Sergio Illiano e Mariachiara Palmieri raccontano la loro esperienza a metà tra due Corsi, divisi per un anno dal sogno di una vita. “È la seconda volta che provo il test d’ingresso, finalmente sono riuscito ad entrare, con un punteggio di 44.6”, rivela Sergio. Per lui iscriversi a Tecnologie delle Produzioni Animali è una scelta valida quanto Veterinaria: “perché offre numerosi sbocchi occupazionali. I miei tentativi sono stati indotti da un sogno, che nasce quando i miei hanno fondato un’Associazione contro il randagismo”. A Tecnologie si studia: “poiché i docenti non regalano nulla, e si fa anche pratica. Abbiamo sostenuto un esame coprologico, per la diagnosi della parassitosi, ad esempio. Siamo andati nella tenuta Vannulo, per osservare un allevamento bufalino ed ottenere informazioni sulle modalità di riutilizzazione di reflui zootecnici”. Per quel che riguarda i corsi: “consiglio a tutti di seguire. Non siamo clienti di un supermercato, ma studenti. Il docente è in aula per noi, e nel rapporto con lui riesci a formarti, grazie all’indirizzo che ti fornisce”. Si aspetta da Veterinaria: “un approccio scientifico verso l’animale e la piena comprensione del senso della professione. Infatti il veterinario, come recita il giuramento all’Ordine, ‘promette solennemente di dedicare le competenze e capacità alla protezione della salute dell’uomo e alla cura e al benessere degli animali”.
Un sogno che si avvera anche per Mariachiara: “ce l’ho fatta con 42,60 punti, dopo un anno a Tecnologie delle Produzioni Animali. Il desiderio di diventare veterinario trae origine dall’infanzia. Sono nata e ho vissuto in campagna insieme ai miei nonni. Andavo ogni mattina a far visita ai nostri animali: caprette, mucche, conigli e polli. Quando avevo sette anni, arrivò un veterinario per curarli. Non sapevo chi fosse, né in cosa consistesse la sua professione. Me lo spiegarono e decisi che quella sarebbe stata la mia strada”. Il test d’ingresso l’ha sempre un po’ scoraggiata: “perché dipinto da tutti come impossibile da superare. Infatti la prima volta non ci sono riuscita. Oggi non mi sembra vero. Sono, in ogni caso, molto contenta di aver seguito un anno a Tecnologie delle Produzioni Animali, ottima scelta, perché non ha nulla da invidiare a Veterinaria”. La cosa che la spaventa di più: “il non poter convalidare l’esame di Anatomia, né seguire le lezioni inerenti del primo anno, poiché al secondo i corsi sono obbligatori e non avrei tempo materiale”.
Un sogno che si avvera anche per Mariachiara: “ce l’ho fatta con 42,60 punti, dopo un anno a Tecnologie delle Produzioni Animali. Il desiderio di diventare veterinario trae origine dall’infanzia. Sono nata e ho vissuto in campagna insieme ai miei nonni. Andavo ogni mattina a far visita ai nostri animali: caprette, mucche, conigli e polli. Quando avevo sette anni, arrivò un veterinario per curarli. Non sapevo chi fosse, né in cosa consistesse la sua professione. Me lo spiegarono e decisi che quella sarebbe stata la mia strada”. Il test d’ingresso l’ha sempre un po’ scoraggiata: “perché dipinto da tutti come impossibile da superare. Infatti la prima volta non ci sono riuscita. Oggi non mi sembra vero. Sono, in ogni caso, molto contenta di aver seguito un anno a Tecnologie delle Produzioni Animali, ottima scelta, perché non ha nulla da invidiare a Veterinaria”. La cosa che la spaventa di più: “il non poter convalidare l’esame di Anatomia, né seguire le lezioni inerenti del primo anno, poiché al secondo i corsi sono obbligatori e non avrei tempo materiale”.