Si chiama Tiche (Technological Innovation in Cultural Heritage) ed è il raggruppamento (in inglese cluster) di Atenei, imprese, enti di ricerca che ha vinto uno dei 12 bandi nazionali promossi dal Ministero dell’Università per finanziare progetti di particolare interesse nell’ambito della ricerca applicata ed industriale, coerentemente con il piano della ricerca adottato tempo fa dal Miur. Opera nell’ambito delle tecnologie per i beni culturali, una delle 12 aree di interesse per i cluster. Tra le altre, ci sono quella delle biotecnologie, del mare, dell’energia, della moda e del design. Ha una dotazione finanziaria per il funzionamento di circa 250 mila euro. Tiche, che ha assunto la forma giuridica di una Fondazione, è capitanato dal Suor Orsola Benincasa ed è l’unico raggruppamento vincitore con la testa nell’Italia Meridionale. Il suo compito è quello di coordinare ed organizzare la presentazione di progetti, nell’ambito specifico dell’innovazione tecnologica per i beni culturali, che possano essere finanziati tramite diversi canali, compresi i fondi europei che veicolano le Regioni. Ne fanno parte una cinquantina di soggetti, tra i quali le Università Federico II e le sue sorelle di Trieste, Milano, Torino, Firenze, Bologna, Palermo; l’Enea, il Cnr, l’Istituto di Fisica nucleare; Telecom, Ibm. “Abbiano avuto l’avallo – dice il prof. Lucio d’Alessandro, Rettore del Suor Orsola Benincasa e Presidente di Tiche – di 14 Regioni che hanno detto di voler collaborare”. Secondo il Rettore “è una cosa di grande interesse per tutti noi perché leggere i beni culturali tramite le tecnologie innovative produce ricerca e ne favorisce la conservazione. Abbiamo già vinto due piccoli progetti pilota per complessivi 800 mila euro. Uno riguarda la Collezione Farnese ed è condotto dalla mia università e da quella di Parma. L’altro coinvolge l’Ateneo Federico II ed il Politecnico di Milano e riguarda problemi più strutturali dei beni culturali e dei monumenti”. Prosegue il prof. d’Alessandro: “I cluster sono, in effetti, una evoluzione dei distretti tecnologici. Speriamo di poterci lavorare al meglio. Ne ho parlato con vari presidenti di Regione ed ho trovato grande attenzione. Non è notizia da poco, questa, perché le risorse che si vanno a programmare sono anche quelle della convergenza europea”.
Il raggruppamento che si pone come coordinatore di progetti nell’ambito delle tecnologie innovative per i beni culturali non è, peraltro, l’unico tra i 12 al quale partecipa il Suor Orsola Benincasa. “Siamo parte – dice il Rettore – sia pure non come capofila, anche dei cluster sul design e sull’alimentazione. Stiamo curando, inoltre, una operazione nazionale di federazione di tutti i raggruppamenti”.
È una iniziativa, quella dei Cluster Tecnologici Nazionali, della quale si parla da qualche anno. “Sono stati promossi – recita la legge che li ha istituiti – allo scopo di generare piattaforme di dialogo permanente tra sistema pubblico e imprese e rappresentano una importante infrastruttura intermedia cui sono demandati i compiti di favorire la cooperazione della ricerca pubblica e quella privata in materia di innovazione e sviluppo tecnologico, di ricostruire politiche nazionali in settori di interesse strategico e di favorire la specializzazione intelligente dei territori”. Al momento dell’approvazione del Piano Nazionale della Ricerca erano già stati individuati otto raggruppamenti relativi ad altrettante aree di specializzazione. Con il decreto direttoriale 1610 del 3 agosto 2016 il Miur ha poi pubblicato l’avviso per lo sviluppo e potenziamento di 4 nuovi cluster tecnologici nazionali. Tra essi quello relativo alle tecnologie per il patrimonio culturale che ha come capofila il Suor Orsola Benincasa. La Fondazione Tiche è stata poi costituita il 14 dicembre 2017 da 37 soggetti giuridici come soci promotori (25 università, 3 distretti tecnologici regionali, 2 organismi di ricerca, 6 Imprese ed un ente pubblico di ricerca). Da statuto, è l’organismo di coordinamento e gestione del Cluster Tecnologico Nazionale (CTN) nel settore delle tecnologie per il patrimonio culturale.
Il raggruppamento che si pone come coordinatore di progetti nell’ambito delle tecnologie innovative per i beni culturali non è, peraltro, l’unico tra i 12 al quale partecipa il Suor Orsola Benincasa. “Siamo parte – dice il Rettore – sia pure non come capofila, anche dei cluster sul design e sull’alimentazione. Stiamo curando, inoltre, una operazione nazionale di federazione di tutti i raggruppamenti”.
È una iniziativa, quella dei Cluster Tecnologici Nazionali, della quale si parla da qualche anno. “Sono stati promossi – recita la legge che li ha istituiti – allo scopo di generare piattaforme di dialogo permanente tra sistema pubblico e imprese e rappresentano una importante infrastruttura intermedia cui sono demandati i compiti di favorire la cooperazione della ricerca pubblica e quella privata in materia di innovazione e sviluppo tecnologico, di ricostruire politiche nazionali in settori di interesse strategico e di favorire la specializzazione intelligente dei territori”. Al momento dell’approvazione del Piano Nazionale della Ricerca erano già stati individuati otto raggruppamenti relativi ad altrettante aree di specializzazione. Con il decreto direttoriale 1610 del 3 agosto 2016 il Miur ha poi pubblicato l’avviso per lo sviluppo e potenziamento di 4 nuovi cluster tecnologici nazionali. Tra essi quello relativo alle tecnologie per il patrimonio culturale che ha come capofila il Suor Orsola Benincasa. La Fondazione Tiche è stata poi costituita il 14 dicembre 2017 da 37 soggetti giuridici come soci promotori (25 università, 3 distretti tecnologici regionali, 2 organismi di ricerca, 6 Imprese ed un ente pubblico di ricerca). Da statuto, è l’organismo di coordinamento e gestione del Cluster Tecnologico Nazionale (CTN) nel settore delle tecnologie per il patrimonio culturale.







