una sola domanda e mi mandò via. Era anche l’ultimo appello di luglio e avevo passato tutta l’estate a studiare. Però poi mi sono subito riscattata all’appello successivo”. A Rita piace “l’idea di squadra. In passato ho organizzato un gruppo per le sbobinature perché per molti esami ci sono diversi testi”. Poi ha conosciuto l’associazione Farmaciaunina e “mi sono avvicinata a questo progetto comune”. Tra le questioni da affrontare: “la burocrazia in segreteria”, la circolazione delle informazioni (“i ragazzi ci contattano anche di notte per esami e altre cose che dovrebbero sapere dalla segreteria”). Tra gli aspetti positivi del Dipartimento: “la didattica, ci sono grandi professori. Da questo Corso esci veramente preparato”.







