Il DIETI Day Zero è stata anche l’occasione per premiare i migliori studenti dei Corsi di Laurea Triennali del Dipartimento, ora al loro primo anno di Magistrale. Selezionati in base al voto di laurea, alla media dei voti ottenuti agli esami e alla velocità nel conseguimento dei crediti formativi, Raffaele Sorrentino, Elena Montano, Eugenio Cuniato, Giovanni Celentano, Stefano Casa, Vittorio Orbinato e Giuseppe Pio Pisa hanno ricevuto una pergamena di riconoscimento e l’applauso dell’Aula affollata di matricole pronte ad imitare la loro carriera universitaria. Ma qual è la ricetta per diventare uno studente di successo? Gli ingredienti giusti sono pochi, ma fondamentali, dice Vittorio Orbinato (Ingegneria Informatica): “Impegno e passione prima di tutto. Se non si mette passione in quello che si fa semplicemente… non si fa. Probabilmente non c’è una vera e propria ricetta. Chiaramente non può mancare un grande spirito di sacrificio. Il mio consiglio è sfruttare al meglio le ore di lezione. Più si ascolta e si prendono appunti e più si riesce ad assimilare i concetti”. Altra cosa da non sottovalutare: “Bisogna iniziare a studiare sin dal primo giorno e non lasciare quel primo mese di ambientamento ai corsi. Questo vale sia per la Triennale che per la Magistrale. Almeno si dovrebbe cominciare a rileggere e memorizzare gli appunti e poi intensificare lo studio man mano che ci si avvicina agli esami”.
La gestione dell’ansia e
del carico di lavoro
del carico di lavoro
Teoria dei Segnali, Metodi Matematici, Sistemi Operativi, Calcolatori Elettronici e Ingegneria del Software gli esami che Vittorio ha trovato più complessi, ma che non gli hanno impedito di chiudere la Triennale con una media di 29.47. Ma quale può essere il principale ostacolo che può incontrare una matricola? “Probabilmente l’ansia nel gestire programmi lunghi, corposi e complessi. Con il tempo, però, si impara a gestirla”. L’università è soprattutto una questione di equilibrio e di concentrazione. “Trovo che il primo anno sia quello più complesso, proprio perché l’università appare come qualcosa di nuovo e sconosciuto. Bisogna avere pazienza e trovare un proprio equilibrio, capire come gestire gli esami e lo studio – spiega Elena Montano (Ingegneria Biomedica), attratta dalla medicina, ma nel campo della chirurgia robotica, produzione di organi, protesi artificiali e terapie riabilitative – I nostri corsi non prevedono obblighi di frequenza, ma è importante imparare a gestire correttamente il carico di lavoro che ci viene assegnato. Io ho sfruttato molto le ore di lezione seguendo i professori e capendo i concetti in aula. In questo modo, a casa, metà del lavoro era già fatto e alla fine dei corsi non avevo un carico di studio eccessivo sulle spalle”. Durante il percorso “non mi sono imbattuta in ostacoli particolari. Certo… le bestie nere come Campi Elettromagnetici e Teoria dei Segnali mi hanno messo in difficoltà, ma, dopo averli superati, con il senno di poi, ti dici che si può fare. L’importante è non perdere mai la concentrazione”. Quali esami sarebbe meglio affrontare per primi? Sicuramente quelli che creano blocchi nel percorso di studio. È utile ugualmente affrontare subito gli esami più difficili anche se, in ogni caso, ciascuno studente dovrà fare le sue scelte e trovare il proprio metodo. Ma che cos’è davvero il metodo di studio? E soprattutto… esiste un metodo ideale? Ci ha riflettuto a lungo Giuseppe Pio Pisa (Ingegneria Elettronica): “Parliamo sempre di questo metodo… alla fin fine sembra una cosa quasi astratta. Ogni studente è diverso e preferirà studiare in un modo piuttosto che in un altro. Tutti, però, dovrebbero fare tesoro dei propri errori. Bisogna capire in cosa si sta sbagliando e questo può accadere attraverso degli esami che possono andare male. Al terzo anno mi è capitato di ripetere un esame. È stata l’unica volta. Presi un 22 ad Elettronica delle Telecomunicazioni e rifiutai. Una carriera di successo passa anche attraverso esperienze di questo genere. Avrei potuto accettare, la mia media non sarebbe scesa molto. Ma se l’esame era andato male significava che non conoscevo bene quella materia e quindi andava ripetuto”. L’università offre anche l’opportunità di imparare ad usare il cervello: “Campi Elettromagnetici è un esame che molti studenti trovano complesso perché è il