Vi stupirebbe sapere che il capo dell’Ufficio Economico e Commerciale presso l’ambasciata d’Italia ad Ankara (Turchia) ha solo 29 anni? Mai quanto vi stupirebbe sapere che la sua folgorante carriera è cominciata proprio da Napoli, terra di storiche partenze ritardate, ma a volte anche di opportunità eccezionali. Simona de Martino è un giovane e illustre parto della Facoltà di Scienze Politiche della Federico II e ha accettato di assumere, nelle righe che seguono, la rappresentanza della fetta di laureati “vincenti” di questa facoltà, per testimoniare come con impegno, dedizione e ottimismo, sia possibile concretizzare nel breve periodo le proprie aspirazioni. A partire da una giusta facoltà.
Cosa ti ha portato a scegliere Scienze Politiche?
“Sapevo che la Facoltà di Scienze Politiche fosse la più adatta a quelli che, come me, amano la carriera diplomatica”.
Oggi rifaresti quella scelta?
“Sceglierei sempre e comunque di iscrivermi a Scienze Politiche. Non ho mai avuto dubbi che fosse la migliore facoltà per prepararmi in vista di quello che volevo fare “da grande”. Effettivamente, poi, le materie del concorso diplomatico le avevo tutte già studiate all’Università, e questo e’ stato un indubbio vantaggio”.
Quali sono gli esami secondo te prioritari?
“Per me è stato sicuramente fondamentale Storia delle Relazioni Internazionali, perché amo la storia e perché il Prof. Pizzigallo mi ha fatto adorare quella materia specifica, ma anche diritto Internazionale ed Economia (ad ampio spettro: economia politica, politica economica, economia internazionale)”.
I docenti sono presenti? Incidono sul percorso dello studente?
“Il mio relatore per la tesi in Storia delle Relazioni Internazionali, il Prof. Pizzigallo, è stato un prezioso mentore per il mio futuro post-laurea, e tuttora gli sono molto legata”.
Quanto tempo studiavi?
“Mi sono laureata a pieni voti in quattro anni (1996-2000). E’ indispensabile studiare bene e con impegno: il rischio è quello di fare gli eterni studenti e non trovare, dopo la laurea, una concreta realizzazione”.
Tu come hai proseguito dopo la laurea?
“Dopo una tesi sperimentale sul percorso diplomatico dietro il trattato italo-maltese di garanzia della neutralità di Malta, ho seguito un corso estivo in Relazioni Internazionali e Diritto Internazionale alla New York University (estate 2000). Poi mi sono iscritta alla SIOI di Roma, seguendo il corso di preparazione al concorso diplomatico (allora era un semplice corso, adesso credo sia diventato un “master”). Ho quindi superato gli esami di concorso nel settembre del 2001 e sono entrata alla Farnesina. Per i primi tre anni sono rimasta a Roma, presso la Direzione Generale per l’Integrazione Europea del Ministero degli Affari Esteri, intervallando il tutto con una breve missione a Damasco (è ormai prassi, presso la mia amministrazione, che i neo-diplomatici trascorrano un mese in una delle nostre Ambasciate o Consolati per “imparare il mestiere” sul campo). Dal settembre 2004 presto servizio presso l’Ambasciata d’Italia ad Ankara, dove occupo la carica di capo dell’Ufficio Economico e Commerciale. Presto assistenza alle nostre imprese che intendano investire nel mercato turco”.
Un laureato in fisica è un fisico, in chimica un chimico. E uno in Scienze Politiche? Uno scienziato della politica?
“No, non credo. Per fortuna … un laureato in Scienze Politiche può diventare quel che vuole: un diplomatico, un giornalista, un politologo, ma appena laureato non gli darei alcuna definizione”.
Stefano Pisani
Cosa ti ha portato a scegliere Scienze Politiche?
“Sapevo che la Facoltà di Scienze Politiche fosse la più adatta a quelli che, come me, amano la carriera diplomatica”.
Oggi rifaresti quella scelta?
“Sceglierei sempre e comunque di iscrivermi a Scienze Politiche. Non ho mai avuto dubbi che fosse la migliore facoltà per prepararmi in vista di quello che volevo fare “da grande”. Effettivamente, poi, le materie del concorso diplomatico le avevo tutte già studiate all’Università, e questo e’ stato un indubbio vantaggio”.
Quali sono gli esami secondo te prioritari?
“Per me è stato sicuramente fondamentale Storia delle Relazioni Internazionali, perché amo la storia e perché il Prof. Pizzigallo mi ha fatto adorare quella materia specifica, ma anche diritto Internazionale ed Economia (ad ampio spettro: economia politica, politica economica, economia internazionale)”.
I docenti sono presenti? Incidono sul percorso dello studente?
“Il mio relatore per la tesi in Storia delle Relazioni Internazionali, il Prof. Pizzigallo, è stato un prezioso mentore per il mio futuro post-laurea, e tuttora gli sono molto legata”.
Quanto tempo studiavi?
“Mi sono laureata a pieni voti in quattro anni (1996-2000). E’ indispensabile studiare bene e con impegno: il rischio è quello di fare gli eterni studenti e non trovare, dopo la laurea, una concreta realizzazione”.
Tu come hai proseguito dopo la laurea?
“Dopo una tesi sperimentale sul percorso diplomatico dietro il trattato italo-maltese di garanzia della neutralità di Malta, ho seguito un corso estivo in Relazioni Internazionali e Diritto Internazionale alla New York University (estate 2000). Poi mi sono iscritta alla SIOI di Roma, seguendo il corso di preparazione al concorso diplomatico (allora era un semplice corso, adesso credo sia diventato un “master”). Ho quindi superato gli esami di concorso nel settembre del 2001 e sono entrata alla Farnesina. Per i primi tre anni sono rimasta a Roma, presso la Direzione Generale per l’Integrazione Europea del Ministero degli Affari Esteri, intervallando il tutto con una breve missione a Damasco (è ormai prassi, presso la mia amministrazione, che i neo-diplomatici trascorrano un mese in una delle nostre Ambasciate o Consolati per “imparare il mestiere” sul campo). Dal settembre 2004 presto servizio presso l’Ambasciata d’Italia ad Ankara, dove occupo la carica di capo dell’Ufficio Economico e Commerciale. Presto assistenza alle nostre imprese che intendano investire nel mercato turco”.
Un laureato in fisica è un fisico, in chimica un chimico. E uno in Scienze Politiche? Uno scienziato della politica?
“No, non credo. Per fortuna … un laureato in Scienze Politiche può diventare quel che vuole: un diplomatico, un giornalista, un politologo, ma appena laureato non gli darei alcuna definizione”.
Stefano Pisani







