Studiare di sabato in biblioteca? Alla Vanvitelli si può

Le aule studio aprono le porte anche di sabato. Tutti i Dipartimenti dell’Università Vanvitelli hanno assecondato la volontà degli studenti di fruire delle strutture universitarie nel fine settimana. Non si tratta di una vera e propria novità. Infatti, già lo scorso anno alcuni Dipartimenti hanno sperimentato questa iniziativa con risultati non propriamente soddisfacenti, tanto che si decise di non darvi prosieguo. Tuttavia, negli ultimi mesi si è alzato un fitto coro di richiesta di messa a disposizione delle strutture di sabato che non ha lasciato insensibile i vertici dell’Ateneo che, per l’appunto, ha deciso di accoglierla. Scelta che è stata salutata entusiasticamente dagli studenti. La riprova risiede nella massiccia affluenza registratasi nelle prime due settimane di sperimentazione, di gran lunga maggiore rispetto a quella conosciuta lo scorso anno. “Studiare in biblioteca per me è vantaggiosissimo. È un ambiente che mi permette di conciliare la mia concentrazione e di confrontarmi sugli argomenti di studio con i miei colleghi”, ha commentato Lucrezia Adinolfi, matricola del Corso di Laurea Triennale in Psicologia. Anche Rosario Feola, laureando del Corso di Laurea Magistrale in Giurisprudenza, non ha dubbi sulla bontà della scelta: “Avere maggiore disponibilità degli spazi universitari non può che giovare a noi studenti. Spero che questa volta non si tratti di una situazione temporanea, come successo in passato. Pertanto, invito i miei colleghi ad accorrere in biblioteca numerosi per dimostrare quanto sia per noi importante averne disponibilità anche di sabato”. Non sono mancati rilievi polemici legati all’affluenza alle aule studio di numerosi studenti non appartenenti al Dipartimento ove accorrono. Parole al vetriolo sono state spese da Pasquale de Lucia, studente del quarto anno del Corso di Laurea Magistrale in Giurisprudenza: “Sistematicamente la nostra aula studio è presa d’assalto da studenti appartenenti ad altri Dipartimenti. Spesso ci capita di non trovare posto a sedere. Siamo davvero stufi di convivere con questa situazione. Ho in animo di rivolgermi al Rettore per denunciare questo fastidiosissimo fenomeno. Paghiamo tasse, anche esose, per ricevere dei servizi: è inammissibile che ne siamo deprivati per il contributo di chi da ospite assurge a padrone”. Anche Alfonso Di Costanzo, studente del terzo anno di Giurisprudenza, mostra insofferenza per questo scenario e si fa promotore di una soluzione: “Da anni oramai la nostra aula studio è saccheggiata da studenti di altri Dipartimenti, a scapito di quelli di Giurisprudenza. Non è più possibile rimanere silenti: bisogna reagire. Sarebbe sufficiente dotare gli studenti di un badge per accedere alle strutture universitarie. È vero che l’Università non dovrebbe conoscere restrizioni di accesso ma è anche vero che non possiamo rimanere così penalizzati”. 
Se le aule studio di via Perla per il Dipartimento di Giurisprudenza e di viale  Ellittico per quello di Psicologia sono state letteralmente inondate dagli studenti, a testimonianza di come fosse avvertita l’esigenza di poterne fruire, un diverso scenario ha, invece, interessato l’aula studio di Corso Gran Priorato di Malta del Dipartimento di Economia ove, per l’appunto, la biblioteca, assai accogliente e di ingenti dimensioni,  durante la nostra visita era pressoché deserta con appena una dozzina di ragazzi a popolarla.
Giovanni Lanzante
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