Vince l’edizione 2014 del premio Start Cup Campania il progetto Early Gene Test del Dipartimento di Biochimica, Biofisica e Patologia generale della SUN. La premiazione delle cinque migliori idee d’impresa degli Atenei campani si è svolta il 27 ottobre nella Sala degli Affreschi della SUN, interna al meraviglioso Complesso di Sant’Andrea delle Dame. La direzione del premio, coordinato dal Coinor, è stata affidata quest’anno al prof. Mario Sorrentino, docente dell’Ateneo vincitore, che ha coordinato l’evento: “Alla business plan competition gli Atenei invitati hanno partecipato con novantotto progetti. Tra questi, sono stati scelti dodici finalisti e premiate le cinque migliori idee, che parteciperanno alla finale nazionale”, spiega. Intervenuti ai saluti i Rettori: “Mettere insieme tante realtà diverse, come fa questo premio, non è facile. Le idee sono molte, i nostri giovani preparati, purtroppo il mondo dell’impresa in Campania è poco forte, poiché i fondi stanziati dal Governo esigui. L’unica possibilità sembra diventata il terreno internazionale”, commenta Francesco Rossi, Rettore della SUN. “Queste attività migliorano nel tempo, sono ormai entrate nella connotazione d’orientamento, in quanto esperienze di allenamento all’innovazione. Gli studenti diventano attori del processo di apprendimento e vengono stimolati in creatività e ingegno, richiesti dal mondo produttivo”, prosegue il Rettore della Parthenope Claudio Quintano. “Durante queste competizioni si intrecciano momenti fondamentali: didattica, ricerca e trasferimento tecnologico. Il territorio ha bisogno di idee innovative, ma soprattutto di comunicare quanto viene realizzato”, conclude Massimo Squillante, ProRettore dell’Università del Sannio.
Dopo la presentazione dei progetti finalisti, segue la Tavola Rotonda con esponenti del mondo della ricerca e dell’impresa. “La questione spin-off la vedo in un quadro più generale: rapporto tra Università e mondo delle aziende, dove la prima si deve confrontare con gli interessi del secondo”, introduce Guido Trombetti, Assessore Regionale all’Università e alla Ricerca Scientifica. “Credo che la collaborazione tra Università e impresa, auspicata dall’Assessore, sia fondamentale, ma anche il contesto è importante. Puoi realizzare l’architettura più coinvolgente che esista, ma se i trasporti non consentono di visitarla, non ha senso. Non per questo ci dobbiamo abbattere, ma affiancare l’ottimismo ad un sano realismo, nel comprendere che coloro i quali vincono la sfida a Napoli, l’hanno vinta in tutto il mondo, infatti qui le condizioni di partenza sono molto problematiche”, afferma Ambrogio Prezioso, Presidente dell’Unione Industriali di Napoli. “Trent’anni fa nessun ragazzo avrebbe mai pensato di creare un’impresa qui, oggi la mentalità sta cambiando. Il regolamento del CNR tende una mano ai giovani, ma resta fermo il punto che riguarda l’imprenditore. Nel gruppo di progettazione ci deve essere. Il ricercatore è innamorato del suo prodotto, ma se il mercato non è pronto a riceverlo, non può distribuirlo. Il passaggio dalla realizzazione del prodotto alla ricezione del mercato deve conoscere la mediazione dell’imprenditore”, sostiene il Presidente del CNR Luigi Nicolais. Alla domanda del prof. Sorrentino “Chi sostiene le Start Up?”, risponde Franco Felici, Public Sector & Territorial Development Sud, Unicredit: “La nostra banca lo fa. Nel 2011 Unicredit ha sposato il progetto Start Lab, portale nazionale che ha visto 785 iscrizioni, di queste 85 sono campane. Dal primo ottobre è possibile iscriversi nuovamente alla piattaforma. È partito quest’anno anche un altro progetto, che interessa le regioni del Sud e prevede la firma di dieci protocolli di intesa con aziende, al fine di individuarne una leader. È un nuovo modo di fare banca e un segnale forte che vogliamo dare ai giovani”. Interviene a riguardo anche il Presidente della Banca di Credito Popolare Giuseppe Mazza: “L’unica cosa che manca nella nostra regione è fare sistema tra Università, impresa e banche. Questa della Start up è un’occasione, dobbiamo trovarne altre”. Conclude con un esempio pratico di spin-off di successo il prof. Antonello Cutolo dell’Università del Sannio, ideatore di Optosmart: “nasce con due tesi di dottorato e una di laurea; ha portato sul mercato la fibra ottica come strumento di misura. Fra i nostri clienti l’Ansaldo e il Cern. Il punto critico per uno spin-off è la burocrazia, che uccide la ricerca. Ho lavorato molto in Europa e giovani come i nostri sono rari, ma qui, oltre al problema burocratico, ci sono quello già citato dei finanziamenti e della mentalità da professore, poco imprenditoriale, che finisce col rallentare la crescita del suo progetto”.