primo che affrontiamo in cui non si devono svolgere degli esercizi in modo meccanico e bisogna, invece, ragionare e capire bene cosa si sta facendo e perché”. L’università offre numerosi servizi e opportunità che spesso gli studenti scelgono di non cogliere: “Tanti credono che venire all’università a seguire i corsi sia un brutto obbligo, una cosa noiosa, addirittura una perdita di tempo. E sprecano il tempo che trascorrono in aula e in sede – nota Eugenio Cuniato (Ingegneria dell’Automazione), interessato ad argomenti che definisce un po’ futuristici come la robotica, le nuove frontiere dell’automazione e l’industria 4.0 – Acquisire gli argomenti già durante le lezioni significa aver già fatto almeno il 50% del lavoro. Poi, passare un paio d’ore in più all’università anche dopo la fine delle lezioni non fa male. Molti studenti si muovono con i mezzi e alla fine della giornata non si hanno le energie per mettersi a studiare a casa e nemmeno la giusta concentrazione. Invece rimanere a studiare in sede e cercare di consolidare quanto si è fatto durante la mattinata sarebbe meglio. La mia media è 29.7 e l’ho conquistata lavorando sodo”. Il 90% degli studenti “si blocca sull’esame di Analisi, ma non sono da trascurare Teoria dei segnali, Teoria dei sistemi e Macchine Elettriche. Mi è capitato solo una volta di non riuscire a superare un esame. Metodi Matematici per l’ingegneria, non superai lo scritto. Ma poi, impegnandomi di più, l’ho preso con 30”. La speranza di Eugenio: “poter applicare nel mondo del lavoro tutto ciò che sto imparando. Vorrei lavorare nel campo della robotica ed esplorarne le nuove frontiere. Ma anche una carriera universitaria andrebbe bene”.
Studiare da soli o in
compagnia?
compagnia?
Qual è lo stile di vita di uno studente di successo? Tutto casa e università oppure ci si può concedere qualche distrazione? “Si dovrebbe imparare ad ottimizzare il rendimento nello studio visto che l’università già di per sé prende molto tempo e un po’ di vita sociale vorremmo farla tutti. La massima resa con il minimo sforzo – consiglia Raffaele Sorrentino (Informatica) – L’università è sacrificio, naturalmente. Non si può uscire tutti i giorni o tutte le sere durante la settimana. Alzarsi presto la mattina per seguire i corsi e studiare comporta qualche rinuncia. Però è altrettanto fondamentale ritagliarsi degli spazi per sé. Ad esempio, io mi tenevo sempre libero il sabato sera e la domenica sera per uscire con gli amici, guardare un film o altro. In questo modo potevo controllare lo stress perché sapevo che avevo del tempo per me e per dedicarmi alle mie cose. Alle superiori ovviamente avevo più tempo libero, ma va bene così. Ora ho cominciato anche a lavorare. Non mi pongo l’obiettivo di finire la Magistrale necessariamente in due anni, però voglio buoni risultati. Studio in treno, quando rientro, il sabato, la domenica. Se sai che i tuoi sacrifici verranno ripagati li fai volentieri”. Meglio studiare da soli o in compagnia? Spesso i docenti consigliano di formare dei piccoli gruppi, magari con qualche studente più bravo, per confrontarsi. “Dipende dallo studente – è l’opinione di Stefano Casa (Ingegneria Elettrica) – Può essere utile sia studiare in compagnia che da soli. Forse da soli ci sono meno distrazioni e si riesce ad assimilare meglio i concetti e a mettere a posto le idee. Ma ripetere in gruppo serve a rendersi conto se si è capito davvero un argomento. Credo che una parte di studio vada svolta da soli e un’altra parte in gruppo”. Stefano ha messo in pratica le sue conoscenze entrando a far parte di Unica Corse nel team elettrico: “Ci occupiamo di progettazione. Stiamo lavorando su motori e batterie. Per ora mi sto dedicando alla progettazione dei vari cavi. È un’opportunità importante perché abbiamo modo anche di incontrare delle aziende interessate alle nostre competenze”. Giovanni Celentano (Ingegneria delle Telecomunicazioni) invita ad essere sempre ottimisti: “Non si può riuscire sempre al primo colpo. Esami come Campi Elettronici e Trasmissione Numerica non sono certo semplici. Uno studente deve imparare a fare delle scelte, a stabilire quali sono le sue priorità. E poi non scoraggiarsi subito, alla prima difficoltà, o quando qualcosa dovesse andare storto. Sacrifici e rinunce permettono di andare dritti all’obiettivo”.
Carol Simeoli
Carol Simeoli