Allegra Taglialatela
Dopo la presentazione dei progetti finalisti, segue la Tavola Rotonda con esponenti del mondo della ricerca e dell’impresa. “La questione spin-off la vedo in un quadro più generale: rapporto tra Università e mondo delle aziende, dove la prima si deve confrontare con gli interessi del secondo”, introduce Guido Trombetti, Assessore Regionale all’Università e alla Ricerca Scientifica. “Credo che la collaborazione tra Università e impresa, auspicata dall’Assessore, sia fondamentale, ma anche il contesto è importante. Puoi realizzare l’architettura più coinvolgente che esista, ma se i trasporti non consentono di visitarla, non ha senso. Non per questo ci dobbiamo abbattere, ma affiancare l’ottimismo ad un sano realismo, nel comprendere che coloro i quali vincono la sfida a Napoli, l’hanno vinta in tutto il mondo, infatti qui le condizioni di partenza sono molto problematiche”, afferma Ambrogio Prezioso, Presidente dell’Unione Industriali di Napoli. “Trent’anni fa nessun ragazzo avrebbe mai pensato di creare un’impresa qui, oggi la mentalità sta cambiando. Il regolamento del CNR tende una mano ai giovani, ma resta fermo il punto che riguarda l’imprenditore. Nel gruppo di progettazione ci deve essere. Il ricercatore è innamorato del suo prodotto, ma se il mercato non è pronto a riceverlo, non può distribuirlo. Il passaggio dalla realizzazione del prodotto alla ricezione del mercato deve conoscere la mediazione dell’imprenditore”, sostiene il Presidente del CNR Luigi Nicolais. Alla domanda del prof. Sorrentino “Chi sostiene le Start Up?”, risponde Franco Felici, Public Sector & Territorial Development Sud, Unicredit: “La nostra banca lo fa. Nel 2011 Unicredit ha sposato il progetto Start Lab, portale nazionale che ha visto 785 iscrizioni, di queste 85 sono campane. Dal primo ottobre è possibile iscriversi nuovamente alla piattaforma. È partito quest’anno anche un altro progetto, che interessa le regioni del Sud e prevede la firma di dieci protocolli di intesa con aziende, al fine di individuarne una leader. È un nuovo modo di fare banca e un segnale forte che vogliamo dare ai giovani”. Interviene a riguardo anche il Presidente della Banca di Credito Popolare Giuseppe Mazza: “L’unica cosa che manca nella nostra regione è fare sistema tra Università, impresa e banche. Questa della Start up è un’occasione, dobbiamo trovarne altre”. Conclude con un esempio pratico di spin-off di successo il prof. Antonello Cutolo dell’Università del Sannio, ideatore di Optosmart: “nasce con due tesi di dottorato e una di laurea; ha portato sul mercato la fibra ottica come strumento di misura. Fra i nostri clienti l’Ansaldo e il Cern. Il punto critico per uno spin-off è la burocrazia, che uccide la ricerca. Ho lavorato molto in Europa e giovani come i nostri sono rari, ma qui, oltre al problema burocratico, ci sono quello già citato dei finanziamenti e della mentalità da professore, poco imprenditoriale, che finisce col rallentare la crescita del suo progetto”.
Allegra Taglialatela







